A Love of Spring

Fiamme sul mare

L'altalena posizionata nei giardini reali era un delizioso passatempo non solo per i bambini ma anche per gli adulti. Soprattutto per la Regina e il Re. Ogni volta che lei si sedeva su quel seggio in legno d'acero decorato da minuziosi intarsi, lui la spingeva. Allora gonne e strascichi colorati e fruscianti si alzavano nell'aria e le babbucce di Sua Grazia sfioravano i fili verdi.

Anche quel pomeriggio l'altalena oscillava al vento. Jon Snow stava spingendo Daenerys e le loro risate si perdevano nella boscaglia. Sopra di loro le verdi fronde dell'olmo donavano un riparo dalla calura pomeridiana e tutt'intorno i giardini glorificavano la Primavera. Viticci di edera si arrampicavano sui tronchi stringendo gli alberi in un soffocante abbraccio, le petunie si aprivano con i loro colori scintillanti al sole e il gorgogliare di un ruscello poco lontano faceva da sottofondo al gioco.

"Vola mia regina!" Jon la spinse ancora. Le sue mani si posarono delicatamente sulla sua schiena e Dany tornò a volare. I capelli le ricaddero in avanti come salì per poi essere sospinti verso l'alto quando arrivò al culmine. Rise, consegnando la sua risata alle nuvole e al cielo. Adorava questo gioco, adorava questi momenti, adorava quest'altalena. Le sembrava di ritornare bambina, se mai veramente bambina era stata. Una bambina che viveva un'infanzia normale, dorata, un'infanzia verdeggiante come la Primavera, contornata da alberi di limoni e porte rosse. Chiuse gli occhi e assaporò la brezza fresca sul viso. Sapeva di salsedine e di boschetti. Come tornò a tuffarsi nell'azzurro del cielo lanciò una scarpa. La calzatura sorvolò il terreno e atterrò vicino a una macchia di viole. Ora scalza a metà Dany lasciò filtrare l'aria fra le dita nel piede e ogni qualvolta il suolo le si avvicinava lei affondava quel piede nella terra scura e umida e lo lasciava solleticare dall'erba. 

Poi quel fanciullesco ondeggiare terminò e Dany si ritrovò ferma con le mani cinte alle corde e arrossate dallo stringere. Capì presto il perché di quella fermata: Jon era andato a recuperare la sua scarpa. Il suo re corse in quel praticello adornato da fiori di campo e si fermò dove delle viole si radunavano formando un semicerchio violaceo sul terreno. Recuperò la babbuccia e la ripulì, tornando poi felice verso la sua regina. Dany non si era alzata dall'altalena e perciò lui le si inginocchiò davanti.

"Posso avere l'onore di farvi calzare questa scarpa perduta mia regina?" Il suo sorriso colpì il cuore di Dany nel profondo come un dardo d'avorio. Le ricordava uno di quei principi galanti delle ballate. Jon Snow era ciò che più vi si avvicinava. Il suo re, il suo bellissimo e dolcissimo re...

"Certamente mio re." Sorridendo, Daenerys porse il piede pallido. Un soffice feltro venne a coprirlo, tornando a fare coppia con la scarpa gemella. "Come siete ben educato..."

Jon avanzò fino a che i loro visi furono talmente vicini da toccarsi. "È perché sono un Re, un sovrano. E i sovrani devono sempre essere bene educati, specialmente con le donzelle."

Dany alzò un sopracciglio con fare scherzoso. "E io sono una tua donzella?"

"Certo." Le labbra di Jon erano quasi sulle sue. Con le nocche le accarezzò la guancia. "La mia unica e sola donzella, il sole che illumina le mie giornate."

Si baciarono. Nell'atto Dany ricadde in avanti facendo sì che un verde e floreale materasso accogliesse il loro amore. La lingua di Jon lambì i suoi denti e li ricoprì di un vischioso mantello per poi tornare a lottare con la sua. Erano due trottole, le loro lingue, sempre in movimento, sempre a fondere i loro sapori in un'unica cosa. Il palato di Jon invece era un fucina, caldo e brulicante di vita, di essenze e di profumi. Le mani del suo amato le artigliarono la seta del vestito mentre lei gli prese il viso. Quando decisero di staccarsi avevano entrambi il respiro affannato.

"Ho soddisfatto la mia donzella, anzi no scusa, la mia regina?" Oh Dei, Dany avrebbe desiderato perdersi in quelle iridi grigie per sempre. Perché non poteva affondare in quei laghetti?