Mattinate tranquille

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"Papà?"

Il materasso ed il cuscino erano così morbidi e confortevoli. Jon si crogiolò nel loro calore, tirandosi la coperta fin sopra il capo. Era la sofficissima coperta rossa che stava così tanto cara a Dany, Jon avrebbe potuto riconoscere quella stoffa lanosa fra mille. Ma  quel calore non era abbastanza: ci voleva quello della sua Daenerys. Jon allungò una mano fuori dai morbidi confini della coperta e tastò il materasso alla ricerca del corpo della sua sposa. Ma la sua mano incontrò solo una fredda superficie e, per la seconda volta, una vocina squillante irruppe nel nero mondo del suo sonno.

"Papà!"

Sbattendo le palpebre, Jon aprì lentamente gli occhi. La luce accecante del mattino gli perforò le pupille e per farvici fronte dovette coprirsi gli occhi con la mano. Dopo aver invaso l'aria con un sonoro sbadiglio, Jon osservò la minuscola figura seduta dinanzi a lui. Rhaella Targaryen lo stava osservando sorridente e con un'aureola di riccioli spettinati intorno al viso. Non appena vide il suo papà sveglio, avvicinò il suo viso al suo e gli donò un tenero bacio sulla guancia.

Ma non era sola. Aemon volle fare la sua parte e cominciò ad arrampicarsi sulle gambe del padre insieme al fratellino Daeron. I due giovani principini giunsero a ritrovarsi faccia a faccia con Jon e anche loro suggellarono il loro amore figliale con dolci bacini. Jon strinse a sé i figlioletti, inspirando il loro profumo. Aemon sapeva di bucato pulito e di fiori d'arancio, Daeron di latte e borotalco.

"Sono assediato da bambini!" Esclamò ridendo. "Bambini in ogni dove!"

"Non è meraviglioso mio re?"

Eccola qui. Daenerys Targaryen sedeva su una sedia a dondolo posizionata difronte al letto ed era intenta ad allattare la piccola Alysanne. I suoi capelli argentati le ricadevano liberi sulle spalle e una spallina abbassata della camicia da notte lasciava intravedere un seno gonfio e turgido. La testolina di Alysanne, ricoperta da una delicata peluria argentea, lo copriva in parte e lo faceva fremere ad ogni poppata. Non appena incrociò gli occhi con Jon, un sorriso bianchissimo illuminò il suo viso.

"Ben svegliato Jon Snow. Hai dormito bene?"

L'intera stanza era bagnata dalla luce del mattino, una brezza leggera, satura dell'odore della salsedine e degli ulivi dei giardini, entrava di soppiatto dal balcone e il candore delle lenzuola, dei tendaggi del loro letto e dei teli coprenti le porte ad arco risaltava vivido come non mai. Jon temette di stare ancora sognando.

"Come un ghiro, almeno in quelle poche ore che sono trascorse dall'incontro con i volantiani. Hanno preso possesso dei loro alloggi?"

Dany annuì. "Aye, mio re. Spero solo che adesso non comincino a tartassarci ogni giorno con la loro richiesta. Westeros non ha bisogno di una nuova guerra, glielo abbiamo detto chiaro e tondo ieri notte."

Jon si stropicciò gli occhi e si sedette a gambe incrociate sul letto, accogliendo nelle sue mura di carne Daeron. La pelle di suo figlio era morbida come una pesca. "Non ti preoccupare di loro adesso mia bellissima regina. Piuttosto... perché non venite in questo bel lettone anche voi due. Alysanne mi sembra abbastanza sazia."

Dany gli sorrise ancor di più mentre con una mano donava minuscoli colpetti alla schiena di Alysanne. Si alzò e si sedette sul bordo del letto, attirando a sé Rhaella. La Principessa di Roccia del Drago osservò la sorellina che sonnecchiava nelle braccia della sua mamma.

"Posso prenderla in braccio?"

Dany l'accarezzò sulla testolina riccioluta e si voltò verso Jon. "Che ne dici papà? Lasciamo la piccina nelle abili mani della sua sorellona?"

"Certamente. Io mi fido della mia principessa."

Delicatamente Dany depose Alysanne nelle braccia di Rhaella, la principessa emise un piccolo sospiro di meraviglia mentre le manine e le gambette di Alysanne sfregarono contro il suo petto. Un filo di ametiste fu legato fra le iridi della maggiore e quelle della minore. Poi, con una solennità che andava oltre i suoi tre anni, Rhaella baciò la fronte della sorellina.

"È così piccola..."

"Così eri tu amore mio e così era anche Aemon."

"Io non sono piccolo!" Aemon incrociò le braccia indignato e si aggrappò al braccio di Jon. Lui pizzicò le guance pallide del suo principino per poi attirarlo nella stessa stretta che poco prima aveva attirato Daeron.

"No cucciolo, tu sei grande e diventerai ancora più grande. Un affascinante cavaliere in sella a un cavallo bianco sempre pronto a difendere le pulzelle in difficoltà."

Si stesero tutti e sei vicini e rimasero lì, immobili in un rilassante silenzio. I respiri dei piccoli si scontravano con quelli dei genitori e le loro fragranze si fondevano in una sola. A Jon pareva un attimo magico, quasi solenne. Un bussare li disturbò dopo qualche minuto. Myanna fece capolino sulla porta sorridendo. "Buongiorno Vostre Grazie, perdonate il disturbo ma fra non molto il Concilio Ristretto si riunirà e..."

Maledetto Concilio, voglio solo un giorno di pace con Dany e i bambini. Jon ascoltò la sua sposa rispondere. "Ti ringrazio Myanna, ma comunica al Concilio che oggi non ci saremo. Il Re ed io ci prendiamo un giorno di pausa."

Meravigliosa creatura tu sei Daenerys Targaryen. In quel momento Jon ne ebbe la certezza più assoluta.

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