Carezze e tenerezze

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Lei era l'unica luce in quel mare di tenebre. I suoi capelli aleggiavano nell'aria, bianchi come la luna, e la sua pelle era pallidissima come l'avorio. Persino il suo lungo vestito era bianco. Daenerys Targaryen era una creatura di neve e di marmo.

Ma qualcosa stonava in quella mistica visione. Una chiazza di sangue sul petto, rossa e vivida. Una chiazza di sangue che fece quasi sentire male Jon non appena la vide.

"Dany... c-cosa..." Rabbrivida anche se non vi era freddo. "C-Che cosa..."

Gli occhi di Daenerys erano due pozzi bui senza fondo. "Sono morta Jon Snow, morta e mai risorta. Drogon non mi ha mai trasportato a Volantis, ma a Valyria, nella terra dei miei avi. Ha vegliato sul mio corpo fino a quando i vermi non hanno divorato il mio grembo e gli insetti i miei occhi. Fino a quando di me non era rimasto nulla se non la polvere. Allora se n'è andato, senza più una madre per colpa tua."

Jon sentì le lacrime affiorargli agli occhi. Avrebbe voluto stringerla a sé, baciarla, rimanere con lei per millenni. Ma non potè fare nulla di tutto questo.

La macchia di sangue cominciò ad allargarsi e gli occhi di Dany cominciarono a lacrimare il liquido rosso. Lei spalancò la bocca e in poco tempo il sangue cominciò ad allagarle il palato, a gocciolarle lungo i capelli, a scenderle lungo le pieghe dell'abito candido fino a che una pozza rossa non fu presente ai suoi piedi.

E Daenerys rideva, rideva e rideva. Rideva e spalancava le braccia, rideva e veniva scossa tutta da un fremito, rideva e scompariva nel buio, come trasportata da un vento invisibile.

Come se fosse stata fatta di polvere.





"Jon! Jon svegliati!"

Dany lo scosse con forza e quando gli occhi grigi del suo amato si spalancarono alla fiammella della candela potè tirare un sospiro di sollievo. Jon stava tremando e lei si affrettò a coprirlo bene con la coperta.

"Stai calmo, hai soltanto avuto un incubo."

Gli scostò teneramente una ciocca scura dalla fronte, mormorandogli frasi dolci per calmarlo. Poggiò la candela sul comodino e tornò a guardarlo, tremante e impallidito nella sua paura. Le ricordava un pulcino appena uscito dall'uovo.

"D-Dany... e se... e se tu n-non fossi mai risorta? E se Drogon n-non ti avesse trasportato a Volantis da Kinvara... i-io..."

I rimasugli dell'incubo non lo volevano abbandonare, ma Dany era decisa a far sì che lo facessero. Lo baciò sulla fronte, osservandolo poi profondamente in quelle sue iridi color della tempesta. "Perché mai dovresti soffermarti su qualcosa che non è accaduto? Io sono qui, sono ritornata alla vita come te e ti amo, ti amo infinitamente. Abbiamo entrambi capito i nostri errori e cerchiamo di guardare al futuro."

Jon deglutì. "Tu non mi odi per quello che ti ho f-f-fa..." Non riusciva a pronunciare quella parola, il dolore al ricordo era troppo in lui.

"Ssh... va tutto bene..." Portò il suo capo vicino al suo petto, vicino al suo cuore. Voleva fargli capire che lei era viva e che non era arrabbiata con lui. Era invece arrabbiata con sé stessa perché anni di lotte e sacrifici si erano dissolti quando aveva sorvolato con Drogon Approdo del Re e aveva scatenato una furia di fuoco e morte. Si era sì sentita tradita da Jon quando quel pugnale era penetrato nella sua carne ma il sapore amaro del tradimento aveva presto lasciato spazio a quello ancor più amaro della vergogna quando Rhaegar e Lyanna le avevano mostrato le sue azioni. Lei, che aveva giurato tempo addietro di versare solamente il sangue dei suoi nemici, si era ritrovata invece a versare il sangue di innocenti. A conquistare una città di cenere e di ossa e costruita su cadaveri di bambini.

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