"Maca..." sento una voce chiamarmi, mentre apro gli occhi, sbattendoli piano e stiracchiandomi, allungando le braccia.
"Tra quattro ore saremo arrivate" quando realizzo di chi è la voce mi metto subito seduta, guardano Zulema ferma sulla porta, mentre i suoi occhi mi guardano, attenti.
"Buongiorno" dico titubante.
"Buongiorno" risponde lei, distante anni luce e con una leggera punta di titubanza nella voce, quasi impercettibile.
"Prepara le tue cose" stava per andarsene, ma la fermo.
"Zulema"
Torna indietro, rientrando nella stanza e guardandomi con i suoi occhioni verdi.
La guardo un altro po', scrutando il suo corpo perfetto coperto da pantaloni di una tuta neri, accompagnati da una felpa larga, di quattro colori: marrone, bianca, rossa e verde.
"Grazie" la sua espressione diventa corrucciata e alza un po le spalle.
"Per cosa?"
"Per avermi ascoltata" annuisce, mordendosi il labbro inferiore, decidendo probabilmente se dire o no qualcosa.
Mi guarda per un altro po, mentre spontaneamente mi viene da sorriderle, dicendole silenziosamente che è okay.
Va tutto bene.
Sorride lievemente anche lei e poi parla.
"C'è freddo oggi. Copriti" esce, chiudendosi la porta alle spalle e lasciandomi da sola con il mio stupido sorriso sul viso.
Si preoccupa ancora per me, e questo mi fa sentire bene e male al contempo.
Non siamo mai state tanto distanti prima.
Innamorate, ma costrette a stare lontane per sua volontà.
Per un pensiero stupido e senza senso.
Chiudo gli occhi, lasciando cadere la mia schiena sul materasso.
Non so quanto resisterò in questa situazione.
Senza poterla toccare, baciare, o avere.
Almeno ora mi parla e mi guarda, trattandomi forse bene.
Senza fare finta che tutto quello che abbiamo avuto non sia mai accaduto.
Passo altri minuti in questo letto, coperto da lenzuola bianche di cotone.
Un letto in cui sono stata per l'ultima volta, e su cui ho passato le mie notti con Zulema.
Una lacrima mi scende solitaria, attraversando la mia guancia, ma poi porto una mano ad asciugarla rapidamente.
"Cazzo Macarena...basta" sussurro a me stessa, sperando che basti a strapparmi dai miei pensieri, e dai ricordi, che mi offuscano la mente.
Guardo la sveglia che segna le 10, e mi alzo, rifacendo il letto, per poi cominciare a sistemare i miei vestiti e la mia roba dentro alla valigia.Salgo al primo piano, dove c'è già apparecchiato, dopo circa un ora, che ho impiegato per sistemare tutto e fare una doccia rilassante.
Una di quelle docce che speri ti possano lavare via le preoccupazioni.
Quelle che speri si portino via con l'acqua, anche il tuo dolore.
Stai li, mentre l'acqua ti scende sul corpo, a pensare e riflettere, che è esattamente quello che ho fatto per circa mezz'ora.
Poi ho indossato dei leggins neri, che mi fasciano le gambe e una felpa grigia, a tinta unita.
Attraverso lo spazio che mi separa dal tavolo e mi siedo al mio posto, accanto a Sara.
Zulema non c'è, ma almeno so che ora non mi sta evitando.
Mi ha fatto piacere il fatto che mi abbia voluto svegliare, nonostante sia rimasta a distanza.
Prendo una fetta di pane tostato, spalmandoci sopra il burro, e subito dopo la marmellata.
"Zulema?" Chiedo titubante, facendo finta di niente e continuando a maneggiare il coltello sopra alla fetta davanti a me.
"Sta organizzando l'arrivo. E sta chiamando qualcuno per non so cosa" annuisco, facendo intendere di aver capito e addento il pane, ancora caldo.Cammino fino in punta, dove mi siedo, tirando le gambe al petto e chiudendo gli occhi, mentre il vento gelido mi sposta i capelli, intrecciandoli.
Il poco sole che sbuca dalle nuvole mi batte sul viso, riscaldandomi la pelle fredda.
Lascio un sospiro, finché non sento una presenza alle mie spalle.
Non faccio in tempo a voltarmi, che Saray si è seduta accanto a me.
La guardo, mentre tiene lo sguardo dritto davanti a se.
"Non ti ho mai ringraziata" abbassa lo sguardo e nonostante non abbia detto nulla, so già a cosa di riferisce.
"Saray non dev-"
"Si invece. Ti prego lasciami finire" annuisco, mentre i suoi occhi ricadono nei miei.
Sorride e annuisce, per poi continuare.
"Grazie per quel giorno. Non so perché, ma ormai mi fido di te Bionda" mi da una gomitata sulla spalla, facendomi ridere.
"È stata colpa mia" dico piano, abbassando lo sguardo.
"Maca..." mi mette una mano sul braccio, stringendomelo leggermente.
"Non è vero. Tutte volevamo andare"
"Si ma...sono stata io la debolezza di Zulema. È colpa mia" ripeto come un automa le parole che Zulema mi aveva detto quella notte.
Parole che, nonostante tutto, mi sono rimaste dentro, e mi sono convinta della loro veridicità.
"Queste parole te le ha dette Zulema. L'ho sentita. Ma non è cosi. Non lo pensa davvero e lo sai. Era arrabbiata"
"Si ma...ha ragione"
"No invece. Maca...ascoltami. Zulema sta sbagliando e spero lo capisca. Perché vi amate e sta buttando tutto all'aria e per cosa?! Per paura?" Soffia una risata, scuotendo la testa e mettendosi nella mia stessa posizione: con le gambe al petto, su cui poggiano le braccia.
"Voi che potete stare insieme state rinunciando a tutto" dice quasi in un sussurro, facendomi rabbrividire.
"Non posso costringerla"
"No. Lo so. È lei che è una fottuta stupida" dice ruotando gli occhi al cielo, facendomi sorridere lievemente.
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Cosa mi porta ad amarti? -Zurena-
FanfictionZulema e Macarena sono sempre state due anime opposte. Lo Yin e lo Yang. Il buio e la luce. Ma tutto questo forse é dettato da qualcosa di più grande di loro. Una forza. Un destino. Che inevitabilmente le lega e le tiene unite, impedendo che si ucci...