214 - Mai detto

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Venerdì, la settimana è quasi finita, la sveglia suona e la pioggia batte sulla finestra.

Se solo non dovessi andare a lezione, sarebbe anche una bella giornata. Una di quelle in cui stai sotto la coperta con un libro in mano a leggere.

E invece no... purtroppo.

Questi tre giorni, li ho passati a finire il progetto e studiare e studiare e studiare.

Per farmi uscire a prendere una boccata d'aria ci sono voluti Nash, Jason e Austin.

In più, ieri a cena, Emily ci ha parlato della sua imminente partenza e Natalie era così giù di morale, anche se cercava di non farlo vedere.

Ad ogni modo, tornando ad oggi, devo sbrigarmi se voglio andare a fare colazione.

Così, mi alzo dal letto e inizio a lavarmi e vestirmi. Dopodiché, vado a svegliare Natalie, ma non c'è.

È strano, di solito non si sveglia mai presto... chissà dov'è.

Accendo il cellulare e leggo alcuni messaggi che mi sono arrivati.

E l'ultimo è proprio di Natalie che mi dice dov'è.

— "Sono in caffetteria con Ivy, non ti ho svegliata perché era molto presto. Ci vediamo all'intervallo."

Ivy, già. Mi ha parlato di lei e me l'ha anche fatta conoscere.

È molto carina e simpatica e anche un po' timida.

Sinceramente, ce la vedo bene Natalie insieme a lei... sono così carine.

Comunque ora è meglio se vada, mi ha appena scritto Nash che mi sta aspettando qui fuori.

Così, prendo lo zaino e apro la porta portandomi le chiavi dietro.

<Ehi.> Lo saluto chiudendo la porta.

<Buongiorno.> Biascica.

Ridacchio e gli domando: <Sei ancora nel mondo dei sogni?>

<Già...> E sbadiglia mentre ci dirigiamo verso le scale. <Non ho dormito granché stanotte.>

<Come mai?>

<No nulla... solo la splendida notizia che stasera devo andare a cena con Elvin a casa di nostra madre. In teoria non sarei obbligato, dato che è una cena dove Elvin presenta la sua famiglia, ma lui insiste a farmi venire... quindi...>

<Capisco.>

<Non ti chiedo di venire perché sennò mia madre ti potrebbe rovinare la serata con le sue stupidissime frecciatine e sinceramente non mi va di metterti di cattivo umore. E poi devi andare a comprare il regalo per tuo fratello.>

<Va bene, come vuoi.>

Mi prende la mano ed entriamo in caffetteria.

Ci sediamo e ordiniamo subito così da non perdere troppo tempo.

<Sicuro che vuoi che non venga? Insomma, qualche frecciatina posso anche sopportarla.>

<No, tranquilla. Rilassati sta sera. Sta con i nostri amici e riposati così domani sarai in piene forze per William.>

<Guarda che devi esserci anche tu domani e anche tu dovresti riposarti.>

<Ce la farò, non ti preoccupare.> Mi sorride e iniziamo a fare colazione.

Una volta finito, usciamo fuori ed entriamo dentro la scuola.

Ci salutiamo e ci dividiamo, chi va al suo armadietto e chi direttamente in classe.

My Boy 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora