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Mi lego un asciugamano in vita passandomi una mano in faccia, doveva uscirsene ora con le sue cazzo di paranoie, se ne va in camera «Oh fanculo, che muoia di freddo» sbatto la porta del bagno e poi quella della mia camera «Paranoie del cazzo» mi infilo senza neanche vestirmi sotto le coperte come se davvero dovessi dormire, ti decidi di essere gentile con lei ed ecco cosa hai guadagnato, le ignoro prendendo una sigaretta.

Quando non riesco a dormire mi alzo da letto più nervoso che mai e mi siedo alla sedia iniziando a disegnare freneticamente «Se è così che volete farmi passare la notte, brutte pazze furiose, fate pure» borbotto completamente chino sul foglio tanto che quasi disegno al buio.

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Quando mi sveglio mi rendo conto di essermi addormentato sulla scrivania, devono davvero avermi stremato, da quando è iniziata questa storia non mi danno davvero pace, Gesù, decido di malavoglia di andare a lavoro e mi alzo per andare a lavarmi velocemente, resterei volentieri a casa dato che mi sento davvero uno schifo sia fisicamente che mentalmente.

«Forse dovrei chiamare il dottor-» non mi lasciano finire che iniziano ad affollarmi la testa «Ahh okok, state zitte» dico velocemente portandomi una mano alla tempia, credo di averlo urlato senza farlo apposta, mi siedo di nuovo sul letto passandomi le mani in faccia «Gesù Cristo» mugugno cacciando un lamento, non so cosa fare e se continuano così finisce che impazzisco oggi.

Mi lavo i denti in fretta e mi vesto per poi scendere al piano di sotto, la luce della cucina è accesa ma non potrebbe fregarmene di meno, decido di andarci per prendere un bicchiere d'acqua, è tutta la notte che disegno e non dormo ed ho una sete assurda.

Appena arrivo noto Madelyn sorseggiare dalla tazza come se niente fosse, decido di prendere anche un'aspirina, mi sento uno straccio e forse dovrei stare a casa ma evidentemente lei non mi vuole tra i piedi e forse non la voglio neanche io «Vuoi del thè?» chiede ed io scuoto la testa rabbrividendo, cazzo ho freddo «Ne ho preparato di più» dice mentre mangia ed io cerco il mio giubbotto, dove diavolo l'ho tirato?

«Cosa cerchi?» chiede «Il...giubbotto» dico assorto mentre lo cerco sul divano, e chi lo mette mai «Nel tuo armadio hai visto?» va al piano di sopra «No, non salire» le corro dietro, i disegni nuovi sulla scrivania, cazzo «Non guardo nient'altro, stai tranquillo» guarda nell'armadio mentre io mi metto davanti alla scrivania rabbrividendo di nuovo.

«Trovato» si gira verso di me ma non mi muovo da dove mi trovo stringendo il piano d'appoggio così forte che ho le nocche bianche «Tutto tuo» dice ed io annuisco allungando una mano verso di lei «Stai bene? Sei pallido» si avvicina a me ed io mi schiaccio contro la scrivania «Credo di si» mugugno.

«Fammi controllare» mi stringo nelle spalle quando mi poggia una mano sulla fronte «Hai la febbre» scuoto la testa, non m'importa più di tanto «Non uscire di casa» mi allontano un po' «Devo andare a lavoro» le dico andando verso la porta.

«Tu non andrai» dice tirandomi verso il letto «Devo andare» ripeto cercando di fermarla, so che sto male, ma non voglio che lei mi giri intorno tutto il tempo «Devo chiuderti qui dentro?» mi spinge sul letto, da quando è diventata così forte? «Smettila e rimani qui» mi guarda negli occhi ed io mi sfilo le scarpe.

«Grazie» mi bacia la fronte «Vado a prendere la tachipirina così la prendi» mi fa infilare sotto le coperte «No» la prendo per il polso «L'ho già presa» mi sfilo almeno i jeans «Uhm, ti credo» dice ed io mi sistemo sul letto sospirando «E questo che c'entra con la febbre?» chiede ed io faccio un sorriso «Sono giorni che non dormo, sono stressato e non riesco a mangiare, succede sempre così: dopo un po' ho un crollo» mi rilasso al tocco delle sue dita.

𝗧𝗵𝗲 𝗣𝗿𝗲𝘆 » 𝗟𝗼𝘂𝗶𝘀 𝗧𝗼𝗺𝗹𝗶𝗻𝘀𝗼𝗻 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora