(1 mese e mezzo dopo)
Vengo dimessa dall'isolamento, dopo che mi hanno fatto mettere la divisa nera. Percorro i corridoi spogli e freddi, che mi fanno appesantire il petto. Sospiro, pensando a quanto sia passato dall'ultima volta.
Il suono delle celle che si aprono e si chiudono continuamente, senza permetterti un secondo di silenzio.
Le urla delle guardie e della altre detenute.
Sfioro il muro con le dita, mentre cammino e poi guardo il mio corpo, coperto dagli indumenti neri di quelle considerate pericolose.
Sbuffo una risata isterica, per poi passarmi una mano sul viso.'come ci siamo finite qua?'
Chiedo a me stessa silenziosamente, pensando a come sia successo tutto in cosi poco tempo, mentre tocco la stoffa della giacchetta.
La stessa che mi diedero dopo la prima fuga con Zulema.ZULEMA.
Il pensiero della donna più bella e perfetta del mondo mi torna alla mente, facendomi fremere dalla voglia di vederla.
Percorro di fretta i corridoi del carcere, mentre i miei occhi cercano un caschetto nero e iridi verdi.
Non mi importa niente del resto, delle altre.
L'unica cosa certa é che voglio stringerla e sentire il suo profumo.
Baciarla, toccarla.
Non so se l'hanno già liberata, o se la tratterranno ancora.
Non so se ha ancora i capelli della stessa lunghezza, o più lunghi, e non so nemmeno come stia.
Sono passati troppi giorni e ognuno di quelli era peggiore.
Ognuno mi faceva stare peggio.
Ogni giorno senza lei accanto, mi faceva sprofondare sempre di più.
Ricordo il secondo giorno dopo il nostro arrivo in carcere, il mio compleanno.
Non potevo credere di doverlo passare in carcere, in isolamento, quando fino al giorno prima lo stavamo organizzando in un locale.
Quando stavo scherzando con Zulema riguardo all'abito da indossare.
Sentivo la sua mancanza come aria, dopo aver vissuto con lei per cosi tanti mesi.
Dopo averla avuta accanto 24 ore su 24.
La cosa che mi é mancata di più, é stato il dover dormire senza di lei.
Senza il suo profumo con cui mi addormentavo e le sue carezze con cui mi risvegliavo.
Senza il suo corpo caldo che mi stringeva.
Mi é mancato tutto.
E voglio riaverlo.
Adesso.Incontro Saray, che mi sorride, battendo sulla ringhiera delle scale che portano al piano superiore delle celle.
"Ahhh la puta rubiaaa! Mi chiedevo quando ti avrebbero rilasciato!" Mi abbraccia, e io faccio lo stesso, mentre un enorme sorriso mi si forma sul viso.
"Saray la tuta nera ti dona"
"Disse quella che ormai la indossa di routine"
"Divertente" ridiamo entrambe, finché due mani conosciute mi si posano sugli occhi.
Le tocco e sorrido.
"Ciao Rizos" mi volto e l'abbraccio.
Finalmente posso stringere qualcuno.
Toccarle.L'isolamento ti distrugge mentalmente.
Ti porta via quello che ti fa rimanere umano: il rapporto con le persone a cui tieni.
Ti strappa quel poco che ti fa rimanere lucido, che ti permette di sentirti vivo.
Ti toglie tutto ciò di cui hai bisogno: amicizia, amore.
Le uniche cose che ti possono salvare all'interno di un ambiente come la prigione.
Ti fa pensare di essere finito, di essere arrivato al limite e ti toglie la lucidità di capire cosa davvero sta succedendo.
Le luci costantemente accese ti fanno perdere il conto dei giorni, delle ore, dei minuti.
Minuti che sembrano durare ore.
Non hai la minima idea di quanto quella situazione possa durare.
Devi riuscire a capire cosa davvero ti può far sopravvivere.
Mi sono allenata.
Ho letto libri.
Ho contato i giorni, che poi inevitabilmente ho perso dopo il quinto.
Ma l'unica cosa che mi ha fatto andare avanti, é stato sapere che avrei rivisto Zulema.
Dovevo resistere per lei.
Per noi.
Per l'amore che proviamo l'una per l'altra.
Questo mi ha permesso di non esaurirmi."Ma che bella scenetta" subito mi stacco da Rizos nel sentire quella voce, e sorrido, per poi voltarmi e alzare la testa verso l'alto, da cui proveniva il suono.
Zulema é appoggiata alla ringhiera gialla, mentre la sua tuta nera risalta.
"No continua...io aspetto" ormai tutti sanno della nostra relazione.
Siamo state poco caute la prima volta, e ormai non ha senso fingere che non sia cosi.
Mi mordo il labbro inferiore, mentre i miei occhi la scrutano.
È dimagrita ancora, cosi come tutte, per il cibo schifoso che spesso abbiamo saltato.
I suoi capelli sono ancora a caschetto, belli e perfetti.
Probabilmente l'hanno rilasciata già da un po, e si é tagliata i capelli, mettendoli a posto.
Scuoto leggermente la testa, mantenendo il sorriso, mentre alcune detenute la guardano.
"Que? Andatevene" dice in tono stronzo, facendole andare via.
Sbuffo una risata, per il suo carattere che un po mi é mancato: la Zulema stronza di cui mi sono perdutamente innamorata.
Salgo rapidamente le scale, e la raggiungo, gettandomi tra le sue braccia.
Infilo il viso nell'incavo del suo collo, inspirando il suo profumo perfetto.
"Zule..." sussurro, mentre le mie braccia la stringono, senza volerla lasciare andare mai più.
Sento che lascia un sospiro di sollievo, mentre le sue braccia mi tengono, mostrando protezione.
Lo fa apposta.
So che è cosi.
Vuole mostrare che nessuno mi deve toccare.
Che sono sua.
Che non devono farmi del male.
Lo sento nel suo modo diverso di stringermi, e tenermi.
"Maca non qui" mi stacco, seguendola nella sua cella.
"Ti hanno detto la tua?"
"Si. È due più in la della tua" dico, mentre entriamo, venendo poi squadrate da due ragazze sedute sul letto, giocando a carte.
"Fuera" dice l'araba al mio fianco, mentre noto lo sguardo delle due cambiare immediatamente, diventando pieno di paura.
È fuori da non so nemmeno quanto e già ha imposto il controllo.
Non deve essere fuori da tanto più di me, perché più o meno ci hanno rilasciate insieme.
Quando la cella è completamente vuota, la vedo dirigersi verso il pulsante rosso accanto alle sbarre.
Lo preme e io sorrido, abbassando poi lo sguardo, mentre il rumore forte della cella che si chiude risuona nelle mie orecchie.
"Mi sei manc-" non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che le sue labbra sono già sulle mie.
Mugugno un verso di piacere su esse, per poi prenderle il viso, tenendolo attaccato a me e accarezzandolo.
Mi fa indietreggiare, facendo poi sbattere la mia schiena sul tavolino posto poco distante, nascosto dall'entrata.
Le sue mani accarezzano con fretta il mio corpo, toccando ogni parte il più rapidamente possibile, come a voler avere tutto.
Raggiunge le mie gambe, e le risale, arrivando ai glutei che stringe, facendomi gemere.
"Rimediamo al compleanno..." dice solo, facendomi ridere, mentre con un gesto rapido mi fa sedere sul tavolino.
Apro le gambe per darle spazio e lei si infila in mezzo, mentre le sue labbra non si staccano nemmeno un secondo dalle mie.
Mi toglie la giacchetta della tuta, che getta su un letto, per poi prendermi i seni e palparli.
Li stringe e poi si stacca, guardandomi.
"Il reggiseno Maca..."
"Zulema...sono allergica"
"Fatteli dare di cotone"
"Non me li danno più"
"Allora se ti vedo senza la giacchetta, con questi bei capezzoli esposti, giuro che mi incazzo" rido, mentre mordicchia la pelle del mio collo, facendomi gemere.
Le accarezzo i capelli, mentre le sue mani sono già sotto alla mia canottiera bianca.
"Zulema...ahh" mi mordo un labbro mentre accarezza con le mani i miei seni, da sotto la maglietta, facendomi rabbrividire per quel contatto che da piu di un mese non sentivo.
"Continua...non staccarti" dico, mentre sento il mio corpo volerla sentire ogni secondo di più.
Non voglio che si stacchi più.
Voglio sentire le sue labbra, che mi sono mancate terribilmente.
Il suo profumo.
Il suo calore.
Una lacrime mi riga il viso, mentre sorrido, nel sentire le sue mani scendere e prendere l'elastico dei miei pantaloni.
"Toglili"
Alzo il fondoschiena per permetterle di sfilarli, mentre la paura che qualcuno possa entrare mi attanaglia lo stomaco.
"Zule..."
"Shh..." mi bacia, facendomi smettere di parlare.
"Aspetta...mh" non smette di baciarmi, e io sorrido, nel sentirla cosi bisognosa.
"Bionda zitta. C'è Saray fuori a controllare" dice rapidamente, per poi togliermi la canottiera, lasciandola sul tavolo.
Libera i miei seni, davanti a lei, e gli slip sono l'unico pezzo di stoffa rimasto sul mio corpo.
"Attaccati" dice, mentre io porto le braccia intorno al suo collo e le gambe intorno alla sua vita.
Mi solleva, tenendomi le mani sui glutei per reggermi, per poi mettermi sul letto, mentre mi si sdraia sopra.
Mi guarda sorridendo e poi si infila una mano in tasca, estraendo la collana che mi ha regalato a Natale.
"Come..." la prendo, sorridendo, e la guardo, toccandola.
Alza le spalle, per poi prenderla e agganciarla intorno al mio collo.
"La riccia l'ha rubata per me mentre puliva" rido e le metto le braccia dietro al collo.
"Adesso tu e la Riccia andate d'accordo?"
"No. Ma mi serviva..." rido ancora, scuotendo la testa, per poi baciarle le labbra morbide.
Ricambia e si china per baciarmi il collo, mentre le sue mani cercano di raggiungere i miei slip.
"Oh no Zulema. Scordati di stare vestita"
"Maca, smettila" mi bacia e so quanto non voglia farsi vedere in questo posto svestita, e priva di protezioni.
Siamo in pieno giorno e la capisco, ma se davvero c'è Saray non deve preoccuparsi.
"Zulema...c'è Saray fuori. Io ho bisogno di toccarti. Se staremo qui dentro per anni non posso non toglierti mai i vestiti" mi guarda un po, per poi abbassare lo sguardo.
Si siede, a cavalcioni su di me, e si toglie la giacchetta, sorridendomi appena.
Quando si sfila anche la maglietta le prendo i fianchi, accarezzandoli, mentre la guardo sopra di me.
Chiudo gli occhi, sorridendo, mentre tocco la sua pelle calda.
Mentre sento il suo corpo sul mio.
Faccio salire le mani sul suo torace, delicata e poi arrivo al suo reggiseno.
Mi prende le mani, tenendole sopra la mia testa, mentre si china sul mio corpo, incollando il suo al mio.
"Mh..." sussurra sulle mie labbra.
"Non cosi in fretta..." sorrido, maliziosamente, per poi girare gli occhi al cielo.
"Cosa devo fare per toccare la bellissima Zulema Zahir di una volta, stronza e pretenziosa?"
"Ah...sono stronza?"
"Assolutamente..." dico ridendo, per poi avvicinarmi alle sue labbra.
"...e pretenziosa" sbuffa una risata e vedo la sua corazza che stava per tornare a erigere, crollare.
Mi piace come ormai le sia impossibile tornare ad essere quello che eravamo una volta qui dentro.
Cosi troppo distanti.
Cosi troppo superficiali.
Ormai siamo legate da qualcosa che va ben oltre e non si può tornare più indietro.
Non possiamo più essere quello che eravamo un tempo, e sa bene che non riusciremo a stare lontane, fingendo di non amarci, perché abbiamo passato cosi tanto tempo insieme da non riuscire più a stare l'una senza l'altra.
"Fanculo....Bionda ti odio" lascia le mie mani e tocca il mio corpo, mentre le sue labbra finiscono sulle mie.
Sorrido, prima di ricambiare.
Faccio scorrere le mani sulla sua schiena nuda, arrivando al gancino del reggiseno.
Glielo tolgo, e lei non obbietta, facendomi sorridere.
Mi chino, baciandole il collo, mentre lei si regge con le mani sul materasso.
"Togli i pantaloni..." dico infilando le dita appena dentro, mentre le bacio la clavicola esposta.
Si alza e lo fa, li sfila, per poi gettare un occhio alle sbarre.
Nessuno ci vede, perché ti devi affacciare per vedere questa parte della cella, e nessuno entrerà perché Saray è fuori.
Le prendo un polso e la tiro di nuovo sul letto, prendendole il viso.
"Non c'è nessuno..." la bacio, premendo forte le labbra sulle sue.
Labbra che mi sono mancate da morire.
In questo mese ho cercato di immaginarmi la loro morbidezza, chiudendo gli occhi, e ho immaginato il suo profumo prima di addormentarmi.
Ma ora che è qui con me, è mille volte meglio.
"E poi..." le metto due dita sotto al mento, attirando la sua attenzione.
"...voglio il mio regalo di compleanno".
Sorride maliziosa a questo e poi mi spinge il petto, facendo toccare nuovamente la mia schiena contro alle lenzuola.
"Mh...e sentiamo...vuoi una torta in ritardo?"
"No...preferisco mangiare te" ride alla mia battuta e poi mi bacia, sdraiandosi accanto a me, con gran parte del corpo sopra al mio.
Intreccio le mie gambe alle sue e le prendo il viso, tenendola attaccata.
Faccio scorrere le mani sul suo seno, che stringo, facendola gemere, per poi scendere e tirarla dalla vita.
"Sei dimagrita troppo..." le dico, preoccupata.
Vedendo la mia espressione mi bacia rapidamente.
"Il cibo faceva cagare, ora recupero. E anche tu sei dimagrita"
"Non è vero"
"Te lo giuro. Hai le tette più piccole" apro la bocca, facendo l'offesa mentre lei ride.
Le do uno schiaffo sulla spalla, facendola ridere ancora di più.
"Stronza!"
"Realista"
"Zulema fanculo! Sei seria?" Dico mentre non smette di ridere.
"Zulema...!"
"No dovresti vedere la tua faccia"
"Okay...mi rivesto..." mi siedo sul letto, pronta ad alzarmi, ma non faccio in tempo a farlo che le sue braccia mi tirano di nuovo giu.
"Dove vai?" Mi dice sedendosi su di me.
"A cercare qualcuno che non disprezza le mie tette" ridacchia, per poi chinarsi sulle mie labbra.
"Hai l'orgoglio ferito?"
"Sei una stronza"
"Mh...non mi ami per questo?" Trattengo un sorriso, e scuoto la testa, mettendo su un finto broncio.
Ride e si morde il labbro inferiore, per poi baciarmi il collo.
"Mi è mancato questo bellissimo collo..." dice mordendolo, mentre io rimango ferma.
"A me non sei mancata..." scende con la bocca, arrivando ai miei seni, prendendo in bocca un capezzolo.
"Mi sono mancate anche le tue tette. Che sono sempre belle e sode...va bene?" Sorrido per una frazione di secondo, per poi alzare le spalle.
"Cosa ti devo dire? A me non sei mancata per nien...mh" mi fermo di parlare quando le sue dita che raggiungono la mia intimità, cominciando a fare cerchi sul mio clitoride da sopra la stoffa degli slip.
"Non ti sono mancata?"
"Mh...no...p-per niente"
"Mh..." scosta gli slip, mentre le sue dita scivolano sulla mia intimità.
"Wow Bionda...per fortuna che non ti ero mancata" dice sentendomi bagnata.
"Stronza...sei proprio stronza" dico, per poi prenderle il viso e tirarla su, baciandole le labbra.
Mordo il suo labbro inferiore, tirandolo leggermente.
Sorride, mentre sento le sue dita stimolare il mio clitoride.
"Ahhh...dio" dico, mentre lei si abbassa a baciarmi il collo.
Le lascio accesso, mentre la mia mano accarezza la sua testa, e l'altra le tiene il corpo.
La sensazione di lei su di me, mentre mi tocca, mi era mancata.
Mi era mancato sentirla e averla.
"Mh..." mugugna un verso di piacere sul mio collo, per poi guardarmi, ansimante e con la bocca aperta.
La guardo, e le lascio un bacio rapido.
Voglio sentirla dentro di me.
"Entra"
"Mh...gia?"
"Zulema entra" le chiedo ancora, e lei stranamente obbedisce.
