Sono seduta sul divano che lascia intravedere il mare.
Devono essere circa le cinque perché il sole comincia a sorgere all'orizzonte, lasciando che i suoi raggi illuminino il cielo.
Mi perdo a fissare il riflesso rosso sull'acqua, mentre le lacrime mi scendono sul viso, copiose.
Sento leggermente freddo, poiché ho preso una misera felpa, e devo ammettere che le temperature sono basse a quest'ora."Maca".
Mi asciugo velocemente le lacrime dal viso, mentre sento la sua mano calda posarsi sulla mia spalla.
"Hey" sussurro piano, abbassando il viso, cercando di nascondere le lacrime il più possibile.
"Cos'è successo Maca?" Si siede accanto a me e sento che mi circonda le spalle con una coperta leggera.
"Grazie" sussurro, stringendone i lembi.
"Andiamo dentro dai" dico poi, cercando di alzarmi, per non rovinare la bella nottata che abbiamo passato, ma lei mi riporta seduta.
"No...cosa succede?" I miei occhi arrivano finalmente in quelli della bruna e non appena li vede, la sua espressione si addolcisce leggermente, mentre mi prende per i fianchi, tirandomi a lei.
"Zulema..."
"Girati" mi acciglio nel sentirla, ma faccio come mi dice, mettendomi seduta di spalle a lei.
Non tarda a prendere con forza la mia vita, trascinandomi poi in mezzo alle sue gambe aperte, per poi cingermi da dietro.
Ormai quando siamo in difficoltà ci mettiamo in questo modo e la paura sparisce, seguita da una sensazione di protezione e sicurezza.
Il nostro modo.
"È tutto okay..." mi stringo ulteriormente a lei e le nostre mani si trovano, intrecciandosi.
Intreccio a cui lei non si ritrae.
"Io...ehm" mi interrompo, sentendo la mia voce spezzata dal pianto.
Sento il suo mento posato sulla mia spalla e poi le sue labbra arrivano alla mia guancia.
Sentirla respirare mi calma immediatamente. Sento il suo petto alzarsi e abbassarsi sulla mia schiena e le sue braccia forti mi stringono, come a volermi tirare via la tristezza che mi ha colpita in questo momento. Come se volesse dirmi che va tutto bene, che lei c'è e ci sarà sempre.
Solo nel suo modo.
Il modo di Zulema.
Non è mai stata brava con le parole, ha sempre voluto dimostrarle le cose, e ora capisco perché."Zulema..."
"Dimmi"
"Io...ti amo"
"Maca...anche io. Ma sono certa che non sia questo il problema. No?" Le immagini del mio sogno sono fissi nella mia mente come una spugna che non affonda.
"Solo..." abbasso la testa, e sento una lacrima solitaria rigarmi il volto.
"Ho fatto un sogno strano" Zulema non parla, preferisce aspettare che sia io a continuare e questa sua decisione mi fa stare bene.
Mi rispetta e mi fa sentire voluta, nonostante tutto.
Stringo la presa che ho sulle sue mani e poi continuo.
"Era tutto cosi...normale. Tu eri una professoressa e io la tua studentessa. Era Natale e insistevi per farmi andare dalla mia famiglia, ma io ti ho portata con me. Ovviamente la tua stupida testa, ti continuava a dire che era una pessima idea, ma ti ho convinta" dico l'ultima frase con un leggero sorriso sul viso, mentre il suo pollice accarezza il dorso della mia mano.
"Sembra bello..." sussurra l'araba, mentre io mi giro verso di lei, mettendo le gambe dietro alla sua schiena.
Le sue mani vanno sul mio viso, asciugandomi la pelle bagnata dalle lacrime.
"Lo era. È questo il problema" mi alzo dal divano, sotto al suo sguardo attento, e mi dirigo verso il parapetto, appoggiandomici, mentre stringo a me la coperta calda.
Sento il vento fresco sul viso, e il rumore del mare che si sposta sotto alla barca mi fa chiudere gli occhi.
La sento mettersi di fianco a me, appoggiandosi.
Mi guarda, cercando di decifrare qualsiasi cosa. Un'emozione, un sentimento, qualcosa che le faccia capire cosa c'è che non va.
