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-Ce ne andiamo- Stava andando contro ogni suo principio, aveva messo l'anima in quella festa, ma era pur vero che era finita, o quasi, mancava la torta.

-In che senso?- Rise lei.

-Avvisa i tuoi che dormi fuori- Disse solo.

La ragazza era confusa, ma fece quello che Damiano le chiese.

Cercò per la sala i suoi genitori, li vide, non si curò del fatto che stessero parlando con qualcuno.

-Mamma, stanotte dormo fuori- Disse

-Dove dormi? Da Victoria?- Chiese sua madre.

-Si, si, da Vic- Sorrise lei cercando di mascherare la bugia che aveva appena detto.

-Va bene, le chiavi di casa le hai, mi raccomando, domani non tornare tardi che vogliamo stare un po' con te- Sorrise suo padre intervenendo.

Le annuì e fece per andare via quando venne presa per un braccio e fermata, mentre stava per raggiungere Damiano.

-Possiamo parlare?- Era l'ultima persona con cui avrebbe voluto parlare quella sera.

Era ancora il suo compleanno, erano le 23.19 e non voleva rovinarsi quegli ultimi 41 minuti che le restavano per festeggiare.

-Giancarlo, non adesso- la madre intervenne.

La ragazza ritirò il braccio.

-Non mi toccare-

-Ti prego, non ti vedo da undici anni- Sorrise debolmente. Come se quella potesse essere una scusa sufficiente.

-Come se fosse mia la colpa- Provava ad essere il più forte possibile, anche se quella situazione le stava stretta.

-Sono tuo zio, che tu lo voglia o meno e devi portarmi rispetto- Disse.

-Questo purtroppo non posso cambiarlo, ma posso decidere di evitarti per il reso della mia vita, anzi, non so nemmeno cosa tu ci faccia qui. E ti prego non venirmi a parlare di rispetto proprio tu- Negli occhi della ragazza c'era rancore, rabbia, ma anche tanta tristezza.

Non era facile trattare suo zio in quel modo, anche se lo meritava.

-Sono passati tanti anni, potresti almeno ascoltarlo- Disse la donna al suo fianco.

Era, molto simile alla ragazza con cui aveva parlato prima, dedusse quindi, fosse la madre.

La guardò facendo una risata isterica, come si permetteva di dirle cosa fare se non la conosceva nemmeno?

Con quale diritto metteva bocca in una situazione che non conosceva nemmeno?

-Scusa e tu chi saresti per dirmi cosa devo fare con la mia famiglia?- Rise acida, le restava poco tempo prima di scoppiare a piangere davanti a tutti per il nervoso.

Sua madre la guardò, comprensiva, avrebbe sicuramente voluto dirle che non era quello il modo di parlare, ma sapeva cosa significasse per lei quell'uomo.

Non voleva che sua figlia dovesse parlare con lui, ma non aveva nemmeno il coraggio di interrompere quella conversazione.

-Portale rispetto, è la mia compagna- Suo zio fece la cosa che sapeva fare meglio, mettere al primo posto i suoi interessi, di qualunque natura questi fossero.

La ragazza si fece una grossa risata, era troppo nevosa per portare avanti quella conversazione. Avrebbe solo voluto prenderlo a schiaffi.

-Amò andia...scusate, ho interrotto qualcosa?- Damiano.. non sapeva se essere sollevata dal suo arrivo o meno.

-No, arrivo Dam- Sorrise lei guardandolo.

-Non abbiamo finito- Disse suo zio cercando il minimo contatto con la nipote.

-Non toccarmi ho detto- Urlò lei.

Damiano si avvicinò alla ragazza con passo svelto con fare protettivo e gli poggiò le mani sulle braccia, facendole poi scendere fino alle mani, accarezzandola delicatamente. Mentre guardava l'uomo. 

-Voglio solo parlare- Disse lui passando lo sguardo dalla nipote al cantante, che era dietro di lei.

Angelica sospirò pregando di non scoppiare a piangere. Mentre il suo ragazzo cercava di tranquillizzarla dicendole qualche parola all'orecchio.

