«Mhh dove vai?» biascica allungando il braccio verso di me dopo essersi girato a pancia sotto «Mi vesto» sussurro e prendo l'intimo pulito, infilo la felpa e gli tiro una pacca sul sedere «Muoviti» sussurro ma lui si limita a ridacchia «Ti piace?» domanda ed annuisco «Tanto» ammetto, devo ammettere che è davvero sodo, quasi migliore del mio «Sei andato in palestra per caso?» domando e gli salgo sulla schiena.Ride ancora «Mi ci vedi a parlare con loro tra una ventina di persone?» scuoto la testa «Nah, ma potevi createla a casa» dico e gli bacio sulla schiena nuda «Ho altri hobby» dice «Ah si? Quello di rapire ragazze?» domando per scherzare «Sto scherzando» preciso tornando seria e mi alzo «Muoviti» dico.
Borbotta delle cose incomprensibili «No...dipingo» lo guardo con un sorriso «Davvero? Che cosa dipingi?» penso sia sempre legato ai suoi disegni, in un certo senso sono interessanti «Lo sai già: hai rovistato nelle mie cose e alcuni disegni erano appesi nella tua camera...a mia nonna piacevano» annuisco ricordando improvvisamente di quel giorno in cui ho trovato tra i suoi disegni delle rose «Hanno un significato particolare?» domando e rimango appoggiata alla sua schiena, posso sentire il suo cuore da qui, batte ad una velocità normale, sembra calmo.
Non faccio in tempo a pensarlo che inizia a battere più veloce «Io non...saprei» dice e lo stringo tra le mie braccia «Mhh qualcosa devono pur sempre rappresentare, no?» chiedo ma poi decido di non fare altre domande, se c'è una cosa che ho imparato è che non devo forzarlo a dirmi il suo passato, potrebbe arrabbiarsi o addirittura chiudersi in se stesso e non è quello che voglio.
Lo sento restare per qualche secondo in silenzio ma poi parla «Prendi i disegni e chiedi» mi dice sospirando ed annuisco alzandosi contenta, mi avvicino alla borsa e cerco i disegni, torno da lui e mi siedo a gambe incrociate «Questo» dico quando trovo il disegno che mi piace di più, una rosa con delle spine piene di sangue.
Alza la testa e guarda il disegno «Mio padre le coltivava in giardino e sul balcone della camera, dopo che è morto non sono più riuscito a disegnarle senza sangue» spiega girandosi di nuovo e sospiro «Lo sai che le rose sono il mio fiore preferito?» gli faccio una carezza sui capelli «Ah si, bambolina?» chiede ed annuisco abbassandomi per baciarlo sulla fronte «Si, ma nessuno me ne ha mai regalate» faccio spallucce e controllo altri disegni «Questo?» domando riferendomi ad un mostro con attorno delle rose «È davvero bello» ammetto.
Si gira di nuovo e morde le labbra «Puoi prenderlo» faccio un piccolo sorriso «A volte mi sveglio abbastanza confuso...quando disegno dopo un incubo a volte i ricordi e i sogni si mescolano, quell'uomo è nei miei sogni...le rose già sai» dico «Ti fa del male?» domando riferendomi all'uomo e mi stendo affianco a lui per tirarlo sul mio petto.
Quando non risponde sospiro ed inizio ad accarezzargli i capelli «Sai...vorrei per un attimo prendermi tutti i tuoi problemi per farti provare la sensazione di libertà» sussurro «Ma penso che non si possa ancora fare» gli lascio un bacio tra i capelli, lui mi stringe forte e lo sento tirare su con il naso «Hai mai immaginato un mondo senza loro?» domando sussurrando e gli accarezzo i capelli, non so cosa mi spinge ad essere così dolce con lui, so solo che il suo passato è molto turbolento e non voglio che quando affronta i suoi ricordi sia da solo, voglio fargli capire che io ci sono e ci sarò sempre.
Harry passa sempre in secondo piano con lui, sembra volatilizzarsi e questo non è affatto positivo, vorrei riavere la mia libertà ma anche rimanere sempre accanto a Louis per offrirgli il mio aiuto, sempre.
Sospira «A volte sembrano sparire, non le sento per un po' e penso che non torneranno ma poi ci sono sempre» dice e capisco che ormai si è abituato «Mi ricordano che inferno di vita vivo, quanto è incasinata la mia mente e quanto solo sono e sarò per sempre» si passa una mano in faccia, lo stringo di più «Ma tu non sei solo» sussurro.
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𝗧𝗵𝗲 𝗣𝗿𝗲𝘆 » 𝗟𝗼𝘂𝗶𝘀 𝗧𝗼𝗺𝗹𝗶𝗻𝘀𝗼𝗻
FanfictionIl suo profumo mi ricordava la mia infanzia, era un misto tra l'odore dei biscotti di mia madre e le rose che mio padre curava gelosamente in giardino. Poi mi ero accorto che i suoi occhi, così chiari, si guardavano attorno sempre spaesati e probabi...