L'inizio del viaggio

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E fu così che tre giorni dopo i sovrani dei Sette Regni si prepararono per partire per quel viaggio che li avrebbe portati a visitare ogni angolo del loro dominio. Fu deciso che la famiglia reale avrebbe raggiunto le mete prefissate volando  sui dorsi dei draghi mentre il resto della corte sarebbe giunto in seguito in quanto era impossibile stare al passo con un drago.

La mattina della partenza il cortile interno della Fortezza Rossa era un focolare di carrozze, cavalli, scudieri e servi che si affaccendavano di quà e di là per soddisfare le ultime richieste dei loro signori. I vessilli spiccavano nitidi con i loro infiniti colori nelle mani dei vessilliferi che avrebbero marciato accanto ai carri per annunciare l'arrivo dei lord a cui erano fedeli. Ma erano i draghi a essere i veri protagonisti. Drogon e Rhaegal aspettavano i loro cavalcatori sostando sulle mura del castello. Le loro squame scintillavano alla luce dell'alba dando l'impressione che le due creature fossero rivestite di onice e di smeraldo. Alle volte aprivano le ali e con le loro ampiezze riuscivano ad abbracciare la distanza che correva fra due torri.

Poi, quando videro Jon e Daenerys scendere gli scalini insieme ai principini, ruggirono di gioia e spiccarono il volo verso di loro. I cortigiani dovettero spostarsi alla velocità della luce per non finire schiacciati sotto le zampe dei due draghi. Rhaegal mosse il muso verso Jon e lo sfregò contro il suo petto, voglioso di carezze. Dalle narici uscirono due anelli di fumo che salirono lentamente verso l'alto fino a scomparire nell'aria mattutina.

"Ciao bello, sono felice anch'io di vederti..." Jon rispose con una pacca sul muso del drago. Aveva solamente un braccio libero in quanto con l'altro stringeva un'addormentata Rhaella. La Principessa di Roccia del Drago stava sbavando sulla sua spalla mentre i suoi riccioli neri le si riversavano sulla schiena come una cascata. Era stata svegliata poco prima insieme al fratellino ma era riuscita solamente a rimanere sveglia mentre veniva vestita. Quando poi Jon l'aveva presa fra le braccia era ritornata subito nel mondo dei sogni. Le sue manine cascavano contro il petto di Jon dondolando ad ogni movimento.

"Adesso viaggerai su un drago mia principessa." Disse Jon prima di baciare i capelli della figlia. I profumi del bagno della sera precedente, bergamotto e mandorla, li permanevano ancora. Gettò un'occhiata a Dany che era già montata su Drogon con Aemon bene stretto a sè. Gli aveva promesso di volare basso per la sicurezza sua, dei bambini e del piccolo nel suo grembo.

Salendo dalle ali di Rhaegal Jon prese posto sul suo dorso. Si assicurò che Rhaella fosse ben posizionata prima di ordinare al drago di alzarsi in volo.

"Söves."

Le ali di Rhaegal sbatterono e onde di polvere si sollevarono dal suolo. Giusto il tempo di uno schiocco e il cielo incontrò Jon Snow e Rhaella Targaryen. Un cielo dove il rosa e l'arancione dell'alba si fondevano con gli ultimi rimasugli blu della notte. Ciò che ne scaturiva era un acquarello, uno sfondo quasi surreale. A Jon, per qualche recondito motivo dell'animo, piaceva pensare che fosse lo strascico dell'abito di una fata, come quelle che Dany raccontava ai bambini per farli addormentare. Una fata che vestiva di broccato e di ciniglia e il cui sorriso faceva nascere ogni giorno il sole. E, nella sua mente, quella fata aveva le sembianze di Daenerys, con le lacrime della luna per capelli e le ametiste di una fonte vergine per occhi. La sua Dany, la sua regina dalla bellezza eterea...

Piantala adesso, pensa a volare verso Dorne, verso i Giardini dell'Acqua, non fare il ragazzino acerbo e innamorato. Giusto, doveva pensare ad arrivare alla prima meta del loro viaggio: Dorne.





Sorpassarono le Terre della Tempesta in meno di un'ora. Sotto di loro le colline ondulate e i pascoli verdeggianti delle Terre della Corona cedettero ben presto il posto a coste pietrose e fitte foreste. Videro Capo Tempesta e la sua unica e solitaria torre a tamburo, videro uno spicchio dell'Altopiano, lussureggiante e fertile di frutti, e, dopo un'altra ora, le Montagne Rosse di Dorne apparvero dinanzi ai loro occhi. La sabbia rossa che ricopriva le sue cime faceva sì che la catena montuosa spiccasse contro l'azzurro come una ferita sanguinante. Sulla sommità persisteva della poca neve ma presto, con l'arrivo dell'Estate, essa si sarebbe sciolta soccombendo al torrido clima dorniano. Le creste frastagliate tagliavano il cielo.

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