267 - Un nuovo debito

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Finite le lezioni, dico ad Austin che sto andando via con Nash e vado verso l'uscita.

Entro in dormitorio per andare ad appoggiare lo zaino e poi prendere il permesso per uscire, nel mentre, chiamo Nash.

<Hai finito?> Mi domanda.

<Sì, sto mettendo lo zaino in camera.>

<Ok, ti aspetto fuori.>

<Sei già qui? Credevo dovessi ancora venire.> Dico mettendo lo zaino sul mio letto e, mentre tengo il cellulare tra l'orecchio e la spalla, tolgo la felpa dallo zaino per portarmela dietro.

<Sono qui da mezz'ora.>

<O-ok... allora mi muovo.>

E chiudiamo.

Perché sono così dannatamente tesa? Insomma, cosa mai potrà accadere?... no?

Sospiro e cerco di riorganizzare i miei pensieri mentre esco dalla mia stanza.

<Oh... Grace.> Caroline?

Mi volto verso di lei.

<Ciao.> Mi saluta tranquillamente.

<Ciao...?> Ricambio il saluto parecchio confusa.

<Come va?>

<Che ti importa?>

<Volevo solo essere amichevole... sai che Callie è uscita dal manicomio o dovunque era?>

<Lo so, e quindi?>

<Niente, vedo che già lo sai. Volevo solo metterti un po' di ansia.> Ghigna.

<Scusa, ma non sono in vena dei tuoi giochetti. Devo andare.> E me ne vado.

<Sta attenta Grace, non sai ancora cosa c'è  in ballo... sarà divertente per me, ma non so quanto per te.>

Decido di ignorarla e aumento il passo.

Ma Natalie non aveva detto di averla trovata in lacrime mentre si pentiva di tutto? Com'è che ora è di nuovo con il forcone in mano pronta a puntarmelo contro?

Che diamine, non si può stare qualche giorno in pace che puf, succede qualcosa. E non per forza deve riguardare me.

Arrivo al piano terra e mi avvicino al bancone dove c'è il custode.

<Salve, dovrei prendere un permesso.>

<Certo signorina, firmi qui.> Dice passandomi un blocco notes.

Firmo, mi passa un biglietto, dicendomi di non perderlo, ed esco.

Passo tutto il giardino ed esco dal cancello del campus trovandomi Nash appoggiato al muro, una sigaretta in bocca e il telefono in mano mentre scorre qualcosa sul display.

<Ehi.> Lo saluto.

<Finalmente.> Dice mettendo il telefono via e buttando la sigaretta ormai finita.

Sospiro. <Ciao anche a te.>

<Scusa... è che sono un po'... irritato.> Dice avvicinandosi.

<Perché? Cos'è successo e cosa devi dirmi?> Domando mentre lui mi abbraccia.

<Fammi stare così un attimo.> Borbotta stringendomi di più.

Beh, almeno così so che non sono io la causa del suo cattivo umore di questa mattina.

Si stacca e mi prende per mano, in silenzio, iniziando ad incamminarsi verso la sua auto.

My Boy 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora