202 - Mente o cuore?

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Abbiamo aspettato due ore mio padre che tornasse con il figlio. Una volta arrivato, abbiamo fatto le presentazioni come si deve e ci siamo seduti a tavola per il pranzo.

Ora siamo qui, una "famiglia" al completo che chiacchiera del più e del meno.

William si è riscoperto un bambino chiacchierone e solare, mi sembra quasi di rivedere Soleil in lui, ma al maschile.

<Nash, ti va di giocare con me? Ho portato la nintendo switch.> Gli domanda William sorridendogli sommessamente.

Nash annuisce e si vanno a sedere sul divano nel mentre che io e la mamma sparecchiamo la tavola.

Con la coda dell'occhio noto papà girare per la casa nel mentre che faccio avanti e indietro dalla sala alla cucina per portare le varie stoviglie.

È come se stesse controllando che sia tutto come l'aveva lasciato dodici anni fa.

Sospiro togliendo dalla tavola gli ultimi bicchieri rimasti e portandoli in cucina dove mamma sta risciacquando le varie stoviglie per poi metterle nella lavastoviglie.

<Tutto ok tesoro?> Mi domanda mentre appoggio i bicchieri sul bancone affianco a lei.

<Solo... mi sembra strano che lui sia ritornato dopo così tanto tempo. A te no? Insomma, quando un ex ritorna è perché vuole qualcosa da te. Denaro, forse? Una casa? Un qualcuno a cui lasciare il suo nuovo figlio?>

<Grace...> Si volta verso di me asciugandosi le mani al grembiule, mi sorride dolcemente e dice: <Tuo padre non è quel tipo d'uomo e lo hai sentito anche tu quant'era triste...> Abbassa lo sguardo. <Se fosse stato per soldi o qualsiasi altra cosa...> Ritorna a guardarmi e, dopo un attimo che è rimasta a fissarmi intensamente negli occhi, continua: <Credo che non mi avrebbe mai richiesto di sposarlo.>

<Magari l'avrà fatto solo per essere sicuro che non gli manchi niente.>

Mi prende le mani e dice: <Tuo padre non è così, lo sai.>

<Già, è quel genere di persona che non fa altro che prendersela con te.>

Mamma sospira arresa e mi lascia stare, tornando così a ripulire le stoviglie.

Ritorno fuori e tolgo la tovaglia dal tavolo per metterla a lavare.

Non so perché la mia mente continui a ripetermi che lui sia qui solo per il suo bene e che quella scenetta fatta qualche ora fa era tutta una farsa, tanto per riconquistarsi il cuore di mia madre.

Eppure, infondo al mio cuore, lì, da qualche parte, c'è una parte che crede a lui, al suo voler riunire la famiglia.

Purtroppo, gli unici testimoni di questa storiella sono morti, William non credo sappia tutta la storia è troppo piccolo e nonna... se vogliamo chiamarla così dato che non mi ha mai considerato, non voglio nemmeno chiamarla.

So per certo che farebbe di tutto per spezzare il cuore a mia madre e rovinare il figlio. La conosco troppo bene.

Quindi, l'unica cosa che mi rimane è il tempo. Con il tempo si vedrà se davvero è così o se finge.

<Piccola.> Mi sorride papà. <Possiamo parlare?> Mi domanda raggiungendomi sul divano in cui mi ero seduta nel mentre che pensavo.

<Di cosa? Hai già detto tutto.> Dico non degnandolo di uno sguardo.

<Volevo...> Sospira e dice: <Mi dispiace per tutto, per esser stato un cattivo esempio e assente per una parte della tua vita.> Sorride appoggiandosi allo schienale del divano e aggiunge: <Mi sono perso la tua infanzia, una delle parti in cui i genitori devono essere una parte fondamentale, che ti crescono e insegnano... ma vedo che tua madre ha già fatto un ottimo lavoro... e tutta da sola.> Abbassa lo sguardo, tornando con lo sguardo triste e vuoto, quello che aveva per tutto il pranzo nel mentre che il figlio parlava di se.

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