Rabbia

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Fratello Grogyr era entrato quando Jon stava bussando alla porta del sonno. Lui aveva aperto gli occhi di scatto, sorpreso della presenza del penitente nella sua camera a quell'ora. Non che gli dispiacesse, dopotutto gli era debitore, ma il suo arrivo l'aveva colto alla sprovvista. Nessuna porta l'aveva avvisato, l'ultimo cigolare che aveva udito era stato quello dell'uscita di Dany qualche minuto prima. Allora era entrato dalla finestra, per quanto strano potesse sembrare. L'umile fratello non poteva essersi materializzato dal nulla.

"Fratello Grogyr?" Aveva domandato Jon con la voce impastata dal sonno. "Cosa ci fate qui a quest'ora?"

La risposta del mendicante era stata data con un tono di voce talmente basso che Jon si era meravigliato che fosse giunto alle sue orecchie: "Voglio far uscire il Drago che è in voi..."

E da quella frase era nata la situazione in cui Jon si stava trovando ora. Veloce come un ratto di fogna, Fratello Grogyr l'aveva afferrato per un braccio, tirato fuori dal letto e scaraventato sul pavimento. Una gelida superficie aveva accolto la schiena di Jon, il quale era ancora troppo debole per riuscire a reggersi in piedi ed era rimasto fin a quel momento avvolto da calde coperte.

"C-Cosa..." Prima che una domanda avesse potuto essere formulata, Fratello Grogyr aveva tirato fuori un bastone da chissà dove. Un bastone duro, lungo e nero. La prima sferzata era giunta a sorpresa e l'aveva colpito in mezzo alle spalle, sfondando il tessuto cenerino della sua maglia notturna e aprendogli la carne.

In questo momento preciso Jon stava urlando. Si risentì d'un tratto sul campo di battaglia, con taglienti lame tutt'intorno e il vento gelido che gli pizzicava crudelmente il volto. Giunse un'altra sferzata, netta e precisa e penetrò nella carne, cavandone sangue. Jon sentì il liquido colargli lungo la schiena e colorargli di rosso il grigio della maglia. Tentò di alzarsi ma ne ottenne un'immediata e goffa caduta in ginocchio. Il bastone lo colpì ancora, questa volta sulla spalla sinistra. Un altro incavo di sangue venne scavato, vermiglio e luccicante.

"Alzati Drago!" Esclamò Fratello Grogyr. "Che razza di Drago sei se non riesci neanche a spiccare il volo?!"

E tu con la tua frusta speri forse di farmi spuntare un paio d'ali sulla schiena? Jon era ancora molto debole, ma non di spirito. Quando il bastone di abbassò nuovamente su di lui, il suo palmo vi si strinse attorno. Cercando di allontanarlo da sé fece forza con il suo braccio e lo spinse verso Fratello Grogyr. Ma il penitente era fisicamente in vantaggio, almeno in quell'occasione. Jon era certo che se fosse stato in salute l'avrebbe subito schiacciato come uno scarafaggio. Brutalmente, Fratello Grogyr strappò via il bastone dalla mano di Jon e lo fece ricadere sulla sua schiena ad una velocità inaudita.

Nelle sue orecchie nacque un ronzio e un orlo di oscurità fu cucito ai margini del suo campo visivo. Jon ricadde sul pavimento a pancia in su, lasciandovi cadere gocce di rubino.

"CHE COSA STA SUCCEDENDO QUI?!"

Dany. Questa era la voce di Dany. Girando il capo, Jon la vide avvicinarsi precipitosamente a lui e stringerlo in un abbraccio protettivo. Come vide le sue ferite, le ametiste di Daenerys si ingigantirono come due uova. "Che cosa ti ha fatto amore mio? Cosa ti ha fatto quel..."

La frase non trovò termine in quanto la frusta fece per abbattersi anche su di lei. Con le ultime forze che gli rimanevano, Jon impedì che Dany venisse colpita.

"N-NON TOCCARE M-MIA MOGLIE!"

Come queste parole ebbero abbandonato le labbra di Jon, un'ombra bianca scattò nella stanza e si accanì su Fratello Grogyr. Spettro. Il metalupo albino azzannò la spalla del penitente, strappandovi un grosso pezzo di carne. Un fiotto di sangue prese a zampillare sul pavimento come un torrente rosso mentre Fratello Grogyr incontrava la sua fine per zampa di Spettro. Le sue grida si spensero dopo poco. Poi, docilmente e come se nulla fosse accaduto, Spettro si accoccolò sul letto e prese a pulirsi il muso sporco di sangue con la lingua.

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