Capitolo 1.

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L'immaginazione dei bambini,a volte,supera ogni limite. La loro fantasia li porta ad immaginare il loro futuro come se lo stessero vivendo in un film,in un mondo perfetto.
Io da piccola,ad esempio,desideravo diventare un'attrice,ho sempre sognato di entrare a far parte nel mondo dei film romantici,essere la protagonista di una vita perfetta.
Immaginavo di tutto da bambina,tranne questo.

Non avrei mai immaginato di finire con delle manette ai polsi seduta su un sedile d'auto di polizia. Io non sono una di loro,non merito la galera. Tutto quello che ho fatto,è stato per un bene di prima necessità,non ho mai pensato di farlo perché sono una delinquente.

Era bella la mia vita da piccola,avevo una famiglia che faceva invidia al mondo intero,che per me valeva molto di più di qualche soldo in più,avevo due genitori che mi amavano alla follia e un fratello che io amavo,lui un po' meno,ma mi voleva bene comunque.
Litigavamo sempre,lo ricordo come se fosse ieri ed io al sol pensiero sorrido ancora.
Ci urlavamo contro fino a strapparci i capelli e molte ciocche dei mei fili castani,finivano sempre incastrati tra le sue dite e lui,con la sua faccia soddisfatta,usciva la lingua e urlava "Un giorno rimarrai calva".
È passato del tempo,ma neppure così tanto.
Eppure tutto quello che avevo prima,adesso non ce l'ho più.

Siamo arrivati,vedo l'insegna IPM,il carcere minorile in cui dovrò passare i miei prossimi due anni e,dato che sarò maggiorenne trascorsi i due anni,mi trasporteranno in un carcere per adulti dove sconterò il resto della mia pena,è questo che mi ha detto il giudice.
Non voleva sentire ragione,la sua decisione è stata ferrea e le sue parole mi rimbombano in testa in continuazione Signorina Alida Jones,la dichiaro in arresto per furto aggravato,portatela via. Quelle parole hanno rovinato la mia vita.

Il problema,è che io non credo di poter sopravvivere in prigione,non saprei mai come adattarmi e non credo di poter avere compagnia da delinquenti della mia età.
Avrei voluto intraprendere una strada diversa,una strada che mi avrebbe portata lontano un giorno,lontano da guai e lontano da tutto questo.
Passerò i miei diciotto anni in galera,senza la mia famiglia accanto,farò un viaggio in macchina con delle manette ai polsi,proprio come adesso e verrò portata in un carcere per adulti.

Arrivo in carcere e una volta entrata,intravedo un cortile con dei ragazzi che rincorrono una palla,ognuno si atteggia e ce ne fosse uno che ad ogni millesimo di secondo non si porti i capelli all'indietro con le mani.
Danno una veloce occhiata alla macchina che mi ha condotto fin qui,ma non si accorgono di me grazie ai vetri oscurati,per fortuna.

Scendo dall'auto e un uomo alto il doppio di me,prendendomi dal braccio,mi porta all'interno della struttura dove subito dopo l'ingresso,nella prima porta a destra,c'è l'ufficio del direttore dell'IPM,sperando non sia un anziano in calore stronzo.
L'uomo che mi ha condotta fin qui,da due colpetti alla porta dell'ufficio,e, una voce femminile ci da il permesso di entrare.
Una donna dagli occhi azzurri e i capelli biondi mi fa segno con la mano di accomodarmi e io eseguo il suo ordine.

