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Dicono che tutte le cose belle prima o poi finiscono, Angelica e Damiano erano la prova vivente che non era sempre così, c'è sempre l'eccezione che conferma la regola e loro lo erano.

Sono passati cinque anni dal loro primo bacio, Nicole aveva compiuto appena tre anni ed era praticamente l'orgoglio di tutti.

Damiano e Angelica non potevano essere più felici di così.

I loro amici erano sempre accanto a loro, soprattutto nei momenti del bisogno, Jacopo e Alice si erano ormai sposati e Veronica era stata bocciata all'ultimo anno di scuola, ma quello era solo un piccolo dettaglio.

Si vedevano sempre più spesso tutti insieme e nonostante dovessero allontanarsi per i concerti e i vari firma copie dei dischi che avevano pubblicato erano davvero felici di avere una nipotina come Nicole.

-Mamma domani vado con zia Vic al centro commerciale- Disse scendendo le scale.

Angelica scoppiò a ridere quando la vide con un paio di occhiali di Damiano che le stavano giganti.

-Si amore, zia Vic mi ha chiamata prima per avvisarmi-

-Però mi veste papà. Perché tu sei sfigata- Angelica strabuzzò gli occhi.

-Chi ti ha insegnato quella parola?- La prima persona che le venne in mente era Victoria... ma poi ci pensò su e la faccia di Damiano le piombò in testa.

-Papà, ma non lo sgridare, mi aveva detto che se te lo dicevo ti arrabbiavi-

-Non preoccuparti amore, non gli dico nulla- Ma gliela faccio pagare però, pensò la ragazza.

La bambina andò nella stanza dei giochi che Damiano aveva attrezzato con tutte le cose che piacevano alla sua piccola.

Angelica si assicurò che fosse andata via prima di avvicinarsi al divano, dove lui stava guardando la partita della Roma ignaro di quello che gli sarebbe accaduto qualche minuto più tardi.

Angelica si piazzò davanti al televisore.

-Amò sei bellissima, to giuro ma se n'te levi n'vedo n'cazzo però- Si spostò sull'altro lato del divano per vedere meglio.

-Che razza di termini insegni a tua figlia?- Incrociò le braccia al petto.

Lui la guardò stranito, come se non avesse afferrato quello che le stava dicendo Angelica.

-Non ho fatto niente stavorta- 

-E allora perché mia figlia è venuta a dirmi che domani devi vestirla tu perché io sono una sfigata?- Damiano scoppiò in una grossa risata.

-Colpa mia- disse fra le risate.

-Eh ce mancherebbe, lo so che è colpa tua- Disse nervosa.

-Dai amò stavamo a scherzà- Si alzò tirando per le braccia la sua ragazza.

Che finì dritta seduta sulle gambe di lui, che la teneva per la schiena, mentre lei incrociava le gambe dietro la schiena di Damiano. E gli tirò uno schiaffo sulla spalla.

Lui gli baciò le labbra imbronciate. Facendo finta di non essersi accorto dell'affronto che gli stava facendo la ragazza.

-Guarda che ti lascio se non la pianti di insegnarle ste cose- 

-Ahia, questa è tosta- Disse alzandole il mento, sempre ridendo.

-Lo faccio davvero eh- Disse lei, che stava iniziando a divertirsi.

-Me sto a perde a partita de' 'a Roma pe sta co' te, il minimo che poi fa è fare l'amore con me anche stanotte- Le sorrise, non c'era niente di malizioso nel suo tono, semplicemente desiderava da morire passare la notte a contatto con la pelle nuda di quella che ormai era la sua donna.

INDESCRIVIBILE - Damiano David - MåneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora