Capitolo 37 (Amore Devastante)

1.3K 97 57
                                    

(Un mese dopo)

"Dai Saray smettila di fare la santa, sappiamo tutte che non lo sei" dice la Riccia ridendo, mentre siamo sedute ad un tavolo di un locale sulla spiaggia. Sono circa le 20 di sera e nonostante questo fa veramente caldo.
"Ha ragione, non puoi farle la ramanzina...Gaia perdonala" dico rivolgendomi alla ragazza al fianco della Riccia. Nelle ultime due settimane ha conosciuto questa bellissima ragazza, che sono certa le fa bene. È giovane, sulla trentina, capelli e occhi castani, e ha un carattere stupendo. È molto solare e divertente e credo che alla Riccia faccia bene una persona come lei al suo fianco, ma lo sguardo di Saray è triste. Hanno provato a rimettersi insieme, ma hanno litigato subito. Sono troppo diverse e in un certo senso mi ricordano me e Zulema. Una fitta mi pervade lo stomaco quando il mio pensiero ricade sulla mora e faccio un grosso respiro, cercando di non piangere. Nonostante sia passato quasi un mese da quella telefonata, non riesco ad andare avanti. Non riesco a non piangere quando penso a lei.

"Va tutto bene?" Mi chiede la rossa al mio fianco.
"Si Sara tranquilla"
"Maca sei strana, sicura vada tutto bene?"
"No sto bene davvero" dico a Sabrina mentre faccio un sorriso tirato.
Gaia, Sabrina e Sara sono un gruppo di amiche a cui ci siamo unite poco più di due settimane fa. Ci siamo viste per la prima volta in questo locale, che da allora è diventato il nostro posto preferito. Siamo sei persone così profondamente diverse, che però si stanno conoscendo con il tempo.
"La Bionda è solo un po stanca" guardo Saray sorridendo, mentre cerca di coprirmi sapendo bene che non è certo la stanchezza a farmi male.
Le sorrido e afferro il mio spritz sul tavolo, bevendone un sorso.

"Volete ordinare?" Dice un ragazzo al mio fianco.
"Certo" dico prendendo il menu sul tavolo. Sento gli occhi del cameriere addosso, che bruciano sul mio corpo. Ha due bellissimi occhi azzurri, che ho notato sin dalla prima volta che siamo entrate in questo locale. È biondo e abbastanza alto. Rispecchia tutti i miei gusti e per come mi guarda, credo di rispettare i suoi, ma decido di far finta di niente.
Ordino, cosi le altre dopo di me e mentre si allontana, mi rivolge un'occhiolino. Sorrido a quella provocazione e abbasso la testa, arrossendo. Improvvisamente mi ricordo di quanto questo gesto facesse impazzire Zulema, e quel macigno torna a schiacciarmi il petto, mentre vari flashback mi tornano alla mente.
Lei che mi alza il mento, tenendomelo poi ben stretto.
Lei che mi bacia, premendo forte le sue labbra sulle mie, per poi mordermele.
I suoi morsi.
Le sua mani su di me.
Le sua carezze.

Vengo risvegliata dai miei pensieri dal suono improvviso del mio cellulare, che vibra e squilla nella borsa. Sussulto, per poi chinarmi e prenderlo.
Quando leggo il suo nome sorrido, guardando poi Saray, che gia aveva lo sguardo puntato su di me, sorridendo.
Dice sempre che quando parlo di lei mi si illuminano gli occhi, come quando una ragazzina prende la prima cotta.
Mi alzo dal tavolo, dicendo alle altre che sarei tornata subito, mentre loro annuiscono, per poi tornare a ridere e scherzare.

Rispondo e sorrido, mentre nel frattempo sono arrivata sulla spiaggia. Mi tolgo i tacchi e li reggo in mano, mentre i miei piedi sprofondano nella sabbia.
"Ciao"
"Ciao" sorrido nel sentire la sua voce roca e profonda dall'altro capo del telefono.
"Mi manchi come l'aria Zule. Sono qua con le altre al locale di cui ti ho parlato e avresti dovuto sentire le cazzate che diceva Saray quando la Riccia-"
"Maca..."
"No Zule questa la devi sentire"
"Macarena..." mi zittisco, sentendo il mio nome completo, pronunciato in un modo così freddo e distante.
Sento il mare bagnarmi i piedi, poiché ho raggiunto mentre parlavo il bagnasciuga. Cammino nella sabbia bagnata avanti e indietro, nervosa, aspettando che continui a parlare.
"Dobbiamo parlare"
"Zulema mi stai facendo preoccupare, cosa c'è?"
Non dice niente e comincio ad agitarmi davvero. Quando Zulema sta zitta non è mai una buona cosa. La sento distante da una settimana e sinceramente non ne capisco il motivo. Ho pensato che possa essere stanca e frustrata perché è in isolamento da un po e so quanto possa far andare fuori di testa.
"Questa cosa deve finire"
"Di cosa stai parlando?"
"Di questa...cosa...tra noi...deve finire adesso"
Ed ecco che in un secondo tutte le mie sicurezze si spezzano e si frantumano, finendo al suolo come vetri di uno specchio rotto.
Il mondo sotto ai miei piedi sparisce, lasciandomi precipitare nel vuoto.

Cosa mi porta ad amarti? -Zurena-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora