Prende un altre sigaretta dopo aver buttato il mozzicone fuori «Non ti riguarda» borbotta, oh invece si, Louis, più di quanto tu creda «Lo sai che puoi parlarmene, sono qui apposta» gioco con la felpa «Qualcuno ti ha fatto arrabbiare?» lo guardo portarsi la sigaretta tra le labbra.Sospira «Se avessi voluto uno strizzacervelli avrei risposto al messaggio del dottor Johnson» dice borbottando «Smettila di psicanalizzarmi» dice e capisco che prima del mio arrivo forse andava da qualche specialista «Chi è questo dottor Johnson?» domando e mi faccio poco più vicina senza mai staccare lo sguardo dal suo.
«Nessuno di importante» si pizzica nervosamente e sospiro, meglio lasciar stare di nuovo, ci sono un sacco di cose che vorrei chiedergli, ma non adesso, meglio non rischiare che si arrabbi ancora di più, mi alzo e mi avvicino a lui lentamente poggiando una mano sul suo viso «È tutto okay, sta tranquillo» lo rassicuro accarezzandogli uno zigomo e faccio un piccolo sorriso quando incontro i suoi occhioni azzurri che mi fissano sempre allo stesso modo.
Mi sono abituata a vederli scrutare ogni centimetro del mio corpo, ormai non mi fanno più paura, quando continua a guardarmi senza dire nulla decido di spezzare il ghiaccio «Io direi... che forse è ancora presto per mangiare, magari possiamo andare in camera...» lascio la frase in sospeso «Anche io ho pensato ad un regalino per te» ammetto: siccome lui mi ha lasciata libera, posso sempre fargli quello che ho detto ieri sera mezza addormentata, me lo ricordo ancora.
Fa una smorfia «Lascia stare...non ho voglia di una sega» spegne la sigaretta e io lo prendo per un braccio per tirarlo in piedi «Muoviti» dico sussurrando «Non sai di cosa si tratta» faccio spallucce e cerco di trascinarlo fino in camera ma poggia la mano sulla mia e la tolgo «Scusa» sussurro quando noto il suo sguardo incazzato «Volevo solo farti muovere» dico per le scale e appena arrivo in cima lo aspetto.
Quando mi raggiunge mi porge la mano «Forza, portami dove vuoi andare» la stringo riprendendo a camminare verso la camera, quando arriviamo lascio la porta semichiusa e sorrido guardandolo «Non puoi nemmeno immaginare che sorpresa sto per farti» sussurro e con le mani inizio a spogliarlo partendo dai pantaloni.
«Che cazzo stai facendo?» lo spingo alla fine del letto e gli abbasso i pantaloni e i boxer lasciandolo completamente nudo «Siediti» comando e faccio per sfilargli la maglia, lo guardo negli occhi e mi afferro il labbro tra i denti, sarà imbarazzante, ma non mi interessa, abbiamo fatto di peggio.
Ammicco un sorriso malizioso quando finalmente è tutto nudo e nelle mie mani e abbasso lo sguardo verso il suo amichetto, lo afferro tra le dita per farlo eccitare almeno un po' e prepararlo alle mie labbra «Poi mi chiederai di farlo ancora e ancora» sussurro avvicinandomi per baciargli le labbra a stampo prima di spostarmi sul collo lentamente
Appena poso le labbra sul suo collo mi rendo conto che la sua erezione sta crescendo, beccato: capisco subito che quello è il suo punto debole e scendo verso il petto dove faccio un piccolo succhiotto «Devi aiutarmi però» ammetto e scendo verso la sua pancia.
Mi inginocchio e appena arrivo alla sua altezza arrossisco, non so davvero come iniziare, mordo il labbro e sposto i capelli dietro alle spalle decidendo di avvicinare le labbra alla cappella, forse così...
Lo guardo negli occhi e poi faccio un sorrisetto quando lo sento gemere, senza pensarci due volte, con la lingua lo stuzzico un po' e cerco di essere più sicura di me, è davvero molto imbarazzante e al tatto è davvero strano.
La sua mano si infila tra i miei capelli e lo sento fare leggera pressione come per farmi capire di farlo scivolare tra le labbra, lo guardo e faccio un sorrisetto assecondando la sua richiesta, lo prendo tra le labbra e con la lingua cerco di stuzzicarlo un po', non so come devo muovermi.
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𝗧𝗵𝗲 𝗣𝗿𝗲𝘆 » 𝗟𝗼𝘂𝗶𝘀 𝗧𝗼𝗺𝗹𝗶𝗻𝘀𝗼𝗻
FanfictionIl suo profumo mi ricordava la mia infanzia, era un misto tra l'odore dei biscotti di mia madre e le rose che mio padre curava gelosamente in giardino. Poi mi ero accorto che i suoi occhi, così chiari, si guardavano attorno sempre spaesati e probabi...