238 - Non importa

1.3K 47 14
                                    

<E così avete fatto pace, era ora.> Dice Natalie piegando alcuni dei suoi vestiti e mettendoli nell'armadio.

Dopo esser usciti dall'ufficio della preside, siamo andati in caffetteria e abbiamo aspettato gli altri nel mentre che chiacchieravamo con Olivia.

Lì, ci hanno raggiunti solo Soleil, Makenzie, Austin e Kodey dato che gli altri avevano da fare.

Così abbiamo spiegato cos'è successo solo a loro... e ora l'ho raccontato a Natalie.

<Già e... scusa, per tutto.>

<Sta tranquilla Grace. So che hai detto quelle cose perché eri arrabbiata e triste, non ce l'ho con te.>

<Meno male... credevo di perderti.> Ammetto sussurrando alla fine.

Lei si volta sorridendo e dice: <Allora ho fatto colpo su di te! Rompi con Nash e stai con me... non te ne pentirai.> Mi fa l'occhiolino.

<Va bene.> Le sorrido.

<Guarda che scherzavo.> Dice facendo sparire il sorriso dal suo volto. <Non oso immaginare cosa potrebbe farmi Nash.> Aggiunge assumendo uno sguardo preoccupato. <Oh no... peggio delle pene nell'inferno!>

Mi metto a ridere e dico: <Non lo lascio, tranquilla non ti farà niente.>

Tira un sospiro di sollievo e chiude l'armadio per poi sedersi sul mio letto davanti a me.

<Allora, cosa farete per recuperare i giorni in cui non siete stati assieme?>

<Nulla.> Faccio spallucce. <Anzi, devo pensare a cosa portarmi domani pomeriggio per la mia punizione.> Dico sdraiandomi.

<Oh già, di che punizione si tratta?>

<Stare in un'aula con il custode in silenzio e senza tecnologia. Quindi, o porto un libro, o i compiti.>

<Wow, che palle.> Commenta.

<Già.>

<Tanto so già che Nash non se ne starà lì fermo senza fare nulla.>

Sospiro e dico: <Per questo mi siederò lontano da lui e gli dirò chiaro e tondo di mantenere le distanze.>

<Sempre la solita.> Dice sdraiandosi affianco a me.

<Tu? Cos'hai fatto questi giorni?>

<Mah, sono stata un po' qui un po' lì... niente di che.>

<E Jackie? Avete scoperto niente?>

<No, ancora nulla e Jackie ci sta perdendo la testa.>

<Le voci non si fermano, in classe continuano a ridere di lei.> Dico.

<E non solo in classe.>

<Dobbiamo riuscire a capire chi è stato e denunciarlo, cancellare dalla rete quel video e zittire tutti quelli che continuano a ridere di lei o fare battute.>

Natalie sospira alzandosi e dicendo: <Sembra facile detta così.>

<Lo so.> Dico mettendomi seduta. <Ma anche se non è semplice, dobbiamo farcela. Per la nostra amica.>

Natalie annuisce e si alza. <Vado, ho la mia gara con lo skate che mi aspetta e una bellissima donzella che deve ritrarmi. A dopo.> Sorride ed esce dalla stanza.

Così, rimango da sola nella mia stanza.

Decido di fare i compiti per domani e aspetto che arrivi l'ora di cena.

My Boy 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora