Capitolo 19 (perdere la testa)

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"Minuti in cui voglio quelle bellissime labbra sulle mie".

Le faccio un sorrisetto malizioso e lei si fionda su di me, mordendomi le labbra e baciandole. Cerca di far entrare la lingua, che subito riceve l'accesso, avvinghiandosi alla mia. Le metto le mani sui fianchi e li stringo forte, tirandola su di me.
Ho una voglia folle di averla.
Ho voglia di farla mia.
Di poterla toccare davvero.
Infilo le mani sotto alla sua maglietta e lei non mi ferma, cosi continuo, finendo sui suoi seni.
"Mh...Bionda...non esagerare"
"Sei tu che hai iniziato"
"Tra poco verranno a chiamarci per il turno"
"Hai detto 20 minuti"
"Si ma non ho un orologio, ho detto più o meno" annuisco e riprendo le sue labbra. Voglio sentire il suo sapore senza fermarmi mai.
Vorrei poterla baciare sempre, morderle le labbra, toccarla.
Le stringo i seni, facendola gemere.
Mi spinge contro al letto e mi fa sedere, mentre lei si mette in ginocchio davanti a me. Apro le gambe per accoglierla e i nostri corpi tornano attaccati, mentre le sue labbra finiscono sul mio collo, che divora.
Le prendo la testa e la spingo su di me, pregando che questi 20 minuti non finiscano mai. Vorrei che il tempo si fermasse e ci lasciasse vivere questi momenti.
Momenti che con Zulema sono sempre incerti. Sempre precari.
La bacio, mordendole il labbro inferiore con forza, immersa nei miei pensieri.

"Cazzo Bionda..." si stacca e noto il suo labbro sanguinare, mentre se lo tocca con una mano.
"Oddio scusa io..." non mi lascia nemmeno finire, che riattacca le sue labbra alle mie.
"Non importa...credi che mi faccia effetto un labbro morsicato?" Ridacchio e le metto le braccia dietro al collo, mentre lei riprende a baciarmi il collo.
Le sue mani entrano sotto alla mia maglietta, cosa che ancora non aveva mai fatto. Sono fredde a contatto con la mia pelle bollente, che si riempie di brividi al suo tocco.

"Non porti il reggiseno?"
"Mi fa irritazione" le dico sorridendo, furba.
"Ma guarda..."
"Andiamo...vuoi dirmi che non avevi mai notato che ero senza?" Le dico accigliata.
"Secondo te?" Dice sulle mie labbra.
Gliele  guardo con voglia, mordendo poi il mio labbro inferiore. Mi avvicino ulteriormente al suo viso e sfioro le sue labbra.
"Sinceramente sono sicura di averti vista più volte guardarmi"
"Mh..." fa la sua solita smorfia che fa quando pensa: arriccia le labbra e socchiude gli occhi.
"Mi stai facendo perdere la testa...lo sai?" Annuisco e sorrido nel sentirla.
La tiro su di me e baciandola dolcemente la stringo, per averla più vicina. Si muove un po e poi la vedo spingermi sul letto, facendomi sdraiare e mettendosi sopra di me, a cavalcioni. Si abbassa e mi morde il collo, mentre la sua mano mi tocca la mia zona più sensibile da sopra i pantaloni.
Comincio a gemere e a stringerla. L'ultima volta che mi ha toccata mi ha lasciata a metà. Voglio venire per lei. Le prendo le labbra e le mie mani vanno nei suoi capelli, che stringo.
"Ahh...Zulema" aumenta la pressione delle sue dita, che continuano a rimanere fuori.
"Bionda...shh" mi tappa la bocca con una mano, mentre con l'altra raggiunge la mia intimità, facendomi mordere la sua mano, per non fare rumore.
Entra dentro di me e averla sopra di me, attaccata al mio corpo, è ancora meglio di farlo su un freddo lavandino. Metto la testa nell'incavo del suo collo e le lascio qualche bacio di tanto in tanto, mentre le sue dita fanno dentro e fuori con rapidità.
"Ahhh..." gemo sentendo la mia intimità pulsare, quasi sul punto di ricevere il piacere più grande.

"Dimmelo..."
"Cosa?"
"Dimmi cosa vuoi"
"Zulema ti prego..." ho il respiro accelerato e la mia voce esce strozzata.
"Ti prego cosa?"
"Oddio..." rallenta il suo movimento e io le rivolgo un'occhiataccia.
"Non è difficile" la guardo e inarco la schiena, spingendo il bacino contro alle sue dita.
"Ferma"
"Zule...cazzo"
"Parla"
"Okay hai vinto. Fammi venire cazzo!"
La vedo sorridere maliziosamente, per poi attaccarsi alle mie labbra e accelerare nuovamente il suo movimento.
"Mh..." ansimo sulle sue labbra, che mordo di tanto in tanto.
Sento le sue dita farsi sempre più strada dentro di me, finché la mia intimità non inizia a contrarsi.
"Ahhh...Zulema" mi stringo a lei, incapace si capire nulla.
Sono in estasi, tra le sue braccia.
Sotto di lei.
Porto la testa indietro proprio quando sento di essere all'apice.
"Guardami" riporto la testa dritta e quando incollo i miei occhi ai suoi, vengo sulle sue dita, urlando il suo nome.
"Dio mio"
Mi bacia il collo e il petto lasciato scoperto dalla scollatura della canottiera.
"Credo sia il mio turno" rovescio le posizioni, ma lei mi blocca, prendendomi i polsi.
"Ti prometto che ti lascerò fare. Ma non adesso. Non c'è il tempo"
"Non avevi detto che tu non prometti mai?"
"Stai zitta" mi da una piccola spinta e io ridacchio abbracciandola.
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"Ahia cazzo!" Lascio la pentola, che si riappoggia bruscamente al fornello, facendo un grosso frastuono. Mi guardo il dito leggermente bruciato, per poi girarmi verso Zulema che ride, divertita dalla scena.
"Ti fa ridere?"
"Molto. Sei un disastro" mi sorride, complice e io la guardo cercando di rimanere imbronciata, ma poi scoppio a ridere.
"Okay...continuate a cucinaree!! Dai su su! Se non facciamo questa roba nessuno mangia!" Antonia cammina rapida tra i fornelli e spartisce ordini. Il turno del pomeriggio è quello più pensante. Una volta ogni due settimane dobbiamo fare sia il pranzo che la cena, avendo come semplice pausa 15 minuti.
Mi metto a pelare le patate per la cena e per un attimo mi fermo a pensare, mentre la pioggia ancora scende dal cielo, implacabile.

Cosa mi porta ad amarti? -Zurena-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora