Capitolo 24 (1 mese)

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"Macarena, mi senti?"
Apro e chiudo gli occhi lentamente, riprendendo coscienza leggermente, ma non vedo praticamente nulla.
Mi sento completamente inerme, non riesco a muovermi.
"Sta perdendo conoscenza dobbiamo portarla in ospedale! Ora!" Mi sento sollevare, mentre un forte dolore non mi permette nemmeno di respirare bene.
La mia mano ancora è stretta a quella di Zulema, che non riesco a stringere, per la mancanza di forze.
"Maca ti prego vivi" sono le ultime parole di Zulema che sento, mentre la barella esce dalla prigione, portandomi via. 

"Macarena rimani con me, mi senti?" Guardo confusa tutti i medici all'interno dell'ambulanza e cerco di combattere contro ogni particella del mio corpo, che mi dice di chiudere gli occhi.
Ma le parole di Zulema riecheggiano nella mia testa, come se fossero l'unica cosa capace di tenermi in vita.
"Cazzo andiamo!! Macarena respira! Il cuore cede!! Macarena non chiudere gli occhi"

Maca ti prego vivi

Il viso di Zulema mi appare davanti mentre lo dice e poi i miei occhi si richiudono, facendo arrivare solo una cosa: il buio.

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(Zulema's pov)

"Calmati cazzo!"
"Come faccio a calmarmi cazzo!! Comee!?" Urlo, gettando contro al muro lo specchietto, che si spacca in mille pezzi.
Mi porto le mani alla testa e milioni di sensi di colpa mi invadono la testa. Sensi di colpa e rimorsi. Due cose che insieme non vanno bene.
Sono una stupida cazzo.
Una donna senza cuore e senza pietà. Lo sono sempre stata e non so perché mi sono ostinata tanto a cercare di non esserlo.
"Puoi piangere Zulema, non è un crimine" mi dice Saray appoggiandomi la mano sulla schiena.
"Non voglio"
"Perché?"
"Smettila! Non voglio piangere e non voglio pensare a lei!"
"Perché non vuoi pensare a lei?"
"Perché io..." mi fermo di botto, scuotendo la testa.
"Continua. Zulema non ti nascondere! Tira fuori il dolore e tira fuori quello che provi" guardo la mia gitana negli occhi.
La mia migliore amica.
Mia sorella.
Lei c'è sempre stata per me, nonostante io sia come sono, a lei non è mai fregato. È sempre andata oltre.
"Zulema ti conosco bene. E so che tutto quello che hai detto a Maca non era vero"
"Non voglio parlare della Bionda" mi alzo dal letto, cercando di evitare la conversazione.
"Zulema basta! Io di solito ti lascio fare...ti lascio nascondere e ti lascio scappare, ma ora no! Sento il tuo dolore da kilometri! Credi che non lo veda? Credi che non mi sia accorta dell'amore che provi verso di lei?"
Mi fermo, girata di spalle e sento i miei occhi diventare lucidi.
Sento i passi di Saray avvicinarsi e poi una mano si poggia sulla mia spalla.
"Credi che non abbia visto la tua preoccupazione quando l'hai vista la per terra?"
Chiudo gli occhi e alzo la testa, stringendo forte i denti, irrigidendo la mascella. Una lacrima mi riga il volto, dopo tanto tempo.
"Vaffanculo cazzo!" Impreco mentre do un forte pugno al muro, provocandomi un enorme dolore alla mano.

"Smettila...hey" mi fa voltare e quando vede il mio viso, rigato dalle lacrime, mi abbraccia forte. Subito non ricambio, persa nel primo pianto dopo la morte di Fatima. Quella volta era stata l'ultima, ma ora, è un dolore diverso. Quello di Fatima era un dolore di una madre, distrutta e disintegrata dal sistema. Questo dolore, è un dolore che non credevo di poter provare.
Che credevo che una come me non potesse nemmeno avere.
Il dolore per una persona che mi ama, e che ha cercato di salvarmi.
Una persona a cui ho mentito spudoratamente per paura.

"Si" dico quando mi stacco dalla gitana, ora anche lei con gli occhi lucidi.
"Si cosa?"
"Si le ho mentito. E ho mentito a me stessa per cosi tanto tempo. Ho voluto credere che non provassi niente. Che fosse solo sesso. Che lei non significasse nulla"
"Ma?"
"Ma quando l'ho vista la per terra, inerme e quasi priva di coscienza, ho capito la verità. Come se non potessi più nascondermi dietro al muro che ho inalzato, cosi lo chiami no?" Dico abbassando lo sguardo e cercando di fare un sorriso tirato, per smorzare la tensione.
"Vai avanti"
"Saray..."
"No continua...fidati di me Zulema. Ti sentirai meglio. Che verità hai capito?"
Chiudo gli occhi e ripenso alla Bionda sdraiata per terra, senza forza e contorta dal dolore.
"La verità che ho nascosto a me stessa per troppo. Una verità che mi fa paura, perché quando sono con lei, non mi importa più di niente. Quando ho lei, mi sento diversa...
mi sento..."
"Migliore" dice Saray finendo la frase al posto mio, sorridendomi.
Le lacrime cominciano a scendere sul mio viso, bagnandomelo.
"Starà bene Zule"
"Non lo sai"
"Hey! Guardami! Se c'è una cosa che sappiamo della Bionda è che è difficile da uccidere" rido, pensando a come ho tentato di ucciderla cosi tante volte, senza mai riuscirci. La mia mente viaggia a quando l'ho tirata fuori dalla lavatrice. Quando le mie labbra hanno toccato le sue, qualcosa è scattato dentro di me. Ho negato tutto, cercando di scappare da me stessa, quando in realtà la cosa era evidente.
Deve farcela.
Deve tornare da me.

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(Maca's pov)

Apro lentamente gli occhi, sbattendoli e cercando di mettere a fuoco tutto. Faccio una smorfia di dolore, mentre nelle orecchie sento un bip bip incessante. Mi giro ed è la macchina del cuore, che segnala i miei battiti. Metto a fuoco piano piano tutto: la mia flebo, la stanza, enorme e dipinta di azzurro.
Cerco di alzarmi leggermente, ma sento un dolore nell'addome che mi fa gemere.
Infilo una mano sotto al lenzuolo, per poi entrare dentro alla maglietta. Quando tocco la mia pancia, sento una garza enorme che mi stringe.

"Macarena! Ti sei svegliata finalmente"
"Si...lei chi è?"
"Io sono il dottor Fitz, ma puoi chiamarmi Luca. Sono stato io ad operarti"
"Operarmi? Cos'è successo?"
"Mh...non ricordi nulla?" Cerco di ricordare e come se stessi sognando, tutti i ricordi riaffiorano, passandomi davanti rapidi.
"Oh mio dio"
"Tranquilla, è normale. Ti stai ancora riprendendo, hai dormito per molto. Il tuo cervello ha bisogno di tempo".
"Per molto? Quanto tempo sono rimasta qua?"
"Lascia che ti spieghi" annuisco, mentre lui prende la mia cartella, sedendosi di fianco a me.
"Guarda...questa è la lastra de tuo addome quando sei arrivata" apre la cartella e mi passa la lastra.
"Vedi questa?" Indica una grossa macchia nera, che non so cosa sia.
"Si...cos'è?"
"Beh inizialmente era quella che noi chiamiamo: Aneurisma dell'aorta addominale" inarco un sopracciglio, non capendo nulla di quello che sta dicendo.
"Ti spiego meglio" dice ridendo.
"Nel linguaggio di noi mortali, l'aorta come sai è la vena principale che parte dal cuore. L'aorta addominale, arriva appunto all'addome. La tua aorta aveva un problema patologico, ossia era dilatata, con le pareti molto delicate. Da quanto ho visto sulla tua pancia, devi aver sbattuto forte, perché avevi un grosso ematoma, e questo ha provocato la creazione di un emorragia interna"

Le immagini di Zulema che mi spinge violentemente in bagno, mi tornano in mente come un flashback. Cazzo.

"Quindi mi sta dicendo che è stata la botta che ho preso a farmi sanguinare?"
"Esatto"
"Si ma perché ho cominciato a sentirmi male dopo cosi tanto tempo?"
"Perché i sintomi di un'emorragia non si avvertono mai nel momento esatto in cui si verifica, anzi...a volte non si verificano mai. Sei stata fortunata nella tua sfortuna" annuisco e abbasso la testa, toccandomela con una mano.
"Comunque quando sei arrivata eri in condizioni gravi. Avevi perso parecchio sangue ed eri priva di sensi da un po. Non credevo che il tuo cervello potesse uscire dal coma devo essere sincero, credevo che il sangue non fosse affluito al cervello per troppo tempo. Ma eccoti qua! Non so cosa ti abbia dato la forza, ma tu hai combattuto tanto"
L'ho fatto.
Ho combattuto.
E tutto per lei.
Per tornare da lei.
Quelle parole che mi aveva detto quel giorno mi erano rimaste in testa, come scritte in indelebile: vivi ti prego.
"Si...però aspetti...coma?!"
"Si, dopo l'intervento sei stata messa in terapia intensiva, entrando in coma"
"Quanto sono stata in coma?"
"Un mese Maca"
"COSA?!"
Un mese.
Come dannazione è possibile.
Mi è sembrato una settimana.
Nemmeno.
"Oh mio dio"
"Ora sei qua però!"
"Grazie a lei! Non le sarò mai grata abbastanza"
"È il mio lavoro" mi fa un occhiolino e si alza dal letto, riordinando i fogli nella cartella, per poi andare verso la porta.
"Ah Maca...starai qua un altro giorno, per riprenderti, ma poi dovremmo riportarti in carcere, siamo obbligati".
"Va bene..."

Abbandona la stanza, lasciandomi immersa nei miei pensieri più dolorosi.
La mia mente viaggi a Zulema e alla sua faccia sul mio viso. La preoccupazione che le ho visto negli occhi è stata la dimostrazione più bella che potessi avere. Nonostante fossi quasi priva di coscienza me la ricordo molto bene. Mi teneva la mano forte, mentre i sui occhi trasparivano paura pura.
Devo tornare da lei.
Dirle che sto bene.
Dirle...
Mi blocco pensando a cosa stavo per dirle.
Stavo per dirle quelle due parole magiche, che forse in quel momento erano le più sbagliate.
Ho avuto paura di non farcela, e volevo che lei sapesse.
Voglio riabbracciarla, baciarla, toccarla e dirle...

...che la amo.

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Maca passione coma 😂😂😩😩❤️
Cmq scusate ma dovevo troppo! Asia🤝passione medicina AHAHAHAH❤️ vi amo
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Instagram: Iamasiatomei

Cosa mi porta ad amarti? -Zurena-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora