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-Fammi scendere scemo!- Non riusciva a smettere di ridere ma continuava a colpire la schiena del ragazzo.

Lui la lasciò sul letto, lei indietreggiò sempre ridendo e Damiano la raggiunse, ringraziando che quel letto fosse matrimoniale. Altrimenti sarebbero caduti entrambi.

Damiano continuava ad avanzare, come se il suo intento fosse starle accanto il più possibile.

La fece stendere sul letto e le si mise sopra, si teneva con le ginocchia e con i gomiti, la guardava come se fosse la vera cosa importante nella sua vita.

Angelica lo guardava allo stesso modo, quando si decise ad allungarsi verso di lui e baciarlo, mise le sue braccia intorno al collo del ragazzo e lo avvicinò di più a lei, Damiano non oppose resistenza, per niente.

Dopo qualche secondo i ruoli si erano invertiti, era lui quello steso sul letto, mentre lei era seduta sul suo bacino. 

Dopo poco lui l'allontanò, con delicatezza.

-Che c'è?- Chiese la ragazza confusa.

-Non siamo pronti- Sussurrò mentre guardava altrove, forse per non dover guardare in faccia alla realtà, era la sua ragazza a non essere pronta, non lui.

Lei inizialmente non parlò, probabilmente non sapeva nemmeno cosa rispondere. Damiano con quell'affermazione l'aveva spiazzata.

Poi vide lo sguardo afflitto del ragazzo e fu in quel momento che capì.

Stava per aprire bocca, quando il suo cellulare prese a squillare, era indecisa sul rispondere, ma quando lesse il nome della madre decise che avrebbe dovuto farlo.

La telefonata durò poco, giusto il tempo di avvisarla che non sarebbero tornati a dormire, e che lei avrebbe potuto chiedere a Victoria e Nica di restare quella notte.

Angelica aveva risposto che glielo avrebbe chiesto, e lo avrebbe fatto, ma a Damiano. 

Non le importava cosa sarebbe accaduto nel corso della serata, sapeva soltanto che voleva stare con lui e chiarire quel discorso che era stato interrotto da sua madre. 

-Che succede?- Chiese il moro.

-I miei non tornano stanotte- Disse semplicemente lei, che ormai ci era abituata.

Lui annuì guardandola e sperando che gli chiedesse di restare, nonostante quello che le aveva detto voleva restare con lei, che glielo avrebbe chiesto, ma non in quel momento.

Aveva prima intenzione di farsi spiegare cosa gli fosse preso qualche istante prima, quando le aveva detto quella frase, l'aveva un po' turbata, lei non era poi così spontanea, e quella sua reazione l'aveva spiazzata.

Probabilmente aveva reagito nel modo sbagliato. Di certo lui non voleva farla sentire a disagio, anzi, ma non era riuscito nel suo intento.

Certo, la ragazza aveva fatto degli enormi passi avanti in fatto di timidezza, anche perché ormai era entrata in confidenza con Damiano, ma non si poteva dire che avesse abbattuto tutte le sue barriere, c'erano cose che ancora le procuravano diverse insicurezze, e in quel momento lui ne aveva risvegliata qualcuna.

La paura di dire o fare qualcosa di sbagliato era quella che tormentava Angelica costantemente, soprattutto se si trattava dei suoi amici e di lui, del suo amato front-man.

-So che cosa stai pensando, non è per te- Disse lui, forse avendo intuito a cosa stesse pensando la ragazza.

Lei non aprì bocca, era troppo presa da quello che aveva preso come una sorta di rifiuto, sapeva di non dover essere così insicura, ma al momento non riusciva proprio a non pensarci.

-Ange, vieni qua- Si spostò verso di lei.

-Perché?- Chiese come se avesse fatto qualcosa di male.

-Non voglio correre, onestamente non credo tu sia ancora pronta. Per me è una cosa seria- Chiarì.

-Lo è anche per me e lo sai, ma appunto è quello che pensi tu. Non puoi farmi sentire rifiutata ogni volta che cerco di abbattere qualche barriera- Disse lei quasi esasperata.

-Ma manco potemo fa tutto quello che voi perché sennò te senti rifiutata cazzo- Urlò lui di punto in bianco.

Lei rimase spiazzata per qualche attimo. 

-Lascia stare guarda- Disse lei arrabbiata.

-No, lascia stare niente. Non poi fa sempe così, dall'altra parte ce sta n'artra persona te vojo ricordà- Disse stavolta più calmo.

-Sicuro? Mi pare ci sia uno che prende decisioni e basta, senza parlare- Si alzò dal letto.

-Nun me provocà Angè, non è serata- Esclamò duro.

-Pure? Cos'è che non ti sta bene? Che stiamo insieme solo da un mese? È questo?- Cercava una spiegazione.

Damiano non rispose, non la guardò nemmeno. Guardava la porta immobile, senza muoversi e dire niente.

Angelica senza rispondere scese al piano di sotto, si sedette sul divano cercando di evitarlo il più possibile, non aveva intenzione di discutere con lui quella sera, e non lo avrebbe fatto, nonostante le carte che erano state scoperte poco prima.

Sapeva che infondo Damiano aveva ragione, non potevano fare tutto quello che le passava per la testa solo perché lei era perennemente insicura, ma allo stesso tempo si aspettava che lui potesse capirla.

Reagendo magari in modo diverso, lei provava qualcosa di forte e molto importante per il ragazzo e lo sapevano entrambi. Era pronta per il passo successivo e per quanto lui potesse essere preoccupato non poteva di certo decidere per lei.

Lui era il primo a dire che l'amore non poteva essere datato, non potevano decidere quando fare cosa, eppure era lo stesso che alla domanda di Angelica non aveva risposto.

Angelica non voleva credere al fatto che lui non la desiderasse, voleva escluderlo, anche se il pensiero la sfiorò più di una volta.

Lui non era quel tipo di persona, si era innamorato di lei, non poteva stare insieme a lei anche se in fin dei conti non la desiderava, giusto?

Proprio quando la testolina di Angelica iniziò a pensare al peggio..

INDESCRIVIBILE - Damiano David - MåneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora