-63-

1.2K 43 18
                                    

Tre giorni dopo...

-No Nica, oggi vado a ritirare le analisi, si, hanno chiamato me, non lo so-

-Tranquilla, pensa a studiare, che se ti giochi l'anno tuo padre e Vic ti ammazzano, ma certo che ti capisco, non preoccuparti, ti voglio bene anche io, ciao- Sorrise anche se l'altra non poteva vederla.

Quel pomeriggio Angelica sarebbe dovuta andare a ritirare le analisi che aveva fatto qualche giorno prima, aveva chiesto a Nica di accompagnarla, ma non poteva, per cui aveva deciso di andarci da sola, per non chiedere ancora una volta a Jacopo di farlo.

La dottoressa le aveva detto di andare a ritirare le analisi, ormai era più che  maggiorenne e non c'era bisogno che andasse sua madre a farlo, almeno era questo quello che le era stato riferito.

Uscì di casa proprio in quel momento.

-Dove credi di andare?- Che diavolo ci faceva lui lì?

-Jacopo...-

-Veronica mi ha chiamato e mi ha detto che volevi andarci da sola, in autobus per di più, ti accompagno io- Sorrise dolce il ragazzo.

-Ma non devi, posso benissimo andare da sola- Cercò di spiegare la ragazza.

-Lo so, ma dai, ti faccio compagnia, hai davvero voglia di andare in ospedale da sola?- Alzò un sopracciglio.

-Va bene, hai ragione, non ho nessuna voglia di andarci da sola- Sorrise la ragazza, salendo in macchina.

Dopo qualche minuto di silenzio fra i due, cosa insolita, poiché Jacopo aveva sempre la battuta pronta, come suo fratello e Angelica lo prendeva sempre in giro, lei prese parola.

-Con Alice, alla fine hai risolto?- Chiese guardandolo.

-Più o meno, dice di non essere sicura di voler stare con me- Sbuffò lui esasperato.

-Siete tutte così?- Disse battendo una mano sul volante.

-O forse sono i David ad essere strani- Gli ricordò, anche se non esplicitamente le parole che Damiano le aveva rivolto prima di partire.

-Può essere, non saprei dirtelo- Sorrise poggiando una mano sulla gamba della ragazza, cercando di darle un po' di conforto.

-Perché non ci parli? Lo so che ti manca e che sei anche arrabbiata, ma è passato tanto tempo, quasi due mesi- Disse il ragazzo

-No, Po... stavolta è diverso, lui non mi ama e lo ha detto esplicitamente, senza giri di parole- Lo guardò.

-E tu gli credi sul serio?- Disse, stavolta si era arrabbiato, non capiva i modi di fare della ragazza.

-Me lo ha detto guardandomi negli occhi- Disse decisa.

Sulle prime non disse niente, non era d'accordo con il discorso che le aveva fatto la ragazza, tanto meglio per lui se fosse riuscito a dimenticarla ed andare avanti.

Arrivarono dopo mezz'oretta di traffico in ospedale, Angelica non aveva avvisato sua madre, che aveva smontato da poco da lavoro, e stava quindi dormendo.

Le aveva solo lasciato un bigliettino dicendole che sarebbe uscita per un po'.

Non sapeva nemmeno lei perché le aveva mentito, semplicemente non aveva voglia di svegliarla, sicuramente avrebbe voluto accompagnare la figlia in ospedale.

-Salve, sono Angelica Di Francesco, devo ritirare delle analisi del sangue- Disse la giovane ragazza alla receptionist dell'accettazione.

-Si, sei maggiorenne? Mi dai la carta d'identità e mi firmi questi fogli per favore?- Chiese la donna.

Angelica le porse il documento e accettò la penna offerta dalla donna, per poter firmare quei fogli, lesse velocemente di cosa si trattava e firmò.

-Bene, secondo piano laboratorio dodici- Sorrise.

-La dottoressa Roberti ti sta aspettando- Disse l'altra dietro di lei con un telefono in mano.

I due ragazzi ringraziarono e si avviarono agli ascensori.

-Poi un giorno mi spiegherai la fissa di tua madre per le analisi del sangue- Rise il ragazzo.

-Ah no, chiedilo a lei, ci ho rinunciato a dieci anni, quando mi disse, per l'ennesima volta che era per sicurezza- Rise anche lei.

-Mica male dai- La prese in giro.

-Ti prego, per tutte le volte in cui ho fatto le analisi penso abbiano estratto in totale almeno venti litri- Rise ancora poggiandosi alla parete dell'ascensore.

-Sei fortunata, almeno non hai paura degli aghi, Alice si, è terrorizzata- Rise.

-Credimi, anche se l'avessi avuta mia madre me l'avrebbe fatta passare- Lo guardò e si sentiva bene, finalmente pensava ad altro.

-Giusto- Lui la condusse con una mano sulla schiena fuori dall'ascensore.

Arrivarono al piano e bussarono alla porta, stavolta sarebbe entrato anche Jacopo, la dottoressa gli aveva detto di entrare insieme alla ragazza.

La sua faccia non prometteva nulla di buono, passava lo sguardo da quei fogli alla figura della ragazza, che iniziò a chiedersi se c'era qualcosa che non andava.

-Angelica sarò chiara, ho dato un'occhiata alle analisi, c'è qualcosa che non mi torna, ci sono dei valori alterati e... altri totalmente sballati. Quindi riflettendoci ho pensato di tenerti un po' qui, sotto osservazione e fare altri accertamenti- Disse la donna dopo i soliti convenevoli.

Ma la ragazza si rese conto che c'era ancora qualcosa sotto, che la dottoressa non le aveva detto, sperava seriamente non qualcosa di brutto, perché stava già pensando al peggio.

INDESCRIVIBILE - Damiano David - MåneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora