Mi stringo nelle spalle e recupero tutti i miei panni da terra per andarmene in camera, forse dovrei iniziare a pianificare realmente qualcosa, non ho pensato a nulla fino ad adesso se non al passato di Louis, sospiro ed entro in camera asciugandomi in fretta per mettere l'intimo pulito e tutto il resto.Appena ho finito di rivestirmi mi butto sul letto a pancia su e caccio un mugolio, sono così fottutamente stanca e avere due orgasmi di seguito non mi ha aiutata molto, mi infilo sotto alle coperte e le tiro fino al collo prendendo sonno fin da subito.
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Il giorno seguente mi sveglio completamente riposata e rilassata, niente incubi per una sera, per fortuna, mi stropiccio gli occhi e mi stiracchio subito dopo decidendo di alzarmi per mettere un po' apposto in giro, non so che ore sono ma so che è presto perchè Louis è ancora qui.
Sbadiglio e mi avvicino all'armadio per vedere se trovo delle coperte pulite, spero davvero che ci siano ma rimango delusa quando non noto una coperta in più, morirò di freddo anche stasera, cambio il letto e mi avvicino alla scrivania per poter almeno mettere in ordine quella, improvvisamente ricordo quella di casa mia e mi sale la nostalgia, vorrei davvero tornare a casa, vorrei davvero tanto poter studiare di nuovo psicologia e tornare a scuola.
Non è stato molto facile ambientarsi, infatti ancora non ero riuscita a fare amicizia ma avevo adocchiato un ragazzo davvero carino che sembrava interessato a me anche se non ho mai parlato con lui, mi siedo e prendo un nuovo foglio iniziando a disegnare quella che forse è la mia stanza, non ho molta voglia di disegnarla nel dettaglio, non mi piace neanche, è solo un posto dove studiare e dove dormire.
Poco dopo sento la voce di Louis provenire dalla stanza affianco e mi alzo per poggiare l'orecchio e sentire quello che dice e l'unica cosa che riesco a percepire sono borbottii, scuoto la testa, forse loro stanno iniziando a parlare di nuovo, per quello che è successo ieri...
Decido di alzarmi per andare a prepararmi la colazione, magari riesco a distrarmi un po', non faccio altro che pensare alla mia vecchia vita noiosa, mi manca un po', esco e passo davanti alla porta di Louis, la luce è accesa e capisco che è quella della scrivania perchè non è molto forte.
Mi acciglio e mentre passo lo sento borbottare, con tutto questo silenzio è chiaramente impossibile non sentirlo, non ci faccio molto caso e scendo al piano di sotto, ho voglia di cambiare, ma non so veramente da dove iniziare siccome il frigorifero è quasi vuoto e non c'è rimasto quasi nulla che può fare al caso mio; sospiro e decido di optare per una semplice tazza di thè con dei biscotti.
Dopo circa venti minuti il thè è pronto e lo sto sorseggiando mentre mangio i miei biscotti, sento dei passi sulle scale e capisco che Louis è uscito dalla sua stanza, faccio finta di nulla e guardo distrattamente la tazza, senza fare attenzione a quello che faccio anche quando sento i suoi passi vicini, mi sento in imbarazzo con lui adesso.
«Vuoi del thè?» chiedo alzando lo sguardo e lasciando la tazza sul tavolo, non possiamo ignorarci per sempre e lui si deve fidare totalmente di me «Ne ho preparato in più» dico ed afferro un altro biscotto per addentarlo, scuote la testa e lo noto cercare qualcosa in fretta, mangio un altro biscotto e mi sistemo meglio sulla sedia «Cosa cerchi?» domando continuando a guardarlo «Il...giubbotto» dice «Nel tuo armadio hai visto?» domando e mi alzo per andare al piano di sopra e confermare la mia teoria.
«No, non salire» lo sento corrermi dietro e sussulto ma ormai sono già in camera, mi avvicino all'armadio «Non guardo nient'altro, stai tranquillo» lo rassicuro, per poco non mi faceva prendere un infarto, guardo nell'armadio e trovo il suo giacchetto «Trovato» dico e mi giro verso di lui «Tutto tuo» lo noto davanti alla scrivania e capisco che non vuole farmi vedere cosa c'è sopra.
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𝗧𝗵𝗲 𝗣𝗿𝗲𝘆 » 𝗟𝗼𝘂𝗶𝘀 𝗧𝗼𝗺𝗹𝗶𝗻𝘀𝗼𝗻
FanfictionIl suo profumo mi ricordava la mia infanzia, era un misto tra l'odore dei biscotti di mia madre e le rose che mio padre curava gelosamente in giardino. Poi mi ero accorto che i suoi occhi, così chiari, si guardavano attorno sempre spaesati e probabi...