"Alida Jones, proprio un bel nome,direi" inizia a parlare la donna, "Io sono Paola Vinci,la direttrice dell'IPM,ho il tuo fascicolo sotto i miei occhi e quindi in questo momento so tutto di te,vorrei solo chiederti il motivo per cui tu abbia preso questa strada" conclude il suo discorso e per quanto possa ispirare del bene,nessuno saprà mai la mia storia qui dentro. "Non vorrei sembrare scortese ma non le riguarda,è stata una mia scelta e io pago" cerco di essere meno acida possibile.
"Dove sono le ragazze che erano con te quella sera,Alida" non è una domanda,lei pretende una risposta e non manca neanche un velo di serietà sul suo volto "Non lo so direttrice" ammetto sincera mentre guardo il vuoto "Potrebbe ridursi la tua pena se collabori,lo sai questo?" dice alzando leggermente la voce,ma il suo tono è comunque calmo,non va oltre "Direttrice,ascolti bene quello che le sto dicendo:Se io avessi saputo dove si sono cacciate quelle due,gliele avrei portate in persona e se non l'ho fatto,vuol dire che non so davvero dove si trovano,spero all'inferno" non ho uno specchio con me,ma sono sicura di essere diventata rossa in viso,mi fa rabbia tutto ciò "Perché hai così tanta rabbia nei loro confronti?"chiede,sembra curiosa della risposta che non tarda ad arrivare "O tutte o nessuna,ci ripetevamo sempre.La nostra promessa era stata quella di stare tutte e tre insieme,o dentro,o fuori. Lei le vede?No e lo sa perché?Perché se la sono svignata lasciandomi sola a terra con una caviglia slogata mentre mi ammanettavano" dico con le lacrime agli occhi,ma io non piango,non per loro,non lo meritano il mio pianto.
"Massimo ti accompagnerà da Liz" mi giro verso l'uomo che è rimasto per tutto il tempo alzato vicino la porta,credo sia lui Massimo.

Mi alzo e vado verso di lui,apre la porta e lo seguo nel lungo corridoio,siamo in silenzio entrambi ed io sono in imbarazzo "Ei Liz,accompagnala nella sua cella,è nuova" dice lasciandomi nelle mani di questa donna riccia con una treccia portata su un lato "Come ti chiami?" chiede mentre ci dirigiamo nella mia cella,Dormitorio femminile, intravedo sulla parete e la pelle d'oca fa spazio sul mio corpo "Alida" rispondo secca,non mi va di conversare,non sono dell'umore giusto "Bene Alida,questa è la tua cella,dentro l'armadietto troverai l'occorrente per sistemare il letto,quello di sopra è occupato,il tuo è quello di sotto" dice andandosene senza nemmeno darmi il tempo di ringraziarla.
Apro l'armadietto e prendo quello che mi serve per fare il letto che in cinque minuti è pronto.
Sono abituata a fare le faccende di casa,dato che ero l'unica a farle per tutta la famiglia,quindi fare il letto è un'abitudine e lo faccio ad occhi chiusi,ormai.

Il dormitorio è vuoto,non ho la minima idea di dove possano essere le altre ragazze e sinceramente non mi importa,è bello stare soli,mi piace riflettere in silenzio.
Intravedo una finestra all'interno della cella,mi avvicino e nonostante le sbarre,vedo perfettamente l'esterno,il mare,c'è il mare.
L'ho sempre amato,da piccola ci andavo sempre con mio fratello. Ci divertivamo sempre a lanciarci la sabbia addosso fino a non vedere neanche più il colore della nostra pelle e poi in men che non si dica,ci lanciavamo in acqua per pulirci. È il miglior luogo per pensare,il rumore delle onde rilassa ed io passerei notti intere in spiaggia.

I miei pensieri vengono interrotti da dei rumori che provengono dal corridoio ed io esco per controllare.
Sono arrivate le ragazze,parlano tra di loro e appena vedono la mia figura si bloccano. Mi guardano attentamente e alcune di loro vengono verso di me "Ciao,tu chi sei?" mi chiede una ragazza con una lunga coda di cavallo,mi sorride ma questo non mi rassicura per niente "Sono Alida,piacere" dico con un filo di voce,guarda all'interno della mia cella e il suo sorriso scompare,da un veloce sguardo ad una ragazza dai capelli biondo cenere e poi entrambe tornano a guardarmi "Io sono Naditza,ascoltami bene,condividerai la cella con Viola,quella ragazza dai capelli rossi -dice indicando la ragazza che ci guarda con un sorrisino inquietante- non fidarti mai di lei,è un'ottima manipolatrice e se ti lascerai abbindolare passerai l'inferno qui dentro" conclude il suo discorso e se prima ero spaventata,adesso sono terrorizzata.
Vanno ognuno nella loro cella e Viola entra nella nostra "Beh,credo che quelle due mi abbiano già presentata,ma credo che debba farlo io,piacere Viola" dice dandomi la mano,io la stringo insicura e la stacco subito "Vuoi dirmi il tuo nome?" le rispondo con la voce tremolante e si complimenta per il mio nome,non sembra cattiva ma mai giudicare un libro dalla copertina e per il momento il mio istinto dice di fidarmi di quelle due ragazze.

Angolo autrice.
Spero che il primo capitolo vi piaccia,al prossimo.❤️

Piccoli delinquenti//E.C.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora