Animi bollenti

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"Mi vuoi ascoltare?! È giusto così!"

"No! Non è giusto così!"

"Invece sì!"

"No!"

Le teste dei membri del Concilio Ristretto si muovevano continuamente a destra e sinistra seguendo le voci dei loro sovrani. A ogni parola di Daenerys in merito a quel, così pareva, spinoso argomento seguiva un'immediata risposta di Jon. Tutti loro erano stupiti di come l'aria nella stanza si fosse improvvisamente surriscalda.

"Perché vuoi riallacciare i rapporti con quell'idiota? Pensavo che se ne fosse andato dalle nostre vite!" Jon posò le mani sullo schienale di una sedia.

Dany sospirò profondamente per cercare di calmarsi. Il drago non si doveva svegliare adesso... ma se Jon continuava a contrariarla! Perché diamine non la capiva?!

"Te lo già spiegato: Daario ha siglato un accordo commerciale con noi. Meereen è prospera ora e intrattenere rapporti con lei potrebbe portare beneficio nelle casse dello stato! Quando avevamo Bronn come Maestro del Conio era un totale disastro! Non ne sapeva niente di economia!"

Il mercenario era stato assolto dal suo incarico lune prima su decisione sia di Dany che di Jon. Si erano entrambi chiesti a chi diavolo fosse venuta in mente l'idea di nominare un mercenario come Maestro del Conio.

"Ma se vi sono dei rapporti lui potrebbe venire e quindi venire anche qui! Da te! Non posso permettere che questo tizio rientri ancora una volta nelle nostre vite..."

Ma che stava dicendo?! Questa conversazione stava mettendo a dura prova i nervi di Dany. Molto a dura prova.

"Jon basta fare il geloso davanti a tutti! Sembri un bambino!"

"Non sembro un bambino! Sto solo cercando di difenderti da quello stupido!"

Dany in seguito non seppe dire come quelle parole le fossero uscite dalla labbra. Sembravano quasi averlo fatto di propria volontà, senza che lei le pensasse.

"Almeno lui non mi ha trafitto il cuore con un pugnale!"

Si maledisse subito non appena le ebbe pronunciate, ma era troppo tardi per tornare indietro. Quelle undici parole avevano già colpito Jon nel profondo e il silenzio che seguì, unito a un liquido e triste sguardo grigio, lo confermò.

Dany si portò le mani alla bocca nel disperato tentativo di non far uscire più nulla che potesse ferire ulteriormente Jon. Davanti a loro i membri del Concilio Ristretto li guardavano ammutoliti.

"Jon io... non volevo... credimi io non..."

"Non fa niente Daenerys." Era la prima volta da secoli che la chiamava con il suo nome completo e non Dany. "Hai ragione lui non ha... lui non si è macchiato di tradimento."

Distolse lo sguardo da lei e lo rivolse alla porta. Di colpo, la voce di Jon si era calmata ma una sottile patina lucida aveva avvolto le sue iridi grigie e solo a quella vista Dany sentì il suo cuore sprofondare in un mare di tristezza e di vergogna.

"Scusatemi signori." Disse lui agli altri presenti. "Vorrei concedarmi."

E non appena i fidati consiglieri si furono alzati dai loro posti salutandolo con tanti: "Vostra Grazia." , Jon Snow uscì a passi rapidi dalla Sala del Concilio Ristretto.





E decise di andarsene a farsi un giro in città, per calmarsi. Cercando di trattenere le lacrime Jon uscì più velocemente che potè dalla Fortezza Rossa e al suo passaggio due Immacolati colpirono il suolo con le loro lance in segno di saluto.

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