Capitolo 36 (Ti sei presa tutto)

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(Siccome mi voglio bene, l'ho scritto con questa canzone😊)

Mi sveglio con un mal di testa assurdo. Mi porto la mano sulla testa, cercando di fermare il forte pulsare delle mie tempie.
Devo essermi addormentata nuovamente dopo che Saray se n'è andata, dicendomi di riposare. Non avevo chiuso occhio, se non forse mezz'oretta, nonostante fosse passata una notte intera, perché ho pianto ininterrottamente. Mi sono addormentata perché ero stremata dal pianto, dal dolore e dal senso di colpa per averla abbandonata su quel cazzo di tetto da sola.
Faccio una smorfia di fastidio, per poi gemere di dolore, muovendo la mano fasciata appoggiata al materasso. La guardo, e cerco di muoverla, riuscendoci, quindi non è rotta. Appoggio nuovamente la testa al cuscino, sentendo quel vuoto che ormai è un tutt'uno con me. Sento un macigno sul cuore che mi impedisce di respirare.
Sento di non avere più aria.
Un'aria che solo lei può restituirmi.
Ho bisogno di lei. Ho bisogno delle sue braccia, della sua pelle, delle sue labbra morbide. Ho bisogno del suo profumo, cosi buono da farmi andare in estasi. L'unica cosa capace di tranquillizzarmi.
Non posso.
Non posso continuare senza di lei.

Mi alzo dal letto di scatto, sentendo la testa farmi male per lo sbalzo improvviso, ma non ci do molto peso, mentre comincio a prendere le scarpe, i pantaloni, la giacca.
Mi farò arrestare.
Tornerò da lei e staremo insieme.
Non mi interessa se dovrò tornare in carcere per farlo.
Lei parla tanto di libertà, ma non ha capito che nonostante io sia qua fuori, libera, l'unica cosa che sento è dolore.
Mi sento prigioniera del mio stesso dolore. Di me stessa. Dell'amore che provo verso di lei.
Sono rinchiusa nonostante sia libera.
La mia libertà è la dentro con lei.
Per quanto so sia assurdo, sorrido, pensando a quanto la mia libertà non dipenda più da un posto, un luogo, ma da una persona. Sorrido al pensiero di me e lei insieme, mentre fondiamo i nostri corpi o mentre ridiamo, per una battuta o una provocazione.
Una lacrima mi riga il volto, solitaria, mentre mi sto infilando i pantaloni.

"Maca hey sent-...cosa stai facendo?!" Saray apre la porta e si blocca, guardando ogni mio singolo movimento. Non mi fermo nonostante sia entrata e non le rispondo, sapendo bene che mi impedirebbe di andare da lei.
"Macarena dove stai andando?" Mi dice bloccandomi un braccio, mentre mi sto infilando le scarpe.
"A fare una passeggiata" dico fredda senza nemmeno guardarla.
Sono distrutta e determinata a tornare da Zulema.
"No...Maca guardami..." non la ascolto, continuando ad allacciarmi le scarpe, con una leggera fretta. Devo riuscire a contattare quel cazzo di pilota.

"Macarena!" Alza la voce, prendendomi il viso e sedendosi di fianco a me sul letto.
Sono costretta a guardarla e i miei occhi diventano subito lucidi, capendo che Saray sa cos'ho intenzione di fare.
"Lasciami..." sussurro distogliendo lo sguardo.
"Maca so che vuoi andare da lei. Ma qual'è il tuo piano? Andare in Spagna e farti arrestare? Per poi fare cosa? Aumentare la tua pena e rimanere la dentro per non so quanti anni?"
"Sarò insieme a lei almeno..." dico sussurrando mentre mi alzo e mi infilo la giacca.
"Puoi fermarti un attimo per favore?!"
"No"
"Maca cazzo! Lei sapeva che avresti fatto una cosa simile! Per questo ti ha dato la lettera...lo capisci?! Lei non vuole che tu stia la dentro. Vuole che tu sia libera qua fuori e-" la interrompo bruscamente, alzando la voce mentre le lacrime ricominciano a scendere sul mio viso.
"E un cazzo porca troia! Io non mi sento libera! Mi sento tutto tranne che libera Saray. Mi sento schiacciata. Schiacciata da un peso che non riesco a sopportare. Non riesco a respirare e non riesco a fare niente. Ho bisogno di lei e non mi frega di quello che vuole!"
Mi accascio per terra, con la schiena contro al muro e le mani sul viso, mentre mi sento morire.
"Maca..." si alza e mi abbraccia, sedendosi di fianco a me.
"Lei ti ama. Ti ama in un modo che nemmeno lei riesce ad immaginare. Mi ha detto che avrebbe accettato il patto. Mi ha detto che avrebbe collaborato con la polizia se fosse andato male il piano e che avrebbe tolto alla sua pena più anni possibili. Per te. Ma questo non perché vuole che tu la aspetti. Lei vuole che tu vada avanti. Vuole che non ti faccia abbattere da lei"
"Ma è quello che mi sta facendo. Non posso aspettare 8 anni Saray. Non posso lo capisci!? E poi-"
"Macarena..." la Riccia entra dentro la camera di corsa, chiamandomi e interrompendo il mio discorso.
"Riccia non ora, stiamo.."
"Saray...zitta...Maca tieni" mi allunga un telefono e io scuoto la testa.
"Non voglio parlare con nessuno"
"È Zulema..." dice con il fiatone per la corsa e nel sentire il suo nome mi congelo, per poi alzarmi di scatto e afferrare il telefono.

Cosa mi porta ad amarti? -Zurena-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora