Ebrezza

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Era iniziato tutto con un bacio.

Un bacio piccolo, delicato, donato di sfuggita sulla spalla di Daenerys mentre lei osservava Jaehaerys dormire beato. Ma quel minuscolo ed insignificante gesto era stata la scintilla che aveva appiccato l'incendio. I baci si erano moltiplicati sulle pelli di entrambi, bollenti, focosi, ustionanti marchi rossi come il fuoco e, ben presto, i vestiti erano stati abbandonati in un angolo remoto della stanza.

Jon perdeva la testa per il corpo nudo di Dany. Era qualcosa di unico, speciale, qualcosa di divino. Era un corpo perfetto. I suoi seni erano due lievi colline imbiancate di neve, il suo sesso una fonte dalla quale sgorgavano mirra e acqua vergine. Benché per cinque volte la vita fosse maturata nel suo grembo, Dany era sottile come un giunco, bellissima e pallida come il riflesso della luna sulle sponde di un fiume. Le dita di Jon percorsero la curva del suo mento e i suoi occhi divorarono quel nastro di soffice raso rosso che erano le labbra di lei. Una voglia irrefrenabile di sciogliere quel nastro gli fece prudere le braccia. Lo fece.

E mentre la sua lingua si ubriacava dell'oriente nascosto nel palato della sua sposa, la sua mano colse i gigli che si innalzavano lattei e maestosi nel triangolare campo poco più in basso. Esso però era solo l'accesso al castello delle meraviglie. Un cancello di tormalina ne segnava l'entrata con due battenti scintillanti. Jon li oltrepassò e infilò la chiave nella fessura. Mai suono fu più dolce alle sue orecchie del mormorio eccitato che emise Daenerys Targaryen a quel tocco. Un fremito la sconvolse tutta, costringendola a retrocedere sulle finissime lenzuola di lino. Jon l'adornò di baci sui seni, sulle cosce, sulle braccia, sulle fronte e sulle guance. Ovunque le sue labbra si posassero, la fragranza dell'incenso gli giungeva alle narici, inebriandogli i sensi come il migliore degli afrodisiaci.

Dany sapeva di oriente. Dany era l'oriente. Dany era il fuoco. Caldo, irrequieto e giocondo, il fuoco si agghindava di rubini e si nutriva della legna. Ora Jon in questo momento era impegnato ad attizzare ancora di più la fiamma. Voleva che la fiamma di Daenerys si propagasse fino a incenerirgli il cuore, voleva che esso pulsasse di luce e di calore. Dany poteva infonderglielo. Dany poteva rendere l'impossibile possibile.

Assaggiarsi l'un l'altro era sempre un'esperienza nuova, mistica, misteriosa come la piena luna estiva. E ogni volta che le loro carni si fondevano in una, Jon avrebbe desiderato che dal cielo piovessero rose, zaffiri, diamanti e smeraldi per la sua regina. Per la sua Imperatrice. Per la sua Khaleesi. Erano questi farfugli di un pazzo? Sì, di un pazzo d'amore. Mai con non nessuna donna prima di allora Jon Snow si era mai sentito così vivo, così in pace, così... a casa. Dany era la sua casa, lo era sempre stata. Dany era Grande Inverno, la Barriera, la Fortezza Rossa e Roccia del Drago. Dany era il suo appiglio sicuro, il suo scrigno intarsiato d'oro, la dolcezza che mai aveva sperimentato nella vita. Sì, Jon Snow era saturo di lei, aveva bisogno di Daenerys Targaryen così come dell'aria che respirava. Malediva ogni giorno quel pugnale e quel nano infame, ma il sorriso del suo amore e le risate dei suoi figli provvedevano sempre a scacciarli.

Dany si aggrappò al suo collo, le sue unghie graffiarono come gli artigli di un drago. Le labbra di lei si congiunsero a quelle di lui, grappoli traboccanti un vino dolce, inebriante, il vino dell'amore. Una sorsata, poi una seconda e una terza. Dany era una vigna verde e lussureggiante dove Jon poteva dissetarsi perennemente. La mano libera di lei riportò l'uccello al suo nido, l'ape alla sua rosa.

"Ti amo." Nessuna arpa sarebbe potuta essere più melodiosa della sua voce, neppure un'arpa dalle corde d'argento. "Ti amo, mio piccolo Jon Snow... non immagini quanto..."

La notte era gravida di stelle, gli alberi carichi di frutti polposi e il mare era una distesa di velluto cobalto. Jon avrebbe portato tutto l'oro e tutto l'argento del mondo ai piedi della sua regina solo per realizzare una corona che fosse degna del suo splendore. "Io ti amo più della mia vita stessa, io vivo per te e per i nostri figli Daenerys Targaryen."

La notte, le rose, la seta e l'incenso li racchiusero nel loro mistero.

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