Capitolo 50 (stregata)

1.8K 100 26
                                    

(QUANDO CAZZO HO SCRITTO 50 CAPITOLI?!😱🦋)

"Zulema...dove mi stai portando?"
"Nella mia stanza preferita di questo jet"
"Aspetta...c'è un'altra stanza?"
"Ovvio..." apre una piccola porta, che prima nemmeno avevo notato, e mi sorprendo nel vedere cosa c'è all'interno.
La mia bocca si spalanca, mentre seguo l'araba entrando, mentre lei chiude la porta alle mie spalle.
"Zulema ma non é possibile"
"Tutto é possibile quando si hanno i soldi"
"Che tu non hai speso"
"Beh...li avrei dovuti spendere" ridacchia, seguita da me.

(IO SEMPRE PIÙ SCIOCCATA DALLA BELLEZZA)

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

(IO SEMPRE PIÙ SCIOCCATA DALLA BELLEZZA)

Si siede sul bellissimo letto ad una piazza e mezzo, posizionato nel lato destro della camera, coperto da morbide lenzuola bianche di cotone.
Mi fa cenno di seguirla e io mi siede vicino a lei, non troppo, perché so cosa può succedere.
Un letto.
Siamo sole.
In un'atmosfera così bella.
E siamo entrambe ancora prese da quello che stavamo facendo in bagno.
Per quanto voglia mettermi a cavalcioni su di lei e baciarla, voglio parlare.
Voglio chiarire tutto, in modo che siamo sicure di non avere segreti.
Segreti che prima ci hanno distrutto.
Non voglio che accada più.
"Vuoi stare li in fondo?"
"Zule..."
"Dai Maca vieni qua, non faremo nulla" la guardo, socchiudendo gli occhi e lei sorride, complice.
"Non ti fidi di me?"
"Per niente in questi casi" ride e si avvicina lei, arrivando a pochi centimetri da me.
"Zulema cazzo..."
"Ti eccito anche senza toccarti?"
"Sai già la risposta"
"Mh...é più bello sentirtelo dire" Ruoto gli occhi al cielo, prima di avvicinarmi leggermente.
"Si...okay? Ora allontanati" ride, mentre le do una piccola spunta e fa come le ho chiesto, sedendosi poco distante, con le gambe tirate al petto, e la schiena contro alla parete del jet, guardandomi.
"Quindi? Da cosa partiamo?" Chiede curiosa, tirandosi il cappuccio della felpa sulla testa.
Mi metto più comoda e mi giro completamente nella sua direzione, per prestare una maggiore attenzione.
"Che ne dici se partiamo da Miguel?"
Scoppia a ridere, per poi annuire.
"Cosa vuoi sapere?"
"Tutto?"
"Okay beh...è una storia lunga"
"Abbiamo tempo"
"Vuoi stare 15 ore a parlare di Miguel?"
"quante ore?!"
"Sono tante lo so, ma vedila cosi...siamo su un jet" rido e annuisco, avvicinandomi.
L'atmosfera si è calmata, e percepisco una sorta di calma.
"Vai...ti ascolto" sbuffa un sorriso e poi gira la testa di lato.
"Prima...mettiti qua" mi fa cenno di mettermi davanti al finestrino, che c'è proprio di fianco a lei e annuisco, non capendone il motivo.
Mi siedo li e dopo nemmeno un secondo si mette dietro di me, abbracciandomi.
"Zulema..."
"Lasciami fare almeno questo" annuisco, cercando di comprenderla.
La posizione in cui si é messa mi fa capire subito che Miguel deve aver fatto parte della sua vita. Non è solo un contatto.
Non vuole guardarmi negli occhi e in fondo lo rispetto.
È fatta cosi.
Mi rilasso, lasciandomi abbracciare e mi appoggio a lei, lasciando la testa sulla sua spalla.
Sospira, per poi iniziare a parlare, mentre i miei occhi sono puntati verso il cielo, fuori dal finestrino, che sta diventando chiaro.

