Non avrei mai pensato che la mia vita ordinaria e noiosa si potesse trasformare in qualcosa di così pazzescamente anormale in così pochi secondi.Con le cuffie alle orecchie entro nel solito supermercato per cercare di comprare qualcosa che possa riempire la mia dispensa, cammino tra gli scaffali e prendo tutto ciò che mi occorre e che comunque non è molto dato che vivo da sola.
Dopo circa venti minuti ho finito e mi avvio alla cassa, c'è un ragazzo, incappucciato, forse avrà solo freddo o pensa che portare il cappuccio della felpa sia alla moda.
Tolgo le cuffie e le infilo nella borsa aspettando con pazienza il mio turno, mi giro quando sento qualcosa cadere e mi abbasso per raccogliere quella che scopro essere una scatola di biscotti caduta allo strano ragazzo dietro di me.
«Tieni» dico solamente sorridendogli cortesemente e incontro i suoi occhi chiari, però, niente male «Grazie» dice fissando lo sguardo nel mio. Gli sorrido ancora, mi giro e poso le mie cose sul nastro aspettando che la cassiera faccia per pagare e andare via.
«Ecco a lei» dico e quando mi porge il resto mi avvio alla fermata dell'autobus, è tardi e sinceramente non c'è molto da vedere qui, la città è lontana.
Guardo il tabellone e mi rendo conto di dover aspettare dieci minuti, sbuffo e rimango ferma a pensare.
«Posso darle una mano?» sento una voce roca e mi giro verso la direzione del ragazzo che mi ha chiamata, quel ragazzo, inizio a pensare che mi stia seguendo.
«Oh no, grazie, l'autobus sta per arrivare» faccio un sorriso e lo noto fissarmi le labbra, cazzo, che ansia.
Lo noto guardarsi intorno e fissare lo sguardo nel mio, senza nemmeno accorgermene mi ritrovo appiccicata a lui con la sua mano sulla bocca, merda.
«Zitta» sussurra vicino al mio orecchio e sussulto, non me lo sarei mai aspettato, mi guardo intorno e capisco improvvisamente che nessuno può salvarmi e che urlare non servirebbe a niente.
Vengo trascinata fino alla sua macchina prima di poter fare o dire qualunque cosa e sposto lo sguardo su di lui che si sta slacciando la cinta, in un secondo penso al peggio: davvero verrò stuprata nel parcheggio di un supermercato?
Mi agito ma evidentemente capisce e cerca di rassicurarmi «Ferma, non voglio fare quello che credi» questo mi tranquillizza poco, cosa avrà intenzione di fare, allora? Uccidermi?
Mi lega le mani velocemente e le guardo spostando poi lo sguardo sul ragazzo che ha già messo a moto verso chissà dove.
Prendo un grande respiro e realizzo improvvisamente che sono veramente stata rapita e che tutto questo non è per niente normale, lui sicuramente non lo è.
«Dove vuoi portarmi?» domando stranamente non troppo agitata, forse è meglio restare calma, posso farlo ragionare.Guardo il suo profilo e lo noto impegnato a fissare la strada «Non ti riguarda» risponde solamente e deglutisco, fa paura, cazzo «Beh...spero che non vorrai uccidermi» sussurro e mi guardo le mani, credo abbia stretto troppo ma non ho intenzione di farglielo notare.
Sospiro e mi appoggio al sedile, spero di riuscire a scappare e trovare una soluzione, non voglio assolutamente stare dietro a quello che è, sicuramente, uno psicopatico «Ehy, puoi rispondermi?» dico quando mi rendo conto che non sta parlando, cazzo, non è molto rassicurante.
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𝗧𝗵𝗲 𝗣𝗿𝗲𝘆 » 𝗟𝗼𝘂𝗶𝘀 𝗧𝗼𝗺𝗹𝗶𝗻𝘀𝗼𝗻
FanfictionIl suo profumo mi ricordava la mia infanzia, era un misto tra l'odore dei biscotti di mia madre e le rose che mio padre curava gelosamente in giardino. Poi mi ero accorto che i suoi occhi, così chiari, si guardavano attorno sempre spaesati e probabi...