Le sue dita percorrono le mie pieghe, arrivando poi al mio ingresso.
Stimola un po, facendo dei cerchi, bagnandomi ancora di più.
"Zulema..." infila le dita, che entrano bene in me, scivolando.
"Ahhh..." gemo, mentre getto la testa indietro.
"Ahh...dio" fa dentro e fuori rapidamente, mentre prende un mio capezzolo, torturandolo con i denti.
"Ahhhh...." mi mordo il labbro inferiore, entrando in estasi.
"Zule..." ansimo, e lei alza la testa, che io accarezzo.
"Dio...mi...ahhh..."
"Ti?" Chiede lei, rallentando.
"Mi sei mancata tantissimo" dico, mentre una lacrima mi riga il volto, accompagnato da un sorriso sincero.
"Lo so" appoggia la fronte sulla mia, chiudendo gli occhi, mentre con l'altra mani asciuga la mia lacrima.
Aumenta nuovamente il movimento delle sue dita, facendomi gemere forte.
"Shh..." mi bacia, diminuendo il rumore e io cerco la sua lingua, che trovo subito, per poi avvinghiarci la mia.
Pompa dentro di me, facendomi cosi bene, mentre il piacere si diffonde in me.
Improvvisamente preme il pollice contro al mio clitoride, che comincia a stimolare.
"Ahhh...Zulema..."
"Vieni per me" chiudo gli occhi, e apro la bocca, mentre l'orgasmo si avvicina.
Sento il mio corpo al limite.
Le mie pareti si stringono intorno alle sue dita, mentre continuano a spingere in me.
"Guardami Maca..."
"Ahhhh..." apro gli occhi e le prendo il viso, portando la mia fronte sulla sua.
"Ti amo" dico, facendola sorridere.
"Durante il ses-"
"Vale. Ahhh...ti amo" mi guarda, mentre sento di star arrivando al culmine.
"Ti amo da morire" mi bacia, mordendomi le labbra, mangiandole e facendole sue.
"Vieni Maca...vieni"
"Ahh...sto...sto venendo"
Punto i miei occhi nei suoi e subito vengo, sulle sue dita.Accompagna il mio orgasmo, mentre si china a baciarmi.
"Feliz cumpleaños amor" le sue dita escono, e io spalanco gli occhi rendendomi conto di come mi ha appena chiamata.
La guardo, chiedendomi se si sia resa conto delle sue parole, ma la sua espressione mi fa capire quanto le ha dette così spontaneamente da non accorgersene.
"Amor?" Dico sorridendo, mentre lei sigilla gli occhi, sdraiandosi accanto a me.
Mi alzo, tenendomi su con un gomito, mentre la guardo.
"Amor?" Le ripeto, ridendo appena, mentre lei mi guarda.
"Okay...Maca mi stai facendo passare la voglia..." rido e mi appoggio a lei, stringendola.
"Zulema solo mi sembra strano che tu mi chiami Amor...ma puoi farlo. A me piace"
"Si?" Dice accarezzandomi la schiena.
"Mh...si" la guardo, per poi baciarle lo sterno e mettermi a cavalcioni su di lei.
"Maca...non c'è tempo..."
"Mh...e vuoi seriamente rimanere senza niente? Dopo tutti questo giorni?"
"Saray impazzisce"
"Lasciamola impazzire allora..." dico chinandomi leggermente su di lei, sfiorando le sue labbra.
"...amor" gira gli occhi al cielo per poi baciarmi, facendomi ridere.
"Maca dobbiamo controllarci in mezzo agli altri. Okay?"
"Ti vergogni della nostra relazione?" Chiedo stranita, guardandola mentre mi metto seduta sul suo corpo.
"Che? No" dice inarcando le sopracciglia.
"Macarena non mi frega un cazzo di quello che pensano gli altri della nostra relazione. Lo dico perché non voglio che ci vedano troppo deboli. Sfrutteranno questa cosa a loro favore".
"Va bene..." dico piano, guardandola.
"Cosa c'è?" Dice mettendo le mani sui miei fianchi.
"Mh? Niente"
"Maca...cosa pensi?" Lascio un sospiro, per poi abbassarmi su di lei e mettere il viso nell'incavo del suo collo.