A Damiano non piaceva vederla così, si rendeva conto di quando stesse soffrendo in quel momento, Angelica gli aveva raccontato qualcosa e lui non ci mise molto a fare due più due e capire chi era quell'uomo.

Mentre teneva le sue mani grandi sulle braccia della sua ragazza guardava intensamente l'uomo che aveva davanti, chiedendosi come avesse potuto causare tanto dolore ad una allora bambina di otto anni.

-Damiano portala via- La madre sospirò triste. Guardando il ragazzo.

Lui la guardò per un po', chiedendosi come avesse potuto concedere una cosa del genere nel giorno del compleanno di Angelica, come avessero potuto farlo partecipare a quella serata, decise di lasciar perdere, ormai il dado era tratto.

Dopo pochi secondi annuì alla richiesta della donna.

-Potresti togliere le  mani da dosso a mia nipote?- La voce dell'uomo arrivò dritta alle orecchie del cantante, che cercò di evitare uno scontro in quel momento.

Damiano lo guardò peggio di quanto non stesse già facendo. Chi si credeva di essere per fare una richiesta del genere?

Dalle labbra di Angelica uscì una grossa risata nervosa, l'ennesima.

Alla famiglia felice si aggiunse quella Martina, che guardava Angelica dalla testa ai piedi con un'espressione quasi inorridita.

-No, mamma aspetta. Partiamo dal presupposto che tu non sei nessuno per dire al mio ragazzo di togliermi le mani di dosso, e poi di cosa vorresti parlare? Del fatto che torni qua solo quando ti serve qualcosa da noi, hai fatto lo zio solo fino ai miei otto anni. Mi hai urlato in faccia di essere stata la causa del tuo divorzio, mi hai urlato che era solo colpa mia se lei ti aveva lasciato, mi hai detto che mi odiavi, mi hai detto che la mia nascita era una disgrazia, che era stata l'inizio di tutti i tuoi guai. Sei andato a trovare la nonna solo quando ti servivano i soldi... Se i miei genitori sono disposti a perdonarti dopo tutto questo sono contenta, purtroppo io non sono così generosa, per me sei morto nel preciso istante in cui mi hai detto di aver rovinato la tua vita.-

Fu in quel momento che le lacrime presero a scendere, la ragazza avrebbe preferito non dargli questa soddisfazione, ma non riusciva più a trattenerle.

-Se solo mi permettessi di spiegare- Disse lui afferrandole nuovamente il braccio.

-Lasciami ho detto!- Urlò lei facendo sobbalzare sia i suoi genitori che suo zio, che ritrasse immediatamente la mano.

Damiano Fece un passo avanti, mentre quella ragazza lo squadrava dalla testa ai piedi come se non avesse mai visto un uomo in vita sua.

-Adesso credo che possa bastare- Disse cercando di non inasprire gli animi più di quanto già non lo fossero.

-Tu non sei nessuno per..- Gli puntò un dito contro, ma venne interrotto da Angelica.

-Abbassa quel dito. Tu non sei nessuno, lui è il mio ragazzo- Disse decisa, facendo valere quello che per lei contava sul serio.

-Ci vediamo- Disse ai suoi genitori asciugando le lacrime.

Loro la guardarono dispiaciuti, forse solo in quel momento su ricordarono di tutto quello che quell'uomo aveva inflitto alla loro famiglia, di tutto il male che aveva provocato a tutti, anche a sua madre e suo padre.

La lasciarono andare, sapevano che sarebbe stato peggio trattenerla anche solo un minuto di più in quella sala, che ormai si era trasformata in un incubo.

Damiano le strinse la mano, dopo aver intrecciato le loro dita. Non disse niente e la ragazza lo apprezzò tantissimo, in quel momento aveva soltanto bisogno di staccare la spina e pensare ad altro.

E lui questo lo sapeva, e avrebbe fatto tutto quello che era in suo potere per fare in modo che lei stesse bene, ma bene per davvero.

INDESCRIVIBILE - Damiano David - MåneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora