Apro gli occhi quando Madelyn si muove sopra di me e sposto la mano sul suo sedere per tenerla stretta «sapevo che ti saresti svegliata qui su» rido stringendo la mano, Dio, di mattina il suo profumo è ancora più intenso che ieri sera.Alzo gli occhi al cielo quando fa per spostarsi «oh avanti è solo una toccata» borbotto tirandola di nuovo vicina dai polsi, é davvero terrorizzata, Gesù, inizio ad innervosirmi.
Chiudo gli occhi quando si poggia al mio petto e guardo il suo corpicino schiacciato contro il mio, mi rendo conto che quando ieri l'ho vista non mi era sembrata così piccola, cazzo e se fosse minorenne?
«Q-quanti anni hai, Madelyn?» dico duro guardandola negli occhi «Diciannove, tu?» chiude gli occhi «cazzo, che liberazione» mugugno «Sei piccola per avere diciannove anni, lo sai?» dico senza rispondere alla sua domanda, non è tenuta a saperlo.
«Devo andare in bagno» borbotta e si alza ma appena si stacca da me la vedo rabbrividire «Oh avanti non offenderti» la guardo ridendo «Se ti rispondo resti qui un po'?» la guardo con un sopracciglio alzato, credo davvero che potrebbe iniziare a piacermi.
«Non m'interessa» mi rabbuio e la seguo con lo sguardo quando entra dentro il bagno.
Mi alzo, deve capire che non può comportarsi così con me «Madelyn» entro in bagno velocemente «Vieni subito qui» la richiamo «Louis, per favore, posso fare una doccia?» vedo la sua espressione addolcirsi ma non mi intenerisco «Non potrai fare proprio un bel niente se non la smetti di essere così sfacciata» mi avvicino a lei stringendo le mani in due pugni.
«Louis...ho soltanto detto...» si avvicina di poco mentre io rimango fermo sempre arrabbiato «Scusa» rilasso le spalle, mi piace quando è così obbediente «Torniamo a letto» abbassa lo sguardo facendomi sorridere.
Poggio una mano sulla sua guancia «Sei cosí bella, Madelyn» mi avvicino a lei e le bacio la fronte dolcemente «E sei tutta mia ora» la stringo al mio petto.
«Dopo potrò fare la doccia?» mi chiede ed io faccio un sorriso «Quando andrò a lavoro» la tiro in braccio e cammino verso la camera, è davvero bellissima quando fa tutto quello che le dico.«Grazie» la sento dire mentre mi siedo sul letto, devo trovare un modo per tenerla al sicuro mentre non ci sono, non voglio di certo che la mia bambolina torni da dove è venuta.
Il reale problema è che non ho programmato di rapirla e la casa non è pronta però la terrò dentro lo stesso.La fisso sempre tenendola sulle mie gambe mentre le accarezzo i capelli lentamente, non può neanche immaginare cosa sarei capace di farle se solo dessi ascolto a loro.
Quando mi accorgo che mi sta fissando aggrotto le sopracciglia «Cos'hai da guardare, bambolina?» non mi esalta molto in fatto che mi fissi, non mi esalta che mi fissi chiunque in realtà.
«Scusa» si poggia alla mia spalla «Mi piacciono i tuoi occhi» aggiunge in un sussurro, sorrido «Grazie, anche a me piacciono i tuoi».Sposta lo sguardo nel mio appoggiando una mano sul mio petto, la guardo corrucciato «Hanno un significato?» domanda e mi accorgo che sta tracciando il contorno del tatuaggio sul petto «Alcuni» decido di rispondere e non so neppure perché.
«Sono...particolari» si ferma a guardarmi un istante le braccia e poi fissa i suoi due pozzi celesti nei miei «Non mi hai ancora detto quanti anni hai, Louis» sussurra mordendosi le labbra, Dio cosa ti farei.
Alzo la mano e la poggio sulla sua guancia «Sono decisamente troppo grande per te» la guardo con un sorriso malizioso «Spero che tu non abbia trent'anni» ride non cogliendo il doppio senso.
Mi avvicino al suo orecchio e dopo aver preso un profondo respiro che mi manda il suo buonissimo profumo dritto nel polmoni «Venticinque» le dico baciandole il collo, poi sposto le mani sui suoi fianchi per girarla verso di me a cavalcioni e le giro il viso per baciarla, cazzo, è davvero eccitante, ho aspettato fin troppo per procedere.
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𝗧𝗵𝗲 𝗣𝗿𝗲𝘆 » 𝗟𝗼𝘂𝗶𝘀 𝗧𝗼𝗺𝗹𝗶𝗻𝘀𝗼𝗻
FanfictionIl suo profumo mi ricordava la mia infanzia, era un misto tra l'odore dei biscotti di mia madre e le rose che mio padre curava gelosamente in giardino. Poi mi ero accorto che i suoi occhi, così chiari, si guardavano attorno sempre spaesati e probabi...