Capitolo 84 (Estas muerta Rubia)

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"Sei pronta?"

"Per conoscere tua figlia?..." dice, fingendo di pensare.
"No" aggiunge poi.
Rido e le cingo la vita con le braccia, per poi darle un bacio sul collo.
"Sei una cazzo di ruffiana" rido ancora nel suo collo, soffiando aria che la fa rabbrividire.
"Zulema le piacerai. É...beh mi ricorda te"
"Mh...com'è possibile che una piccola bambina, per altro figlia tua, assomigli a me?" Dice accigliata, mentre mi fa indietreggiare, facendo appoggiare delicatamente la schiena al cancello principale.
"Credimi...é possibile. E poi lei...ti conosce già"
"Que?"
Abbasso lo sguardo un po imbarazzata, pensando a quanto mi prenderà in giro per averla fatta a sua immagine.
Capelli mori.
Occhi verdi.
Il suo nome.
E tutte le storie che le ho sempre raccontato da quando é nata, riguardo all'araba pericolosa e spietata.
"Beh..." scuoto la testa, per poi prenderle il viso.
"Senti entriamo. Lo capirai una volta dentro..."
"Mh...Maca...hai parlato a tua figlia di me?"
"N-No...cioè..." ride nel vedermi in difficoltà, e io abbasso la testa, non scrociando mai il suo sguardo.
Noto che si morde il labbro inferiore, mentre sorride e poi mi prende il viso, sollevandolo, per poi baciarmi.
"Lo hai rifatto..."
"Cosa?"
"Abbassare la testa e arrossire.." sorrido, ricordando come la eccita questo mio atteggiamento.
Me lo ha sempre detto, e quasi mi ero dimenticava cosa voleva dire.
Avvicino nuovamente le nostre bocche, cercando un contatto.
Muove un po le labbra sulle mie, e io faccio lo stesso, per poi staccarci.
"Dio mi sei mancata..." dico, appoggiando la testa alla sua spalla, abbracciandola, mentre le sue mani mi accarezzano la schiena, delicate.
"Anche tu..."
Mi stacco e appoggio la mia schiena al cancello, tirandola su di me dai fianchi.
Metto le mani sotto alla sua maglietta e sorrido, sentendo la sua pelle reagire al mio contatto.
Mi mordo il labbro inferiore, mentre lei gira un po la testa di lato, guardandomi maliziosa.
"Macarena togliti immediatamente quell'espressione dalla faccia..."
Rido, avvicinando il viso al suo e sfiorando le sue labbra, su cui sussurro.
"Perché? Non posso guardarti cosi?"
"Se vuoi che conosca tua figlia no. Perché sto per portarti in quella camera e non farti uscire mai più..."
Sorridendo sposto le mie labbra verso il suo orecchio, mentre le mie mani continuano a stare sui suoi fianchi, toccando la pelle sotto alla maglietta.
"Voglio recuperare ogni singolo secondo di questi otto anni..." sussurro, e quando mi stacco noto i suoi occhi chiusi, facendomi ridere.
"Tutto okay Zule?" Chiedo ironica, facendo una finta espressione allarmata.
Con una mossa rapida, la sua mano è sulla mia gola, spingendomi contro al cancello, che fa rumore per l'impatto.
La sua bocca a due centimetri dalla mia.
"Sono otto anni e mezzo, per la precisione" dice lei, facendomi sorridere, per poi premere un po sulla mia gola, facendomi gemere.
"Ti farò mia in mille modi diversi sappilo..."
Sorrido e poi porto le mani dietro al suo collo, tirandola sulle mie labbra.
La bacio castamente e poi mi stacco, mentre le accarezzo i capelli con le mani.
"Non vedo l'ora..." sorrido e lei fa lo stesso, mollando la presa sul mio collo, che diventa invece una mano posata sul petto.
Si avvicina e prende nuovamente le mie labbra, mentre porto le mani sul suo viso, accarezzandola.
Cerco un ingresso con la lingua, che lei subito mi concede e trovo la sua.
Sento le sue mani sulla mia pelle, sotto alla maglietta, che stringe, facendomi gemere nella sua bocca.
Si stacca e mi guarda, con quegli occhi profondi che tanto mi erano mancati.
Sorrido, appoggiando la testa al cancello, e noto come il suo sguardo si posa su ogni parte di me.
Ma non in modo malizioso.
Non eccitata.
Semplicemente mi osserva.
Come se volesse imprimere nella sua testa ogni centimetro di me.
Mi guarda esattamente come si guarda una persona che non si vede da tanto tempo.
"Sai cos'ho dimenticato prima?"
Dico ad un tratto, mentre lei mi fa un cenno con la testa per continuare.
"Il tuo profumo" fa scattare gli occhi nei miei, e io sorrido, per poi mettere il viso nell'incavo del suo collo.
"Quando ti ho abbracciata al locale e ho sentito di nuovo questo..." dico baciandole il collo, mentre la mia mano accarezza con le punta delle dita l'altro lato del suo collo.
"...ti giuro Zulema che ho respirato di nuovo" mi accarezza la testa, per poi darmi un bacio sulla fronte.
"Io cercavo di tenere nella mia mente ogni singolo particolare del tuo fottuto viso. Cercavo di tenere tutto...ma era impossibile dopo un po. Sono stata in una cella di isolamento per cosi tanto che...non ricordavo nemmeno com'era stare fuori. E il ricordo di te era l'unica cosa che mi dava la forza..." alzo la testa, cercando i suoi occhi e sento quanto lei abbia sofferto.
Me lo trasmette.
"Zulema..."
"No...davvero Bionda non mi va adesso. Non voglio pensarci. Voglio entrare e conoscere tua figlia...dico davvero" sorrido, sinceramente, e poi lascio che lei avvicini le labbra alla mia fronte, baciandola.
"Ti amo Zule"
"Anche io Amor" nel sentire il soprannome rabbrividisco, per poi guardarla.
"Que? Te n'eri dimenticata?"
"No...però ho fantasticato di poterlo risentire cosi tante volte, che adesso che me lo stai dicendo, lo fa sembrare mille volte meglio"
Sorride e mi bacia, per poi abbassarsi e posarne uno anche sul collo.
"Entriamo?"
Annuisco e le prendo la mano, mentre lei intreccia le dita alle mie, incamminandoci dentro.

Cosa mi porta ad amarti? -Zurena-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora