Colazione a letto

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"Jon..."

La piuma solleticò il naso di Jon Snow accompagnata dal trillo della risata di Daenerys. Sdraiandosi sul materasso e appoggiando il viso su una mano, Dany osservò sorridente il suo ancora addormentato consorte. Da fuori giungeva il rumore delle onde che si infrangevano contro gli alti e aguzzi scogli di Pyke.

Ancora la piuma sfregò contro la pelle contornata da baffi di Jon. "Aegon... sveglia, è mattina."

La coperta che lei gli aveva posato sulle spalle la sera prima nel tentativo di farlo smettere di tremare era ancora lì, nella sua sfolgorante lana rossa, e stringeva il suo amato in un morbido abbraccio spiccando vivida sotto le candide lenzuola. La luce mattutina inondava Jon e la sua figura che continuava a emettere calmi e regolari respiri.

Dany ritentò un'altra volta con la sua minuscola e piumata arma. "Svegliati dormiglione, ho una voglia matta di ricoprirti di baci..."

Questa volta Jon Snow rispose ma lo fece attraverso un mugolio. "Mmh... Spettro... è presto per la... passeggiata..."

Spettro?! Tentando di trattenere una risata, Dany si girò verso il metalupo albino, il quale in quel momento stava sonnecchiando sul tappeto difronte al loro letto. Come il suo nome fu pronunciato da parte del suo padrone, Spettro alzò il capo e tirò fuori la lingua. Nella sfumata e calda luce del mattino i suoi occhi parevano due tizzoni ardenti. Ritornando a Jon, Dany decise di continuare la conversazione, se conversazione si poteva chiamare.

"No Jon, non sono Spettro, sono Dany e vorrei che tu aprissi quei tuoi occhietti scintillanti..."

La bocca di Jon si era riaperta ma solo per lasciare uscire un rivolo di saliva. Ormai capendo di non avere altre soluzioni, Daenerys decise di aumentare la dose di solletico con la piuma. E, questa volta, il suo desiderio si avverò.

"E-e-etciù!" Con uno starnuto Jon Snow si svegliò e aprì gli occhi di scatto. Poi, non appena incrociò lo sguardo violetto della moglie, uno smagliante sorriso fece la sua comparsa sul suo volto ancora mezzo addormentato. "Ma che... avresti potuto svegliarmi normalmente amore mio..."

"Così è più divertente. Ma devo dedurre che il mio modo di destare il mio re la mattina non lo aggrada?"

"Oh invece mi aggrada moltissimo mia regina, vi prego di fare così ogni mattina."

Un bacio sigillò il loro amore. Un bacio piccolo e intimo che non appena terminò diede l'occasione alle mani di Dany di salire a esplorare il riccioluto e scompigliato capo di Jon. Ciocche corvine si attorcigliarono intorno alle sue dita come degli scuri viticci di edera. Lei ci giocherellò per un po' prima che le sue mani scendessero a incorniciare le guance del suo Jon. 

"Stanotte ho potuto constatare che nessun incubo ha turbato il tuo sonno, hai dormito come un angioletto."

A quell'affermazione del rosso vivace fu spruzzato sul volto di Jon e lo illuminò in un modo che Dany trovò adorabile. Lo baciò ancora, assaporando la ruvidezza di quelle labbra nordiche. Quando si staccarono Jon le scoccò uno sguardo così malizioso che Daenerys si sentì avvampare sotto il lino della sua camicia da notte. Gli cinse il collo con le braccia e posò il viso sulla sua spalla, deliziandosi quando i muscoli del suo amato si mossero sotto la pelle morbida della sua guancia. 

"Ho sognato una bellissima donna con la luce della luna sui capelli e la brezza invernale sui seni, mi sono svegliato e ho scoperto che lei esisteva veramente e che era al mio fianco."

"Ed ecco che ritorna la tua vena poetica..."

La risata di Jon le rimbombò nelle orecchie, carica di vita e di amore. "Non ci posso fare nulla, succede questo quando tu sei nei paraggi."

Dany emise una piccola risata prima di baciare la mascella di Jon. Le sue mani scesero ad accarezzare i suoi pettorali e si soffermarono sulle sue cicatrici. Fiori purpurei erano sbocciati sulla pelle pallida di Jon dopo essere stati innaffiati con delle gelide lame. Posando le dita su quello squarcio rimarginato Dany poteva sentire il cuore di Jon battere. 

Abbiamo entrambi delle cicatrici di un passato buio. Entrambi erano stati colpiti ed entrambi si erano rialzati, perché erano draghi. Erano creature alla stregua del mito, essere che incendiavano il cielo con i loro respiri di fuoco. Ci voleva di più di qualche coltello per farli smettere di volare. I draghi si godettero il silenzio stretti nel loro abbraccio fino a quando un borbottio non li disturbò. 

Dany rise. "Vedo che qualcuno qui ha fame..."

Jon annuì e allora lei si alzò dal letto e si diresse verso la porta. "Bene, perché ho qui qualcosa che al mio re piacerà moltissimo."

"Una bella colazione?"

"Una bella colazione a letto." Non appena Daenerys ebbe detto ciò due servitori recanti vassoi di legno portatili entrarono. Uno squisito aroma invase la stanza e fece venire l'acquolina in bocca ai presenti. Uova fritte, pane appena sfornato e pesciolini abbrustoliti facevano la loro bella comparsa sul legno lucido. I servi se ne andarono e lasciarono i loro sovrani con un frugale e bel pasto per cominciare la giornata. 

"Che ne pensa il mio re?"

"Penso che non so come farò a smaltire tutto questo ben degli Dei..."

Iniziarono a mangiare. Il pane riscaldava lo stomaco e i pesciolini erano tipici delle Isole di Ferro. Oltre a quello vi erano una gustosa pancetta e una ciotola di latte caldo. E due allegri principini.

"Mamma! Papà!"

Rhaella e Aemon si fiondarono sul letto dei loro genitori, interrompendo la colazione ma ricevendo in cambio affettuose carezze. Rhaella si accoccolò contro il torace di Jon, mentre Aemon si strinse attornò alle braccia della sua mamma. Il piccolo principe allungò un dito verso il ventre di Dany.

"Drago." Disse profondamente. Di sicuro per lui un drago dimorava veramente dentro la sua mamma. 

Daenerys e Jon risero al unisono mentre osservarono i loro piccoli spiluccare qualche boccone della loro colazione dai vassoi. La mano di Dany vagò fra gli argentei capelli di Aemon. Erano di un argento brillante quanto il suo, raggi di luna rimasti impigliati nella capigliatura. Appoggiò la guancia sulla spalla di Jon e sospirò felice ammirando i suoi cuccioli giocare fra di loro. Rhaella e Aemon erano legatissimi, due compagni di giochi unici al mondo. Si chiese se lo sarebbero stati anche con il fratellino in arrivo.

Loro ti ameranno piccolo mio. Si posò una mano sul ventre e percepì il bambino muoversi in esso, scalciando con i suoi piedini piccoli come semini. Così come ti amiamo di già io e il tuo papà.


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