247 - Uno stalker

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—"Sono in biblioteca, tu dove sei?"

Il messaggio è di Rod.

Alla fine, durante il pranzo, ci siamo messi d'accordo per stasera.

Ci dovevamo incontrare cinque minuti fa davanti l'ascensore, ma ho avuto un contrattempo e gli ho detto di andare senza di me.

Qual è il contrattempo? I miei genitori.

Mi stanno tenendo in chiamata da un'ora per decidere assieme il giorno delle loro nozze, quando mi sarebbe andato bene eccetera.

E ancora non siamo riusciti a cavarne piede.

<Io dico di farlo a maggio, ti prendi una settimana e stai con noi.> Propone mio padre.

<Ti ricordo che in quel periodo devo studiare per l'esame di fine anno.> Dico.

<Ma quanti esami fate? Quella scuola è un suicidio. E stai lontano dalla famiglia perché la scuola è lontana da casa, il weekend non puoi venire a stare da noi, trentamila esami a quadrimestre... io non ce la farai al tuo posto.> Dice.

<Siamo due persone diverse papà e io riesco a gestire benissimo tutto...>

Certo, tranne la mia vita privata.

<Allora quando? Quando finisce la scuola?> Domanda mia madre.

<Possibile, magari la settimana dove devono distribuire i diplomi.> Dico.

<E Jason? Deve prendere il diploma quest'anno... anche Nash, giusto? A proposito, che fine ha fatto quel ragazzo?> Mi domanda mia madre.

<È... occupato.> Rispondo ed entro nella chat di Roderick per rispondergli.

"Arrivo tra poco, scusami."—

<È successo qualcosa?> Mi domanda mio padre. <Puoi dircelo.>

<Nulla, è solo impegnato. Ora devo andare, ho da fare. Ne riparliamo dopo cena o domani.> Dico.

<Va bene tesoro. Allora ti chiamo domani dopo le lezioni pomeridiane.> Dice mia madre.

<Studia anche di pomeriggio?!> Scatta mio padre.

La mamma sospira e mi saluta.

Chiudiamo la chiamata, prendo lo zaino, che avevo già preparato con il materiale che mi serve, e mi precipito fuori.

Dovrò scusarmi con lui almeno un centinaio di volte... forse nemmeno basteranno.

L'ho fatto aspettare fin troppo dannazione.

<Ehi Grace, dove scappi?> Mi saluta Ace.

<In biblioteca.> Rispondo schiacciando più volte il tasto dell'ascensore.

<Con chi studi? Di solito vai lì per studiare con qualcuno, chi è il fortunato di oggi?> Domanda curioso come al solito.

<Roderick, ci vediamo.> Lo saluto dato che si sono aperte le porte dell'ascensore.

Entra anche lui e schiaccia il tasto.

<Roderick, eh? So che stavate insieme qualche mese fa.>

<Già.> Rispondo.

<Come mai ora siete tornati a frequentarvi? So che la vostra non è stata proprio una bella storia.>

<Si da sempre una seconda possibilità.> Faccio spallucce. <Per lo meno, io sono di questo parere.>

<Vero, anche io. Però mi sembra strano... insomma, Roderick sì e Nash no.>

My Boy 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora