Quando mi rendo conto che Louis si è steso affianco a me sorrido, i suoi capelli sono scompigliati e lo rendono davvero sexy, cerco di recuperare fiato e mi avvicino per poggiarmi al suo petto «Sei bellissimo» sussurro, abbiamo appena passato un'altra serata come quella dell'altro giorno e sono sfinita, decisamente, alzo il viso e fisso i suoi occhi con un piccolo sorriso, sono chiari e decisamente belli, fin troppo.Sorride anche lui «Anche tu, bambolina» lo sento dire e rimango sorpresa quando mi accarezza i capelli lentamente «Hai qualcosa da chiedere?» domando sussurrando e mi rilasso completamente al suo tocco accoccolandomi contro il suo collo.
«Sei mai stata innamorata?» sussurra e io sento il cuore accelerare «C'era un ragazzo...a scuola» inizio «Mi guardava sempre ma non si decideva a parlarmi» ammetto e respiro profondamente «E si, del mio personaggio preferito delle serie tv» ci scherzo alzando il viso per guardarlo.
Ride e scuote la testa «Ah, un'adolescente con gli ormoni a palla» dice ed io metto il broncio «Stavo scherzando, no, nessuno» ammetto e rimango con il broncio, scuote la testa «Bambolina mia, stavo solo scherzando» dice e per un secondo il suo tono di voce mi fa sorridere «Non mettermi il broncio» sussurra e mi tira appiccicata a lui.
Sposto una gamba sulla sua pancia «Tu?» domando «Vorresti avere una fidanzata?» continuo «Anche se probabilmente te l'avrò già chiesto» caccio una mezza risata e allungo una mano verso la sua per stringerla, ridacchia «Il dottor Johnson dice che non posso provare amore, però non lo so» dice e io scuoto la testa «Si sbaglia, penso che tu possa provare qualcosa» sussurro, non sa cosa significa, magari riuscirà anche a trovare qualcuna che gli voglia bene fino a quel punto.
Sospiro e mi sistemo meglio sfregando piano la guancia contro il suo petto tatuato, l'idea di saperlo felice con un altra mi fa stringere lo stomaco, non so perchè, ma penso che sia perchè gli voglio bene e non sopporterei l'idea che un'altra ragazza faccia quello che sto facendo io, è l'unica persona che si sia mai preoccupata di come sto, a modo suo, ma l'ha fatto e di questo lo ringrazio molto: in mente mi passano le immagini di un Louis preoccupato mentre mi medica il piede.
Quanto sarà passato? Deglutisco e cerco di non pensare troppo, ma il mio cervello non vuole smetter «Sto cercando di farti sentire meno sola» la sua voce si ripete nella mia mente e faccio un piccolo sorriso al ricordo della nostra effettiva prima volta, sono sicura che fosse sincero, l'ho sentito scaldarmi il cuore soltanto con una frase.
Fa spallucce «Se mai accadrà di sicuro sarà per te» sbadiglia e io sento il cuore accelerare «Tu sei il raggio di sole che illumina il buio della mia testa, sei il ricordo a cui mi aggrappo quando mi sembra di essere intrappolato nella mia testa» dice ancora assonnato e aumento la presa sulla sua mano «Si, bambolina mia, se mai proverò qualcosa per un qualunque essere vivente, quell'essere vivente saresti tu» dice ad occhi chiusi e non posso fare a meno di scoppiare a piangere per quello che ha appena detto, è la cosa più dolce che qualcuno mi abbia mai detto.
«D-davvero?» domando cercando di asciugarmi le lacrime in fretta, non voglio farlo preoccupare, lui annuisce «Ma...ma se ti fa piangere non lo dico più» si stringe nelle spalle ed io scuoto la testa «Sono lacrime di felicità» dico e mi allungo per lasciargli un bacio sulle labbra «Nessuno mi aveva mai detto cose del genere, solo...grazie» sussurro e lo stringo.
«È-è solo quello che penso» lo stringo contro di me «Ed è davvero dolce» ammetto tirando su con il naso prima di tirarlo sul mio petto sbadigliando, sono stanca e forse è mattina presto, quante ore abbiamo passato a fare sesso?
Si addormenta e faccio un piccolo sorriso iniziando a passare le dita tra i suoi capelli lentamente per accarezzarlo, passo un buon dieci minuti così e mi addormento quasi istintivamente con un piccolo sorriso sulla faccia.
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𝗧𝗵𝗲 𝗣𝗿𝗲𝘆 » 𝗟𝗼𝘂𝗶𝘀 𝗧𝗼𝗺𝗹𝗶𝗻𝘀𝗼𝗻
FanfictionIl suo profumo mi ricordava la mia infanzia, era un misto tra l'odore dei biscotti di mia madre e le rose che mio padre curava gelosamente in giardino. Poi mi ero accorto che i suoi occhi, così chiari, si guardavano attorno sempre spaesati e probabi...