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Quei due ragazzi vivevano di amore e felicità, ma la loro storia non è ancora giunta al termine.

C'erano questioni irrisolte e cose che i due non avrebbero mai immaginato, non dopo tutto quel tempo, non così all'improvviso.

Non proprio quando avevano deciso di sposarsi.

Avevano deciso di farlo dopo la nascita del loro secondo figlio, dopotutto ci voleva del tempo per organizzare un matrimonio e nonostante Damiano non volesse aspettare Angelica lo aveva finalmente convinto a fare le cose con calma.

Infondo lui era Damiano David dei Måneskin, cosa avrebbe pensato la stampa se si fosse sposato in fretta e furia?

Dopo anni di "silenzio" e nessuna allusione al matrimonio?

Angelica in quel momento viveva una situazione abbastanza difficile, non riusciva a trovare un lavoro par-time e non voleva assolutamente che ad occuparsi di tutto fosse Damiano.

Avevano discusso parecchie volte per quel motivo e non ne erano mai venuti a capo.

Quella mattina Angelica era da sola, la piccola Nicole era all'asilo e Damiano era fuori città con i ragazzi per un firma copie.

Stava parlando al telefono con sua madre quando il campanello di casa David suonò.

-Ti richiamo dopo mamma, ora devo andare- disse di fretta prima di riattaccare.

Aprì la porta, maledicendo Damiano che lasciava sempre il portoncino di casa aperto.

La figura che si ritrovò davanti le era familiare, molto familiare, ma non si spiegava come potesse essere davanti a lei dopo tutto quel tempo.

-Ciao- Era impeccabile, come sempre d'altronde..

Angelica la guardò dalla testa ai piedi, per poi guardarsi, era vestita con un pantalone grigio della tuta e un maglione di Damiano che le stava davvero molto grande.

La ragazza davanti a lei portava un pantaloncino con delle calze e una maglietta corta, nonostante stesse per arrivare l'inverno.

Si sentiva un puffo confrontata all'altezza di quella donna, che aveva le gambe più lunghe che lei avesse mai visto.

-Forse non sai nemmeno chi sono, piacere, Lucrezia- La conosceva, eccome se la conosceva.

Al solo sentire quel nome le sembrò di percepire un tuono, rendendosi ben presto conto che era nella sua testa.

-So chi sei- rispose decisa la ragazza.

La donna le fece un sorrisino, che lei non seppe come interpretare.

-Bene, allora Damiano ti avrà parlato di me- Sembrava soddisfatta, ma di cosa poi?

-Io e Damiano preferiamo parlare di cose più importanti generalmente, comunque so chi sei, mi chiedo solamente cosa ti ha portato fin qui- Angelica era stata dura con lei, ma la gelosia prese possesso di lei in modo molto semplice.

-Parleremo sulla porta?- Le fece un sorriso di sfida.

Angelica aveva voglia di tirarle quei capelli corvini uno ad uno finché la donna davanti a lei non implorasse pietà.

Scosse la testa a quel pensiero e si scostò, per farla entrare.

-Prego, accomodati-

-Grazie cara- Sorrise sprezzante prendendo posto sulla poltrona in salotto.

Angelica si sedette sul divano, proprio davanti a lei e aspettava che la donna aprisse bocca.

Lei guardava in giro e sorrideva leggermente guardando le foto di Damiano e di sua figlia esposte sui ripiani.

-Hai intenzione di guardarti in giro ancora un po', o di dirmi cosa ci fai qui dopo tutto questo tempo?-

-Hai ragione, cercavo Damiano.. è in casa?- Disse guardando verso le scale.

-No, oggi non c'è-

-Capisco, allora appena torna digli che ho urgentemente bisogno che mi chiami, ha già il mio nuovo numero- Sorrise, per l'ennesima volta e si alzò.

-Puoi tranquillamente parlarne con me- Le certezze della ragazza cominciarono a vacillare, ma non aveva intenzione di dare questa soddisfazione a quella donna.

-È una cosa personale, che riguarda noi-

Con che diritto diceva una cosa del genere? Noi? Quale noi. Lei e Damiano non avevano niente da spartire già da diverso tempo.

Angelica non ebbe la prontezza di rispondere, quando pensò a cosa dire era ormai troppo tardi, Lucrezia aveva già lasciato quella casa.

La ragazza ci mise un po' per riprendersi. Non riusciva bene ad elaborare quanto era appena successo.

Quella donna era riapparsa così, dal nulla e pretendeva di vedere Damiano, sembrava anche essere un segreto di stato quello che doveva dirle.

Aveva tanta voglia di chiamare Damiano e urlargli contro qualsiasi cosa.

Dopo tutto quel tempo, cosa voleva Lucrezia da loro?

Cosa voleva da Damiano.

Si trattenne, per il bene di tutti, lui era ad un firma copie, stava lavorando e non aveva nessun diritto di mettergli pensieri per la testa in quel momento.

Avrebbe aspettato il suo ritorno, quella sera, per parlare con lui e chiedergli spiegazioni.

-Vedrai che ci sarà una spiegazione logica a tutto questo- Continuava a ripetersi.

Lo sperava davvero, non avrebbe retto la presenza di quella donna a lungo nella loro vita.

Andava avanti e indietro per il salotto da ormai venti minuti e le parole di quella serpe le rimbombavano in testa, ripetutamente.

Cosa poteva mai condividere Lucrezia con Damiano?

Sperava davvero che non ci fosse niente di importante, ma come poteva pensarlo dopo la conversazione che avevano avuto quelle due?

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-Non è che puoi andare a prendere tu Nicole a scuola?- Chiese la ragazza.

-Certo tesoro, è successo qualcosa?- La madre era allarmata.

-No, sono solo un po' impegnata questo pomeriggio- Mentì lei.

-Va bene, allora vieni a riprenderla dopo cena. Così avrai modo di stare in po' da sola con Damiano-

-Si così posso ammazzarlo senza testimoni in giro- Sussurrò a denti stretti.

-Come?- La donna era confusa, non aveva nemmeno sentito bene in verità.

-Niente, niente, a dopo mamma. Grazie mille- La salutò velocemente.

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-Amò so' tornato- Urlò chiudendo la porta alle sue spalle.

Eccolo lì, in tutto il suo splendore, dopo la lunga giornata di lavoro che era finalmente giunta al termine, ma non era ancora arrivato il momento di rilassarsi...

-Siediti. Dobbiamo parlare- Fu la prima cosa che disse dopo aver sentito la sua voce.

INDESCRIVIBILE - Damiano David - MåneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora