272 - Soprannome

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*Austin's pov*

<Grazie Peter.> Ringrazio il padre di Grace appena appoggia l'ultima valigia sotto al porticato di casa.

<Ma figurati Austin. Ci vediamo domani, ok?> Fa Peter sorridendo.

<Certo.> Ricambio il sorriso e ci salutiamo.

Dalle storie che mi aveva raccontato Grace quando eravamo piccoli, lo credevo più arrogante e scontroso, una brutta persona. Invece, si è rivelato tutto il contrario. Forse perché è cambiato durante gli anni?

Non so, fatto sta che sono felice per Grace e Josie, soprattutto per Josie. Quando andavo a trovarla era sempre molto triste per via della mancanza del marito.

Ricordo che per un periodo ha provato a frequentarsi con un suo collega di lavoro, ma è andata malissimo, soprattutto quando, durante una cena con tutti, l'ha chiamato per sbaglio "Peter".

Da lì, ha smesso di uscire con qualunque uomo provasse interesse romantico per lei.

<A che pensi?> Mi domanda Kodey mentre trasciniamo le nostre valige in casa.

<Nulla, solo al passato. Sono felice che tu sia qui.> Gli sorrido.

Lo sento sospirare e poi dice: <Potresti non dire queste cose così? Avvertimi almeno!>

Ridacchio e prendiamo le valige per salirle al piano di sopra.

<Avete bisogno di una mano ragazzi?> Ci domanda mia madre dal piano di sotto.

<No, tranquilla.> Le rispondo da sopra le scale.

<Va bene, allora vado ad ordinare le pizze. Ditemi quali volete.>

<Per me una diavola.> Le dice Kodey.

<A me la solita margherita.>

<Ok.> E se ne va per chiamare.

<Perché una margherita? Di solito prendi quella con le patatine.>

<Non mi va molto di mangiare.> Dico aprendo la porta della mia stanza.

<Come mai?> Domanda. <Uoo! Questa stanza è enorme. Ma dove diavolo vivi?!> Fa entrando e guardandosi attorno. <Insomma, casa tua è gigantesca!> Sorride.

<Già.> Dico tirandomi dietro la valigia.

<Cos'è quel "già" apatico? Ma che ti prende?> Mi domanda tornando serio.

<Nulla Kodey, sono solo stanco.>

<Stanco? A me non sembri "stanco" ma turbato.> Dice avvicinandosi.

Mi mette le mani sui fianchi e mi guarda negli occhi.

Sospiro e appoggio la testa sulla sua spalla.

<Lo sapevo, hai qualcosa.>

<Sono solo preoccupato per la storia di Caroline e il resto. Ho un brutto presentimento.>

<E quando hai brutti presentimenti, succede sempre qualcosa.> Fa cercando di farmi alzare il capo verso il suo. <Ehi, guardami.>

Scuoto la testa e lo stringo a me. In questo momento ho bisogno di un suo abbraccio più di qualunque altra cosa.

Mi stringe a se tenendomi stretto, stretto, come se potessi scappare da un momento all'altro.

<Ti amo.> Sussurra.

<Anche io, non sai quanto.> Dico alzando il capo verso il suo.

Lo bacio.

<Ragazzi ho chiamato e... oh... scusate.> Dice mia madre e noi ci stacchiamo subito.

My Boy 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora