È passato un giorno dalla morte di Sabrina.
Un giorno in cui nessuno ha dormito, o parlato. Saray se ne sta chiusa in camera, senza permettere a nessuno di entrare.
Probabilmente ha bisogno di un po di tempo. Ha appena perso quella che credeva essere l'amore della sua vita.
Non avevo mai visto la gitana cosi distrutta, cosi disintegrata.
Lei che è sempre stata la piccola forza del gruppo, quella che risollevava il morale, che faceva battute.
Sono seduta sul divano, con le mani sulla testa e i gomiti appoggiati alle ginocchia per reggermi quest'ultima.
Una lacrima mi riga il volto.
Tutto questo avremmo potuto evitarlo.
Sabrina potrebbe essere ancora viva.Ho bisogno di Zulema.
Di abbracciarla.
Toccarla e sapere che è ancora qui con me.
Durante la sparatoria tutto quello che pensavo era che non volevo le succedesse nulla.
Da quando Sabrina è morta non si ferma un secondo. Gira per lo yacht, cercando in ogni modo di oscurare la nostra posizione, ed è riuscita a convincere l'intera crew a lavorare per lei, pagandoli profumatamente.
Fa continuamente chiamate, probabilmente ai suoi contatti, e la vedo arrabbiarsi, mentre gesticola con rabbia.
La guardo e penso a quanto io sia fortunata ad averla ancora qui. Ci sarebbe potuta essere lei al posto di Sabrina, e questo mi fa sentire un peso enorme nel petto.
Devo abbracciarla.
Voglio sentire le sue mani stringermi e farmi sentire che è tutto okay.
Che siamo ancora insieme.
Nonostante tutto.La vedo uscire da sotto coperta, con un cellulare usa e getta in mano.
"Non me ne frega una fottuta merda" mi alzo, avvicinandomi a lei da dietro.
"NO! ho detto che voglio quel numero Ramirez, adesso!" Chiude con forza il cellulare, per poi portarsi una mano sulla testa.
"Hey" si volta di scatto, sentendomi, ma i suoi occhi non incontrano i miei.
Quegli stessi occhi di cui adesso ho bisogno, per sentirmi bene.
Gli occhi che lei mi sta negando.
"Zule..." faccio per toccarle il braccio, ma si sposta rapidamente, superandomi.
"Non ora" la guardo allontanarsi, mentre il suo telefono squilla e si dirige al piano superiore.
Non si lascia toccare e questo mi distrugge, ma probabilmente ha bisogno anche lei di tempo.
Ha la pressione della fuga sulle spalle.
Un peso che non deve essere facile da sostenere. Vorrei poterla aiutare, per dividere quella fatica, ma non me lo permette.
Mi tiene lontana.
Gli occhi mi diventano lucidi e li chiudo, rilasciando un sospiro pesante.
Scendo sotto coperta e mi dirigo nel corridoio delle camere, con la testa bassa.
Penso a tutto quello che è successo.
A tutti i casini che abbiamo fatto e a quanto siamo state imprudenti.
Solo ora capisco perché Zulema avesse così tanta paura di scendere, o anche solo di fermarsi.Giro l'angolo e nel farlo mi scontro con la Riccia, che ha una faccia piuttosto stanca, come tutte.
Sabrina è stata con noi per mesi.
Eravamo già legate a lei, nonostante il poco tempo.
Ma più di tutto ci spezza Saray, che sembra aver perso la sua anima.
Come se una parte di lei, quella più bella, sia morta con Sabrina su quel ponte pieno di sangue.
"Scusami" dico piano, mentre lei scuote la testa.
"Tranquilla" ci guardiamo per qualche secondo e poi mi stringe in un abbraccio, che inevitabilmente ricambio.
Avevo bisogno di questo.
Di contatto.
Di qualcosa che mi dicesse che va tutto bene.
Avrei voluto che lo facesse un'altra persona, ma va bene cosi.
"Andrà bene Maca" mi accarezza la schiena e io annuisco, per poi staccarmi.
"Si andrà bene" ripeto.
Forse per convincere me stessa.
"Saray?" Chiedo un po titubante, mentre la riccia scuote la testa, guardando il pavimento.
"Non apre. Nemmeno risponde. Sono preoccupata"
"Provo io" le dico, mentre lei annuisce e mi supera, salendo le scale.Percorro il corridoio e arrivo davanti alla sua porta.
Il numero d'argento stanzia al centro e appoggio una mano sulla superficie fredda.
"Saray..." nessuna risposta.
"Ascoltami. So che non vuoi parlare. Però aprimi. Parlerò io. O se non vuoi non lo farò. Ma voglio sedermi accanto a te, solo per un po. Voglio sapere che stai bene".
Per un po c'è silenzio, e rilascio un sospiro.
"Sto bene" la sua voce arriva ovattata dalla parte interiore della camera e spezzata, per il pianto.
"Mi apri?" Appoggio la testa alla porta, mentre spero con tutta me stessa che lo faccia.
So che avrebbe bisogno di Zulema, così come me.
Ha bisogno di sua sorella, ora più che mai.
Ma Zulema è fatta cosi.
Non supplicherebbe Saray per aprirle.
Non so nemmeno se abbia provato a parlarle, ma anche se non lo avesse fatto, non lo fa con cattiveria.
Semplicemente è fatta cosi.
E lo so io, come lo sa Saray.
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Cosa mi porta ad amarti? -Zurena-
FanfictionZulema e Macarena sono sempre state due anime opposte. Lo Yin e lo Yang. Il buio e la luce. Ma tutto questo forse é dettato da qualcosa di più grande di loro. Una forza. Un destino. Che inevitabilmente le lega e le tiene unite, impedendo che si ucci...