"Che vorrei essere a letto nella nostra casa. Dove avrei potuto chiamarti 'amor' davanti a tutti. Davanti al mondo. Invece ora dobbiamo mantenere tutto segreto. Fanculo"
"Calmati" dice prendendomi la testa.
"Zulema no"
"Si. Se perdi il controllo succede un casino. Smettila. Siamo insieme. Non ti basta?"
"Certo Zulema. Ma non é questo il punto"
"Ah no?"
"No. Ti amo e voglio che lo sappiano tutti"
"Macarena non é un opzione"
"Perché!? Zulema insieme possiamo battere chiunque ci affronti. Lo sai questo..." dico mettendomi di fianco a lei nel piccolo letto.
"Ho detto di no. Basta"
"Sei la solita testarda" dico abbassando lo sguardo.
"Forse. Ma tu rimani l'irresponsabile"
Si alza dal letto, afferrando il suo reggiseno che si mette velocemente, cosi come la canottiera.
Faccio lo stesso, andando verso la scrivania sopra cui ci sono i miei vestiti.
"Ah si? Io sarei l'irresponsabile? E chi é che ha deciso di fare le rapine? Finendo quasi per essere uccisa!? Mh?" Dico guardandola.
"E chi ha insistito per fermarsi su quella cazzo di isola?"
Sbuffo una risata, mentre ho già indossato i pantaloni e la canottiera, dirigendomi verso il letto su cui ha lanciato la giacchetta.
"Divertente...perché credevo fossi stata tu a dare l'ordine per fermarsi, causando la morte della fidanzata della tua migliore amica" si ferma di scatto, guardandomi.
Chiudo gli occhi, pensando a quello che ho appena detto.
"No Zulema scusa...non volevo dire questo..."
"No va nene. In fondo sono io l'irresponsabile. Non ti preoccupare. Smetto di esserlo" fa per uscire dalla cella, ma io la prendo dalla vita, tirandola indietro.
"Nono aspetta. Ti prego non litighiamo" serra la mascella seccata e non posa mai lo sguardo su di me.
"Scusami..." mi avvicino e le prendo il viso, accarezzandola, ma lei continua con il suo atteggiamento.
"Ti prego non intendevo questo. Lo sai. So che lo hai fatto per me"
"Si? Lo sai? Non mi sembrava"
"Scusa. Non te ne andare cosi" prende un gran respiro, per poi sospirare."Tu..." si avvicina, facendomi indietreggiare, mentre mi punta un dito contro.
"...sei molto fortunata..." continua, finché non sbatto la schiena contro la parete.
"...che ti amo" sorrido nel sentirlo e metto le braccia dietro al suo collo.
"So che lo fai per noi. Per sicurezza...ma é necessario?"
"Maca non dico che non dobbiamo farci vedere insieme o cose cosi...ormai lo sanno tutto che stiamo insieme, ma non voglio che ci vedano deboli. Okay?"
"Va bene" dico annuendo.
"Però 'amor' lo dico" gira gli occhi al cielo, prima di schiacciare il pulsante della cella.
"Dios...esci muoviti" dice, indicando fuori.
Rido e poi la supero, dandole un bacio sulla guancia.
"Va bene amor"
"Ecco esattamente questo intendevo"
Rido e vado verso Saray, che si stacca dal muro, facendomi un occhiolino, mentre Zulema mi affianca.
"Non chiamarmi amor"
Rido nel sentirla sussurrare e mi giro verso di lei, che mi guarda seria.
Giro gli occhi al cielo e poi annuisco.
"Va bene"
"Grazie" fa per ricominciare a camminare, ma io le prendo un polso, tenendola li.
Mi avvicino e porto le labbra al suo orecchio."Ti ringrazierò per il regalo...amor"
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Zulema hai fatto un guaio. Adesso Macarena impazzisce😂😂💁🏻♀️❤️
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FORSE ho una sorpresa ahhahaha
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Cosa mi porta ad amarti? -Zurena-
FanfictionZulema e Macarena sono sempre state due anime opposte. Lo Yin e lo Yang. Il buio e la luce. Ma tutto questo forse é dettato da qualcosa di più grande di loro. Una forza. Un destino. Che inevitabilmente le lega e le tiene unite, impedendo che si ucci...