"Ho conosciuto Miguel dopo che sono scappata da un uomo che mia madre mi aveva costretto a sposare. Avevo 14 anni e avevo paura, nonostante avessi trovato la forza di andarmene" rabbrividisco nel sentirla. Non sapevo tutto questo, e capisco di non aver mai saputo nulla di lei e del suo passato.
Non dico nulla, lasciandole il tempo.
"...stavo rubando un pacchetto di patatine da un negozio, ed è li che l'ho incontrato. Ha cinque anni in più di me e in quel periodo lavorava in quel negozio.
Quando mi ha vista rubare palesemente non mi ha fermata, ma mi ha semplicemente detto 'rubare non è una cosa buona. Potevi chiedere'" ride al ricordo, e io sorrido di rimando, sentendo la sua risata risuonare nel suo sterno.
"Da quel giorno non so come,
ma siamo diventati molto uniti. Io crescevo e lui mi confortava. Quando ne avevo bisogno era sempre li per me. Non ne capivo la ragione. Ero piccola e l'unica cosa che mi importava era sentirmi libera. Per lui era uguale. Avevamo entrambi problemi in famiglia e insieme ci sentivamo un pochino più liberi" sento il suo sguardo su di me, e capisco che ha finito, cosi giro leggermente il viso per guardarla, mentre nei suoi occhi scorgo un luccichio, dovuto agli occhi lucidi.
"Non me lo avevi mai detto. Di quell'uomo intendo..."
"Beh non è una cosa che mi fa piacere raccontare Bionda. E poi non ce n'era il motivo prima..." mi stacco un po', per poterla guardare e lei mi accarezza il viso, sorridendo.
"Ora invece cos'è cambiato?"
"Tutto. Non credi?" Annuisco e appoggio la mia fronte alla sua.
"Mi dispiace"
"Non importa...è il passato no?"
"Si..."
"E tu bionda? Vuoi raccontarmi qualcosa della tua vita da figlia di papà?" Rido a quell'affermazione e mi stacco, annuendo.
"Intanto sei tu che dici che ho avuto una vita da figlia di papà..."
"Non è vero?"
"No...per niente" si asserisce e aggrotta le sopracciglia, guardandomi.
Sbatto gli occhi, non reggendo la profondità del suo sguardo e mi rimetto nella posizione di prima: con la schiena contro al suo petto, e la testa sulla sua spalla, mentre lei mi lascia un bacio casto sulla guancia.
"Puoi non dirmelo..."
"No...voglio farlo" non dice nulla, ma so che ha annuito.
"Per quanto io volessi esserlo, e per quanto avessi tutte le cose necessarie per esserlo, non sono mai stata veramente felice. C'era sempre qualcosa, che mi bloccava. Come un vuoto, un buco.
Non ero mai completa, mi mancava qualcosa, e questo l'ho capito troppo tardi. Ho cercato di chiuderlo con quell'uomo che poi mi ha incastrata, mandandomi dentro quella fottuta merda di carcere. Volevo così tanto credere che avessi trovato qualcuno che mi potesse completare, che mi sono fatta ingannare" faccio una pausa, mentre mi giro verso Zulema, che mi guarda, seria, ma in un modo che la fa essere in connessione con me.
"Eri innocente davvero"
"Perché non mi credevi?" Dico accigliandomi sorpresa.
"Per niente. Tutti lo dicono"
"Sei una stronza" dico ridendo, mentre lei fa spallucce, sghignazzando.
Le sorrido, per poi appoggiare la fronte alla sua.
"Okay, ora voglio parlare della nostra litigata..." sbuffa subito, allontanandosi, facendomi sorridere.
"Ti prego Maca basta" si mette nella sua posizione iniziale: con la schiena contro la parete, e sbuffa rumorosamente, facendomi ridere.
"No no...Zulema stai parlando! Sicuro non mi fermo..." rido avvicinandomi nuovamente a lei, che rotea gli occhi al cielo.
"Un compromesso" dice, e sta volta sono io a roteare gli occhi.
"Che tipo?" Sorride e si morde il labbro inferiore, per poi distendere le gambe.
"Vieni qui"
"No no no...Zulema...no"
"Dai Bionda...non ti fidi di me? O di te?"
"Di entrambe" ride e mi tira da un polso, avvicinandomi.
"Cazzi tuoi. O vieni qui o non parlo più" sbuffo e con cautela mi metto a cavalcioni su di lei, mentre lei sorride, mettendomi poi le mani sulla vita.
"Meglio" sorrido e metto le mani dietro al suo collo.
"Bene...spiegami"
"Che cosa?"
"Tutto Zulema...niente segreti"
"Sono piena di segreti Bionda"
"Appunto...togliti almeno questo" sospira, per poi annuire.
"Beh esattamente due giorni dopo quella fatidica telefonata, mi hanno tirata fuori dall'isolamento. Improvvisamente non era più lo stesso. Nessuna di voi c'era più e beh...era strano"
"Puoi dirlo Zulema..."
"Cosa?"
"Che ti sentivi sola..." passa il suo sguardo da un occhio all'altro, facendomi capire con un solo sguardo quanta verità ha scorto nelle mie parole.
"Non era solo questo...era che tu non c'eri più. Anche solo odiarti, era una buona ragione per alzarmi. E dopo...beh anche altro" sorrido a quella sua mezza dichiarazione, alla mo di Zulema e mi avvicino, lasciandole un bacio rapido.
"Poi cos'è successo?"
"Poi ho accettato quel cazzo di accordo"
"Quale accordo?" Chiedo accigliata, continuando a guardarla.
"Quello che volevi che accettassi" sgrano gli occhi e il mio cuore perde un battito.
"La collaborazione"
"Si. Non poteva andare peggio no? Quindi ho accettato. Ero sotto copertura, sempre, e in due mesi ho aiutato per la cattura di ben tre uomini che non riuscivano a scovare. Poi è arrivata quella cazzo di proposta..."
"Quale?"
"Castillo non sapeva nulla di tutto quello che era successo tra noi, e mi ha proposto un accordo. Invece che tutti i miei anni, mi avrebbe abbassato la pena, dandomi i vostri stessi anni. La mia libertà sarebbe attivata con molti anni di anticipo. Nonostante tutto però, sapevo che tu avevi una vita. Tu e le altre.
Avevate ricominciato e non volevo rovinare tutto. Così rifiutai. Tornai in cella, ma l'unica cosa che facevo era pensare alla tua cazzo di faccia da schiaffi" una lacrima mi riga il volto, mentre lei mi stringe il mento.
"Mi venne poi un'idea. Potevo fingere di accettare, per poi scappare e venire da voi. Era l'occasione perfetta. Cosi feci.
Appena mi lasciarono, grazie ad un amico, ho estratto il localizzatore dalla mia pelle, e l'ho impiantato ad un ragazzo, che avrebbe depistato le indagini e dopo un po riuscii a lasciare il paese. Da qua la storia la sai..."
"Perché non mi hai detto tutto fin da subito?"
"Perché non volevo che ti arrabbiassi..."
"Zulema perché avrei dovuto?"
"Perché vi avrei messe in pericolo" la guardo dolce e dopo essermi asciugata il viso con la manica della felpa, mi avvicino, baciandola.
È un bacio lento, e pieno d'amore. Le mie labbra cominciano a muoversi sulle sue, e sento la presa sui miei fianchi tirare, per attirarmi più vicina.
Le mie mani sono nei suoi capelli neri, e la mia lingua torna a trovare la sua.
Il suo sapore è così buono, che vorrei non staccarmi mai. Vorrei stare cosi per sempre.
Dopo poco mi stacco, mettendo la testa nell'incavo del suo collo.
"Non sei stanca?" Mi chiede accarezzandomi.
"Sinceramente si" dico ridendo, baciandole il collo. Non dormo da ore e sento gli occhi pensati. Il suo profumo non aiuta, e mi accoccolo di più a lei.
"Bionda..."
"Dimmi" dico con gli occhi chiusi.
"Perché?" Alzo la testa, accigliandomi e guardandola.
"Perché cosa?"
"Perché cazzo ti sei innamorata di me?" Rido, prendendo il suo viso tra le mani.
"Perché...beh in realtà è assurdo...ma anche quando ti odiavo, sentivo che c'era qualcosa che mi portava a stare con te" faccio una pausa, sospirando.
"Sai quando prima ti ho detto di quel vuoto?"
"Si" la guardo, sorridendole, per poi avvicinarmi ancora di più.
"Solo tu riesci a riempirlo" i suoi occhi diventano improvvisamente dolci. Così lontani da quelli che ho conosciuto in carcere.
Non dice nulla, ma il sorriso che le spunta sul viso mi basta.
Mi alzo da lei e mi allungo verso il pulsante della luce, spegnendola. Le prendo la mano e la tiro verso di me, mentre mi sdraio.
Lei capisce subito e si mette di fianco a me, mentre io sistemo la mia testa sulla sua spalla, avvinghiandomi subito dopo.
Le sue mani finiscono sulla mia vita, e metto la testa nell'incavo del suo collo.

Cosa mi porta ad amarti? -Zurena-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora