Serate importanti

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Nessuna sala di Roccia del Drago era tanto capiente da poter ospitare i numerosissimi ospiti accorsi all'incoronazione, perciò il banchetto celebrativo si sarebbe tenuto all'esterno, nei giardini che per l'occasione era stato decorati con colorate lanterne di carta e lunghe tavolate ricoperte da tovaglie damascate. Una radura era stata adibita a pista da ballo e liberata accuratamente a qualsiasi pietra che avrebbe potuto recar fastidio ai nobili piedi degli invitati. Quando la coppia imperiale prese il suo posto sulla piana rialzata che era stata destinata loro, il festeggiamento potè avere inizio. Nel cielo, il sole si era fatto strada fra le nubi e stava scrutando ora ogni cosa dal suo seggio di fuoco. Prima che il pranzo venisse servito, un ridente gruppo di menestrelli si esibì in alcune ballate celebri. Il suono di liuti, arpe e salteri allietò l'atmosfera, diffondendosi fra il vociare dei conviviali.

Gli occhi di Jon vagarono per l'ambiente. Enormi bracieri erano stati allestiti aldilà del caos dei tavoli, garzoni dalle braccia muscolose giravano e rigiravano grossi cinghiali sullo spiedo. La carne delle belve si arrossava e cuoceva e il grasso colava giù fino a raggrumarsi in ciotolette di bronzo poste ai lati delle braci. Altri fuochi e vapori fuoriuscivano dalle cucine, rendendo la giornata ancor più afosa. Per Jon il caldo torrido del Sud sarebbe sempre stato difficile da sopportare, quello di Essos si era rivelato quasi impossibile, e perciò non invidiava per nulla i cuochi, i servi e garzoni che in quel momento stavano spendendo energie nelle cucine. Lì dentro doveva essere un vero e proprio inferno, con fiamme che avvampano dai forni e dal camino mentre le carni arrostivano, i vini fermentavano e coltelli, cucchiai e mestoli passavano di mano in mano per triturare, assaggiare e mescolare.

Giusto pochi giorni prima, Jon era sceso per controllare i preparativi in corso e non si era stupito dell'attività frenetica che animava le cucine. Sfamare un così elevato numero di persone richiedeva energia e duro lavoro dopotutto. La cosa che gli era rimasta più impressa era stata la gigantesca padella che due giovinetti coi petti scarni madidi di sudore continuavano ad agitare sulle fiamme, facendo così saltare degli invitanti bocconcini ripieni di carne di maiale, che poi ricadevano sulla superficie ustionante dell'utensile con un tripudio di scintillanti gocce d'olio. Jon sarebbe rimasto lì ad ammirare per tutto il giorno quello spettacolo di capriole, ma ben presto l'aria fumosa delle cucine era diventata soffocante e Jon era dovuto andare via.

La risata della sua Dany lo risvegliò dall'incantesimo e allora fece viaggiare il suo sguardo su altro. I bambini sedevano accanto a loro, splendidi nei loro abitini di corte neri e rossi e, per adesso, si stavano comportando abbastanza bene. Rhaella e Aemon osservavano incuriositi quel mondo fastoso che poche volte avevano incontrato nella loro semplice e breve vita mentre i gemellini non si stavano curando di nulla e si ciucciavano beati le dita, ricoprendole di saliva. Non sapevano quanto fossero fortunati a non portare sul capo nessuna corona. Ora grazie al cielo la testa di Jon era libera, ma poco prima, quando la corona imperiale aveva cinto la sua fronte il suo collo aveva dovuto lottare per non spezzarsi. La corona pesava come un macigno, se non di più. Si era chiesto come Dany fosse riuscita a resistervi.

"Tutto bene mio piccolo draghetto di neve?" Quali dolci parole.

La mano di Daenerys Targaryen si posò sulla sua, stringendola. Jon alzò lo sguardo e incrociò due occhi violetti velati da una sottile patina di preoccupazione. Sorridendole, Jon la scacciò. Le fece il baciamano. "Tutto bene mia imperatrice, tu ti stai divertendo? Jaehaerys sta bene?"

"Sì." Il modo in cui le guance di Dany si spostavano per lasciare spazio a un sorriso gli faceva andare ogni volta il cervello in pappa. Il suo amore si accarezzò il grembo. "La giornata è bellissima e Jae è tranquillissimo. E io che pensavo che quello cerimonia non avesse mai fine!"

"Invece è finita mia imperatrice celeste e presto anche questa giornata finirà. Se ti sentirai stanca potrai ritirarti prima, d'accordo?"

"D'accordo amore mio."

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