Quando mi sveglio mi accorgo che fuori è già giorno così sbadiglio e mi stringo nelle coperte, si sta decisamente bene al calduccio qui sotto, alzo la testa e mi rendo conto di essere sola qui, sospiro e decido di alzarmi per fare una doccia, non so che ore sono, ma so solo che più sto qui dentro e più farò la fine di Louis, quanto sarà passato da quanto mi ha rapita, una settimana? Una settimana e mezzo?Mi stropiccio gli occhi e mi fermo improvvisamente quando mi rendo conto che sulla scrivania c'è qualcosa, un disegno, mi avvicino e lo prendo rendendomi conto che quella ritratta sono proprio io mentre dormo, Louis è stato qui? Deglutisco e lo metto dov'era, è davvero bravo a disegnare.
Sospiro e mi avvio in bagno per spogliarmi, ci sono ancora le cose di ieri sera lì per terra, spero solo che si sia ricordato di mettere le mie a lavare.
Mentre mi insapono sento Louis richiamarmi e sussulto, non voglio parlare con lui, sono ancora arrabbiata «ti lascio la colazione sul letto» lo sento dire dopo forse cinque minuti e sospiro finendo di lavarmi, non ho voglia di rispondergli, ho bisogno soltanto di stare da sola senza vederlo.
Mi vesto in fretta e torno in camera per mangiare metà della mia colazione, nel caso avessi fame più tardi, Louis tornerà sicuramente stasera, fisso il vuoto mentre mangio un biscotto e ripenso alle sue parole, sono state da vero stronzo e non penso di essermele meritate, tiro le gambe al petto e mi sdraio cercando di non pensarci troppo, perchè ci sto male se non mi importa nulla di lui?
Quando mi rendo conto che Louis è tornato finisco l'ultimo biscotto che mi era rimasto, per fortuna ne avevo lasciato più di uno, sospiro e poi mi passo una mano sul viso, sono pronta a rivederlo di nuovo dopo quello che ha fatto? Direi di no, non ne ho la minima voglia, sospiro e metto il vassoio sulla scrivania tornando poi a sedermi sul letto aspettando che lui venga qui.
Come previsto lo noto aprire la porta ed incrocio le gambe sul letto fissandole quando mi richiama «mh?» dico solamente e gioco con la felpa nervosamente «hai fame?» domanda ed annuisco alzando lo sguardo nel suo «un po'» dico solamente, sembra di essere tornati ai primi giorni.
«Allora scendi e preparati qualcosa» senza aspettarlo scendo al piano di sotto andando direttamente in cucina per mangiare qualche schifezza, ho voglia di patatine e penso che le preparerò sempre che riesca a trovarle nel freezer, quando sento Louis sussurrare che deve fare la spesa smetto di cercare e apro gli sportelli per recuperare le patatine in busta e iniziare a mangiarle avviandomi poi in sala per guardare un po' di tv.
Giro tra i canali mentre mangio e cerco di non far caso a Louis che mi sta fissando sicuramente, non voglio più avere a che fare con lui, mi ha ferita e non posso continuare ad accontentare tutto quello che dice se poi alla fine vengo trattata ugualmente di merda.
Sposto lo sguardo su di lui quando apre la porta di casa «vattene» borbotta «è questo che vuoi?» domanda ed io rimango completamente ferma a guardarlo per qualche secondo prima di alzarmi «non ci casco» dico solamente «non voglio che tu mi faccia ancora del male» aggiungo e riporto le patatine in cucina, non sta dicendo sul serio e io lo so «Madelyn, dico sul serio» lo sento dire mentre mi appoggio al bancone, non so se sia il caso che me ne vada ora, non sono pronta e non porto le scarpe ai piedi, come se ti importasse delle scarpe, Madelyn.
Vengo risvegliata dai miei pensieri quando sento la porta sbattere e subito dopo un pianto, corro subito da Louis ritrovandolo raggomitolato con le mani davanti alla faccia mentre supplica loro di smetterla «Lou...» sussurro prendendo la sua mano per tirarlo vicino e stringerlo in un abbraccio, mi sbagliavo quando dicevo che non me ne importava niente di lui, magari qualcosa conta e penso sia l'unico che voglia la mia compagnia.
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𝗧𝗵𝗲 𝗣𝗿𝗲𝘆 » 𝗟𝗼𝘂𝗶𝘀 𝗧𝗼𝗺𝗹𝗶𝗻𝘀𝗼𝗻
FanfictionIl suo profumo mi ricordava la mia infanzia, era un misto tra l'odore dei biscotti di mia madre e le rose che mio padre curava gelosamente in giardino. Poi mi ero accorto che i suoi occhi, così chiari, si guardavano attorno sempre spaesati e probabi...