La mattina dopo mi alzo senza aver chiuso occhio e mi affretto a mettere le cose in lavatrice quando me ne ricordo, dovrà tenere i miei vestiti ancora oggi, mi fermo in bagno per medicare la ferita e sospiro quando mi accorgo che non è neanche vicina a guarire.Mi dirigo in cucina e preparo il bacon per Madelyn come mi ha insegnato, non ho intenzione di scusarmi per ieri ma non per questo la lascerò digiuna, quando è diventato marrone lo metto nel piatto e salgo al piano di sopra per portarlo a lei «Madelyn?» apro la porta, non la vedo, poi mi accorgo che l'acqua sta scorrendo e capisco che è sotto la doccia ma decido di lasciarla stare «ti lascio la colazione sul letto» l'avverto prima di uscire, chiudere ed andare a lavoro.
Caccio un sospiro mentre guido verso il locale, e se avessi sbagliato? Sta zitto, hai sbagliato a non lasciarla senza colazione. Le scaccio dalla testa e decido che non devo pensare a lei se voglio combinare qualcosa, così mi limito ai documenti e a fare il resoconto dei primi quindici giorni di quest'anno.
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Ore ed ore dopo ho finito e mi ritrovo a salire le scale per chiedere a Madelyn se ha fame, comportati bene, o sai le conseguenze, rabbrividisco e mi fermo sulla porta poggiando la fronte contro il legno duro, prendo un grande respiro ed apro la porta «Madelyn» la richiamo cercando di non agitarmi «Mh?» dice ed io continuo a guardarla anche se lei si fissa le gambe «hai fame?» chiedo e la vedo annuire.
«Allora scendi e preparati qualcosa» apro la porta per bene, io non credo di avere fame anche se ho mangiato l'ultima volta ieri sera, la seguo al piano di sotto solo perché la devo tenere d'occhio, sisi, proprio così, la seguo in cucina e caccio un sospiro vedendola cercare nel frigo «fare la spesa» mi dico a bassa voce per ricordarmi.
Inizio a sentirmi a disagio quando si aggira per la casa ignorandomi del tutto, non devo agitarmi, invece devi proprio farlo, tirale un bel ceffone e vedi come smetterà di ignorarti, la guardo nella più completa agitazione e mi affretto alla porta aprendola «vattene» borbotto «è questo che vuoi?» Che cazzo stai facendo? Le sento urlare e strizzo gli occhi.
«Non ci casco» dice spiazzandomi, tanta gentilezza sprecata, fottuto idiota che non sei altro «non voglio che tu mi faccia ancora del male» si alza e torna in cucina «Madelyn, dico sul serio» resisto all'impulso di prendermi a schiaffi da solo a causa loro e tengo la porta aperta, ha solo paura di te e vuole scappare, non ha fatto niente per puro caso, era tutta una strategia. Sei un idiota e ancora non capisci che nessuno ti vorrà mai bene, ti odia come ti odiano tutti e come dovresti odiarti anche tu stesso.
Sbatto la porta scivolando seduto «vi prego, basta» mi premo le mani sulle tempie «volevo fare la cosa giusta» mi rendo conto di star piangendo quando le lacrime mi bagnano le labbra e mi copro la faccia prendendo un grande respiro «Lou...» la voce di Madelyn mi interrompe e subito dopo sento le sue braccia stringermi forte, non ricambio restando raggomitolato e con le mani premute in faccia. Sei solo un coglione e lo capirai, capirai e farai come noi diciamo.
Tiro su col naso «basta» biascico a bassa voce cercando di rilassarmi un po' «ci sono io con te...shh» cerca di rassicurarmi «ascolta me» ripete ma sento solo le loro voci che mi intasano il cervello, mi toglie le mani e mi asciuga le lacrime «guardami» fisso lo sguardo nel suo «I-io s-stavo cercando d-di fare la c-cosa giusta» dico tra i singhiozzi «Non pensarci ora» si siede con me per terra ed inizia ad accarezzarmi i capelli «ieri sera...stavi piangendo?» sussurro contro la sua spalla «i-io...ecco...no» capisco che mente «non volevo farti piangere».
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𝗧𝗵𝗲 𝗣𝗿𝗲𝘆 » 𝗟𝗼𝘂𝗶𝘀 𝗧𝗼𝗺𝗹𝗶𝗻𝘀𝗼𝗻
FanfictionIl suo profumo mi ricordava la mia infanzia, era un misto tra l'odore dei biscotti di mia madre e le rose che mio padre curava gelosamente in giardino. Poi mi ero accorto che i suoi occhi, così chiari, si guardavano attorno sempre spaesati e probabi...