Aria di mare

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Una brezza fresca, carica dell'odore della salsedine e del sale, investì Jon in pieno viso e lui aprì la bocca più che poté per accoglierla e farla scendere fino ai suoi polmoni malati.

Daenerys gli sorrise e lo coprì bene con la leggera coperta che fino a quel momento aveva tenuto sulle gambe.

Accanto a loro il piccolo Aemon giocava nella sabbia, prendendola nei minuscoli palmi e poi lasciandola cadere in una fine pioggerella. Le sue risatine divertite riscaldavano il cuore di Dany.

Rhaella invece stava marciando poco più in là, trascinando dietro di sé dei lunghi fili di alghe con i quali molto probabilmente sarebbe stato agghindato Spettro.

Il metalupo albino se ne stava adagiato sulla battigia e su di sé portava già una decorazione donata con amore dalla bambina: una fila di conchiglie di ogni colore, forma e dimensione lungo il dorso. Spettro sopportava di essere il gioco preferito di Rhaella con pazienza e Dany sospettava che, infondo infondo, gli piacesse anche.

Lui era l'unica vera "tata" sulla quale potesse contare.

"Credo nostra figlia voglia trasformare Spettro in un drago." Rise Jon, osservando la scenetta.

Ogni volta che rideva per Dany era un'emozione unica. Le era così tanto mancata la sua risata in quei giorni di ansia e preoccupazione ad Approdo del Re, quando giaceva a letto nel dolore.

Ricordava ancora come i loro appartamenti odorassero di sangue, febbre ed erbe medicinali. Aveva sentito quegli odori per talmente tanto tempo che ormai per lei erano diventati abituali, ma qui, a Roccia del Drago, li stava lentamente dimenticando.

Roccia del Drago profumava di sale e di fumo, di erba fresca e di fiori selvatici. 

Era arrivati lì quel mattino, partendo a bordo di una galea da Approdo del Re quando era ancora buio. Per evitare che i flutti delle onde avrebbero potuto far stare ancora più male Jon nella sua malattia, Sam aveva chiesto a Dany che, prima di partire, gli desse una coppa di dolcesonno diluito nel latte. 

Così il re di Westeros era stato trasportato sulla galea profondamente addormentato e sempre profondamente addormentato aveva compiuto il suo viaggio in compagnia della regina e dei principini. 

"Un Drago Targaryen." Precisò Dany sorridendo. "Proprio come te, amore mio." 

Il sorriso sul volto di Jon Snow si allargò, prima che una folata di vento improvvisa gli scompigliasse i capelli. 

Jon sospirò felice e si accoccolò bene nella morbidezza della coperta, stringendosela attorno al proprio corpo e allungando le gambe nella sabbia.

Lui e Dany erano seduti su due poltroncine trasportabili in legno e sopra le loro teste, a difenderli dalla calura del sole, incombeva un grande baldacchino. Di tessuto rosso e nero, il baldacchino si reggeva in piedi grazie a quattro pali di legno che affondavano nella sabbia.

"Sam dice che se tutto va bene, sarò guarito fra due settimane." Disse Jon. "Questo significa che potrò tornare presto a impugnare Lungo Artiglio?"

Dany rise e lo accarezzò sotto il mento. "Sei così ansioso di tornare a duellare con qualcuno?" 

"Oh sì, mi manca la melodia delle spade mia regina."

Dany gli sorrise ancora mentre giocherellava con i peli neri della sua barba. Jon sarebbe guarito, sì, ma lei avrebbe sempre continuato ad avere paura di una sua possibile ricaduta. Pur risanati, i suoi polmoni non sarebbero mai stati gli stessi di prima. Era questo che Dany temeva.

La tubercolosi se ne sarebbe andata, ma l'ansia e la paura dei giorni dove lei aveva dominato Jon no.

In quel momento Rhaella si avvicinò e la distrasse dai suoi pensieri.

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