E sembra trovarlo, perché annuisce, abbassando la testa, mordendosi il labbro inferiore.
"Vuoi una vita normale?" Sussurra poi, guardando dritta davanti a se la palla rossa che comincia ad intravedersi all'orizzonte.
"A volte mi chiedo come sarebbe, si. Questo sogno mi ha fatto pensare: come sarebbe se noi ci fossimo incontrate nella vita normale?" Sorrido a quel pensiero e stringo la balaustra su cui sono appoggiata, non staccando gli occhi dal mare.
"Io e te, in una bella casa, avendo una relazione normale, senza che nessuno ci cerchi.
Senza dover scappare.
Senza dover temere di perdere l'altra ogni giorno" una lacrima scende prepotente.
"Vorrei viverti nelle piccole cose di una quotidianità. Litigare con te per le cose che sicuramente lasceresti per casa, o per qualsiasi altra stronzata, come le coppie normali.
Fare viaggi senza doverci nascondere, e fare tutte quelle cose che le persone comuni fanno" solo dopo aver finito di parlare la guardo, e noto quello che ho fatto.
Le mie parole l'hanno in qualche modo ferita.
I suoi occhi sono bassi, e nonostante non possa vederli bene, sono certa siano lucidi.
"Zule..." mi avvicino, asciugandomi le lacrime e cingendole la vita da dietro.
La coperta cade per terra, non essendo più tenuta, ma poco importa ora.
"Zule...va tutto bene, okay? Er-"
"No" mi interrompe, senza però muoversi di un millimetro.
"Hai ragione. Ti sto rubando la felicità. Potevi uscire dopo quei fottuti mesi che ti avevano dato, invece ti ho rovinata dall'inizio" si stacca da me, bruscamente, accendendosi una sigaretta.
"Zulema cosa stai..."
"Sto dicendo la verità. Ti ho portato via tutto. I tuoi genitori, la tua vita. Ti ho costretta a fuggire con me la prima volta, aumentandoti la pena già allora. E poi è andato tutto sempre peggio" butta fuori il fumo con rabbia e le parole le escono dalla bocca come se volesse dirmele da sempre.
Come se volesse urlarle da tempo.
"Smettila Zulema...sai anche tu che non è andato tutto sempre peggio" mi avvicino per prenderle un braccio, ma lo toglie, impedendo un contatto.
"Bionda hai ragione. Tu puoi ancora avere una vita normale. Collabora con loro" si gira verso di me e più guardo i suoi occhi, più mi sembra seria.
"Spero tu stia scherzando Zulema"
"No. Vendici. Vendi noi in cambio della tua libertà. Castillo lo farà, accetterà di tutto"
"Ah...e poi?" Dico seria, fissando quei suoi occhi verdi e profondi che mi fanno rabbrividire ogni volta.
"Bionda e poi fai quello che cazzo ti pare. Ti fai una famiglia, e fai tutte le cose che una vita normale può darti. Che cazzo ne so. Ti troverai qualcuno e sarai felice"
"Felice?" Afferro di scatto il suo viso, senza che abbia il tempo di sottrarsi alla mi presa.
Sbuffa, mentre cerca di togliere le mie mani, ma io schiaccio il mio corpo contro al suo.
"Senza di te?" Ed ecco che si ferma di combattermi. Tutte le sue forze e i suoi tentativi si sono spenti con solo tre parole.
"Non ti lascerò Zulema! Io volevo una vita normale...CON TE. Non con chissà chi. Volevo avere le piccole cose e viverle insieme a te" vedo i suoi occhi chiudersi, mentre mi stacco da lei leggermente.
"Ma va bene così okay? Abbiamo tutto ugualmente. Mi basta stare con te. Era solo un momento di malinconia, nulla di più" mi metto nella stessa posizione di prima, quando noto che il sole si sta già sollevando leggermente.
Sento il suo sguardo su di me, e quando parla, il mio corpo si pietrifica.
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Cosa mi porta ad amarti? -Zurena-
FanfictionZulema e Macarena sono sempre state due anime opposte. Lo Yin e lo Yang. Il buio e la luce. Ma tutto questo forse é dettato da qualcosa di più grande di loro. Una forza. Un destino. Che inevitabilmente le lega e le tiene unite, impedendo che si ucci...