Capitolo 15 (Ciao Maca...)

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Sono passati due giorni da quando Zulama mi ha detto una semplicissima parola che mi ha reso felice come non mi sarei mai aspettata.
Un semplice "si", che racchiudeva tanta verità, che lei non era capace di tirare fuori solitamente.
Ovviamente ha evitato il discorso.
Non ne ha voluto parlare più.
Ma a me va bene cosi per ora.
Mi basta questo piccolo passo che ha fatto verso di me. Un piccolo passo che è servito per creare una piccolissima crepa in quel muro così alto.
Mi basta sapere che prova qualcosa.
Mi sorprendo del fatto di esserne cosi sorpresa. La mia testa in fondo ha sempre pensato che lei fosse una figlia di puttana. Insensibile e senza pietà.
Ma il mio cuore...
Beh quello diceva tutt'altro.
Sono stata una stupida per cosi tanto tempo, evitando di credere a quello che il mio corpo mi stava dicendo con cosi tanta forza.
Le reazioni che avevo nei suoi confronti.
I brividi.
Le scosse.
Il calore.
Non so come ho potuto negare tutto per cosi tanto tempo.
Abbiamo concordato il fatto che nessuno deve sapere nulla di quello che stiamo facendo per ora.
Non voglio che gli altri comincino a parlare, standoci addosso costantemente. In realtà Zulema sembra convinta di non volerlo dire mai, e questo mi infastidisce leggermente.
Perché non vuole?
Perché non vuole condividere la nostra..
Mi fermo riflettendo su come chiamare quello che stiamo facendo. Non ho idea di cosa sia. Ma so che è qualcosa di forte. Che ci lega nel profondo.

"Bionda...ehy" La Riccia mi sventola la mano davanti alla faccia, risvegliandomi dai miei pensieri.
"Ci sei?"
"Ehm...si scusami"
"Perdonala, sai che ha bisogno di tempo per capire quale carta buttare, nonostante perderà sicuramente..." mi giro verso Zulema, che se ne stava tranquilla sul suo letto, con un libro in mano e un sorriso di sfida sul viso.
Appoggio le carte sul tavolo e la guardo, squadrandola.
"Non mi instigare Zulema..."
"Ah no? Senno cosa succede?"
La guardo, cercando di nascondere un sorrisetto che stava per far saltare tutta la nostra copertura.
"Okay ora non partite con i vostri soliti litigi del cazzo" dice Saray rimettendomi in mano le carte, salvandoci il culo. Zulema fa una risatina e poi si rimette a leggere, mentre io ringrazio la gitana con lo sguardo. In fin dei conti sono contenta che lei sappia di noi.
Ci aiuta in queste situazioni e aiuta me. Mi aiuta quando voglio solo crollare oppure mi ferma dal fare pazzie. Mi ricorda con chi mi sto confrontando.
Con una persona che è stata ferita e che ha muri eretti, alti kilometri.
Mi giro leggermente e la guardo, cercando di capire come io mi sia potuta innamorare di lei.
Com'è successo?
Sinceramente non ha importanza come. So solo che è successo. Mi guarda, da dietro al libro e fa un sorrisetto, che non ricambio per non dare sospetti.
Mi giro e butto la carta, chiudendo e vincendo la partita.
"Come cazzo hai fatto scusa?" Dice Saray con la bocca aperta, mentre la Riccia sbuffa buttando le carte sul tavolo, seguita da Bambi e Goya.
Tere ha il turno in lavanderia oggi.
"Bisogna saper giocare" dico guardando Zulema, che si era messa seduta per guardare il tavolo.
Alza le mani in segno di resa e fa un'espressione sorpresa. Per poi rimettersi a leggere, sotto il mio sguardo attento. Mi mordo un labbro pensando a quello che abbiamo fatto dentro quel montacarichi.
Dopo quel giorno non abbiamo più fatto nulla, non ne abbiamo mai avuto l'occasione. Abbiamo i turni in momenti diversi e questo non ci permette di vederci più di tanto. A parte questi momenti, dove abbiamo mezz'ora dopo pranzo per svago. Poi riiniziano i turni. Il prossimo è il suo, che deve andare in cucina, insieme a Saray. Non mi hanno ancora dato il mio lavoro fisso, ogni giorno me ne danno uno diverso.

"Zahir, Vargas, forza alzatevi. Andate a lavorare" una guardia fa capolino, spezzando l'atmosfera divertente.
Lei sbuffa e scende dal letto, appoggiando il libro sulla mensola e stiracchiandosi leggermente.
Esce squadrandomi, facendomi capire che mi desiderava.
Saray mi passa di fianco, sussurrandomi in un orecchio.
"Tranquilla, avrete modo di non mangiarvi solo con gli occhi..." le do una pacca sulla spalla, spingendola e ridendo.  Ringrazio che l'araba sia uscita, senno avrebbe visto la mia espressione completamente rossa e imbarazzata.

Cosa mi porta ad amarti? -Zurena-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora