277 - L'unica cosa che mi fa stare bene

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Dopo pranzo, abbiamo fatto una passeggiata per le vie di Londra e poi siamo andati al luna park che hanno aperto per l'estate.

<Che bello! Non andavo in posti del genere da quando ero piccola!> Esclama Natalie felice come una bambina.

Iniziamo così a fare la fila per le varie giostre, dalle montagne russe, ai gonfiabili, sì,  ci sono i gonfiabili per adulti non chiedetemi il perché. Poi hanno piazzato pure uno stand dove c'è il cinema in 4d e ci siamo visti un bel horror.

È stato divertente.

Ora, stiamo facendo tutti la fila per il London eye ed è quasi giunto il nostro turno, o meglio, quello mio e di Nash.

Per salire ci siamo divisi tutti in coppie, mentre Jason ha rinunciato a salirci dato che soffre di vertigini.

Io e Nash saliamo e io mi attacco subito al finestrino per vedere il panorama.

Il tramonto da qui è magnifico...

<Tutto ciò mi pare una sorta di dejavu.> Dice guardando fuori.

<Già.> Mi volto verso di lui seduto davanti a me.

Sorride mentre continua a guardare fuori e poi dice: <Mi ricordo che quel giorno volevo dichiararmi... ma poi non l'ho fatto... in più tu stavi ancora con Roderick o avevate appena rotto.>

<Lo ricordo anche io. Come ogni altra cosa che ha a che fare con te.> Ammetto senza guardarlo.

<Ah sì?>

Annuisco mentre mi sento osservata, così mi volto anche io verso di lui.

<Ogni minima cosa?>

<Beh, ogni minima no... però alcune sì.>

<Peccato, perché io ricordo ogni particolare di ogni momento passato con te, persino quelli che dovremmo dimenticare.> Dice.

Si alza e si siede affianco a me, mi prende la mano e dice: <Ti ho amata per tutto questo tempo e tu non te ne sei mai resa conto sino a qualche mese fa... sono stato male mentre stavi con Roderick e ho sofferto la volta che ci siamo lasciati. Sono stati un inferno quei due mesi senza di te e sto cercando il modo per non farlo ricapitare, non voglio farti stare male e non voglio stare male.> Dice mentre mi accarezza la mano con il pollice.

<Nash...>

<No, lasciami finire. Tu, ora come ora, sei l'unica cosa che mi fa stare bene. So che molto spesso sono insopportabile, scontroso e da prendere a schiaffi... però tu continui comunque a stare al mio fianco e a perdonare ogni cosa che faccio o dico, mostrandoti sorridente, anche se quelle cose che ho fatto o detto ti hanno fatto stare male, come stamattina. Mi pento di quello che ho detto, lo sai che non penso sia successo tutto questo casino per colpa tua. Ok, sì, hai sempre creduto alle cazzate di Roderick, ma il fatto che Jackie sia... non ci sia più per colpa tua non è vero. Non lo penso, l'ho detto solo preso dalla rabbia e dal turbamento. Non mi piace questa situazione in cui sei entrata dentro per colpa di una psicopatica a cui non piace la propria vita, psicopatica che è anche mia sorella per metà.> Sospira massaggiandosi un attimo gli occhi.

<Nash, ho capito cosa vuoi dire, basta così.>

<Basta così niente. Ora basta stare in silenzio in un angolino. Tu mi dici sempre ogni minima cosa che ti salta per la testa, anche le più stupide, io invece ci metto un secolo per dirti due cose in croce. Quindi ora te lo dico.>

<Va bene... come vuoi.>

<Ovviamente, c'entra mia madre. Perché se non c'è di mezzo lei non siamo contenti.> Dice. <Sta continuando a tartassarmi di messaggi e chiamate, che ovviamente ignoro. Tanto so già cosa vuole, la storia del college e far rientrare Callie a scuola. E poi... ha messo in mezzo anche un'altra cosa di cui ne ha parlato con mio padre.> Abbassa lo sguardo e mi stringe di più la mano.

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