Capitolo 5 (Fidati di qualcuno)

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Mi sveglio durante la notte sentendo parlare. Apro lentamente gli occhi e mi guardo intorno, ma non c'è nessuno sveglio.
"No..." mi giro verso Zulema, che si sta agitando nel letto. Ha la fronte sudata e in viso ha un'espressione di dolore, di sofferenza. Scendo piano dal letto e la raggiungo, rimanendo ai piedi del suo.

"Fatima..." sussurra quel nome, mentre continua a girarsi e rigirarsi nel letto. Non posso lasciarla cosi. Non posso tornare a letto facendo finta di non averla sentita.
Prendo coraggio e porto una mano sulla sua spalla, scuotendola leggermente.
"Zule...hey..." non si sveglia, continuando a corrucciare la fronte e a parlare nel sonno. Improvvisamente una lacrima le scende sul viso, cadendo lenta sul cuscino.
"Zulema...svegliati" la scuoto ancora un po', finché non la vedo aprire gli occhi di colpo, mettendosi seduta.
Ha il respiro leggermente affannato e si tiene una mano sul petto, come volendosi proteggere.

"Hey..." le sfioro l'altra mano, che tiene sul letto, ma lei la ritrae subito.
"Sto bene" ed eccola qua.
Eccola la Zulema che si chiude a riccio davanti alle fragilità e alle debolezze. La Zulema che tiene tutti lontano, volendo soffrire da sola, affogando nel suo stesso dolore.
"Non mi sembrava stessi bene"
"Cosa ti ho detto sull'introm-" non la lscio finire e le parlo sopra, alzando leggermente il tono della voce, ma non tanto da svegliare le altre.
"Sai cosa? Tieniti il tuo dolore Zulema" mi giro e salgo di nuovo sul mio letto, mentre lei non stacca gli occhi dal mio corpo, seguendo ogni mio singolo movimento.
Abbassa lo sguardo, riportando la schiena sul materasso, per poi chiudere gli occhi, sotto al mio sguardo attento.
Interrompo per l'ultima volta il silenzio, nella speranza che capisca che io voglio aiutarla.
"Io non mi intrometto, ma tu devi fidarti di qualcuno" detto queste parole la vedo aprire gli occhi, senza però guardarmi.
Fa una risata amara e poi gira la testa verso di me.
"E dovrei fidarmi di te?"
"Beh...si" ride ancora amaramente, per poi puntare gli occhi nei miei.
"Buonanotte bionda" scuoto la testa per poi girarmi dalla parte opposta, dandole la schiena.
"Buonanotte Zulema"
Zulema ha un muro intorno a se.
Una cinta muraria molto alta, che lei ha eretto nel corso degli anni.
Ogni colpo che lei subiva, le faceva aggiungere un mattone a quel muro che ora è forte e resistente.
Un muro che non lascia abbattere da nessuno.
Un muro che la fa essere fredda e stronza. Vorrei farle capire che con me può abbassare un po le sue barriere. Siamo state nemiche a lungo, ma in fondo in fondo, sappiamo molto bene che siamo sempre state dalla stessa parte della guerra.

Mi sveglio prima del solito, con la luce del sole che mi arriva sul viso, attraverso la piccola finestra posta in alto.
Mi stiracchio e mi metto seduta, mentre il mio sguardo cade senza volerlo sull'araba. Dorme, con una faccia tesa e sull'attenti. Lei è sempre stata cosi.
Sin da quando sono entrata, lei non si è mai mostrata debole o fragile. Deve mostrare di avere sempre il controllo di tutto.
"Buongiorno Bionda" cazzo.
Le mie guance diventano rosse e ringrazio che stia tenendo gli occhi chiusi.
"B-Buongiorno..." mi giro e prendo lo specchietto, sopra alla mensola, e mi guardo, notando i segni sulla mia gola che sono diventati più scuri in due giorni. Mi passo le dita sul collo, sfiorandolo.
"Ti fa male?" Abbasso lo specchietto e lei è li che mi guarda, seduta sul letto e con gli occhi fissi sulla mia gola.
"No" le rispondo secca e metto via lo specchietto, scendendo dal letto e cominciando a sistemarmi, facendo piano per non svegliare tutte. Ride e si alza, scendendo anche lei dal letto e stiracchiandosi un po. Con passo lento si avvicina a me, mentre i suoi occhi sono incollati ai miei. La guardo attenta, non capendo cosa voglia fare. Arriva vicinissima al mio viso e porta una mano sul mio collo, accarezzandolo. Le sue dita si posano delicate sulla mia pelle, percorrendo tutto il segno lasciato dalla sua stessa mano. Sento il mio respiro accelerare e il suo profumo torna a inebriarmi il cervello.
I suoi occhi tornano su di me e preme leggermente la mano, facendomi fare una smorfia di dolore.
La vedo chiudere gli occhi e inspirare. Si sta sentendo in colpa?

"Non fa niente..." Mi giro verso il mio letto, abbassando lo sguardo e fingendomi scocciata, ma in realtà non riesco più a capire le reazioni che ha il mio corpo. 
Lei mi prende per un polso e mi fa voltare, arrivando vicinissima al mio viso.
"Scusa" ride mentre lo dice e sembra più una presa per il culo, che una reale scusa. Cosa che mi fa incazzare.
"Vaffanculo Zulema" le do una piccola spinta e mi metto a fare il letto, ma lei non lascia il mio polso e mi fa girare nuovamente.
"Cazzo...la smetti?"
"Vuoi un bacino? Magari ti passa..." sorride e poi si avvicina pericolosamente a me, posando le sue labbra sul mio collo e lasciandoci un bacio leggero, proprio sopra al segno violaceo. Sento la mia pelle reagire a quel contatto, che si riempie di brividi che spero non abbia visto. Odio non avere il controllo sulle mie azioni. I nostri occhi si incatenano, ma poi il mio sguardo cade sulle sue labbra, così vicine.

Veniamo interrotte dal suono stordente delle celle che si aprono e la vedo sorridere, mentre le altre cominciano a svegliarsi. Si allontana da me e mi fa l'occhiolino, per poi uscire dalla cella.
Mi lascia qua, davanti al mio letto, in balia dei suoi sbalzi d'umore e in balia di lei. Cosa mi succede? Perché il mio corpo è attratto così da lei?
"Hey Bionda...hai dormito male? Hai una faccia un po sconvolta" dice Saray scherzando, mentre si stiracchia.
"Vedessi la tua di faccia" le dice la Riccia di rimando, facendo scoppiare a ridere tutte.
"Okay questa te la concedo" dice facendo il segno di abbassare il capello.
"Maca comunque alla notte ti muovi troppo" mi paralizzo nel sentire le parole di Goya. Mi volto e la guardo, non sapendo cosa rispondere.
"Stavo sognando, scusa"
"Incubi?" La riccia si avvicina e mi accarezza un braccio, delicatamente e cercando di essere comprensiva.
"Mh...si più o meno" in fondo in fondo non è tutta una bugia.
Zulema è il mio peggior incubo.
Un incubo che mi sta incasinando la testa.

"Ragazze vado a fare la doccia prima che il bagno si riempi"
"Maca aspetta...sei sicura di stare bene?"
"Certo..." annuisco, prendo le mie cose ed esco dalla cella, dirigendomi in bagno.
Devo capire.
Capire lei e soprattutto capire cosa mi sta cercando di dire il mio corpo.

Non può essere.
Non possono essere attratta dalla persona che più mi ha fatto male al mondo.

Cosa mi porta ad amarti? -Zurena-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora