Mi sveglio di soprassalto quando sento Louis agitarsi e mi giro verso la sua direzione, mugolo e lo guardo «che fai?» biascico aspettando che mi risponda.«Vado in bagno, fra poco devo andare a lavoro» dice e mugolo «va bene» mi giro a pancia sotto «mi lasci del cibo?» dico ancora mezza addormentata, lo sento attraversare la stanza e sospiro «non so cosa portarti» mugugna e mi stiracchio «quello che vuoi, Lou» biascico «qualche schifezza» rido nel cuscino.
«Ce ne sono tante, devi essere precisa con me o mi disorienti, pensavo l'avessi capito» improvvisamente mi ricordo di ieri «portami gli Oreo e delle patatine» rispondo borbottando e poi stringo il cuscino, ci affondo il viso e sbadiglio cercando di riprendere sonno, non ne ho più.
Mi giro a pancia su e noto che la porta è aperta, merda, non sono preparata per fuggire ora e non ne ho la benché minima voglia se Louis è in casa, deglutisco e poco dopo lo sento salire per le scale, non avrei fatto comunque in tempo.
Mi metto seduta e cerco di sistemarmi i capelli dato che sono tutti arruffati, dopo nemmeno un minuto me lo ritrovo davanti con tre pacchetti di Oreo e delle patatine, caccio una mezza risata. «Grazie, Louis» dico e lo noto guardare confuso il pacchetto di Oreo, ne prendo uno e lo apro.
«Vuoi assaggiare?» domando e gli faccio cenno di sedersi affianco a me, ah quante prelibatezze che si è perso, si gira verso di me «io non...lo so» mugugna mordicchiando il labbro «che sapore ha?» chiede curioso e sorrido «vaniglia e...cacao» leggo sulla confezione e caccio una mezza risata guardando ancora la sua espressione confusa.
«Tieni» gli allungo uno biscotto «se ti piace, poi il secondo aprilo e lecca la crema» spiego e ne prendo uno per me aprendolo per leccare la crema mentre lo guardo.
Fa una espressione schifata «se sono attaccati perché devo separarli?» domanda mentre io mangio il biscotto «io lo faccio per farlo durare di più, altrimenti ne mangio una confezione intera» caccio una mezza risata e lo guardo «avanti, mangia» lo esorto.
Mi guarda male e raddrizza le spalle però tira un morso masticandolo lentamente, sorrido e poi prendo un altro biscotto guardando il pacchetto, spero che gli piaccia, spalanca gli occhi e mi lascio scappare una risata, come prevedevo «ancora» allunga la mano e gliene passo uno «ahh quante cose che dovrò farti assaggiare» dico «non esagerare però, altrimenti ingrasserai» ci scherzo e ne mangio un altro.
«Perché non posso mangiare una confezione intera?» si sporge verso di me e scuoto la testa «se vuoi ingrassare fa pure» caccio una mezza risata smettendo di mangiare, sono già sazia.
Quando mi rendo conto che di quanto è vicino a me rabbrividisco «tu sei più buona» sussurra e io mordo il labbro «non lo so» rispondo e giro il viso verso il suo con il labbro tra i denti «oh, lo so io, bambolina» sussurra avvicinando la bocca alla mia mentre mando giù il biscotto. Fisso i suoi occhi e continuo a pensare che siano fottutamente fantastici, mi avvicino al suo orecchio con un sorrisetto «non lo saprai mai» dico e tiro il suo lobo giocosamente, forse sto seriamente pensando di giocare al suo stesso gioco.
«Non provocarmi, bambolina, non sono il tipo» mi avverte e mordo il labbro allontanandomi leggermente «dico sul serio, o niente nuovi biscotti» caccio una mezza risata e arrossisco improvvisamente, potremmo andare d'accordo e io potrei fargli scoprire cose nuove, ma non penso che me lo lascerà fare.
E poi io voglio soltanto andare via da qui, non è molto allettante l'idea di rimanere per sempre qui dentro.
Lo noto serrare la mascella e cerco di rimanere tranquilla e non cedere alla mia paura, è così che funziona, lui si arrabbia e io non devo fare lo stesso o le conseguenze saranno peggiori, si passa una mano in faccia e posso già immaginare cosa stiano dicendo nella sua testa, probabilmente vorranno che lui diventi cattivo con me o che addirittura mi uccida «che c'è? Sei tanto gelosa della tua verginità, bambolina? Beh indovina? È solo un po' di sangue» dice duro e fa l'ultima cosa che mi aspettassi: si avvia alla porta.
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𝗧𝗵𝗲 𝗣𝗿𝗲𝘆 » 𝗟𝗼𝘂𝗶𝘀 𝗧𝗼𝗺𝗹𝗶𝗻𝘀𝗼𝗻
FanfictionIl suo profumo mi ricordava la mia infanzia, era un misto tra l'odore dei biscotti di mia madre e le rose che mio padre curava gelosamente in giardino. Poi mi ero accorto che i suoi occhi, così chiari, si guardavano attorno sempre spaesati e probabi...