8. A te capita mai

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A te capita mai?

Lucio's POV

-Ci vediamo domani- Davide salutò Agata.

-Certo, a domani- lo baciò lei sulla guancia.

-È stato un piacere- sorrisi, porgendo la mano a Rachele.

-Anche per me- rispose, con il solito tono spocchioso, guardandomi con quella faccia da bambina imbronciata.

Inutile dire che nessuna delle sue mani mise di stringere la borsetta, come se contenesse un tesoro inestimabile.

Sembrava fosse pronta a bucarla, con quelle sue unghie smaltate.

-Smettila- sussurrò Agata, guardandola negli occhi.

-Vai a mostragli i tuoi adorati spartiti- sussurrò, mettendo una strana enfasi sull'ultima parola.

Mi sentii a disagio e abbassai immediatamente la mano.

-Su, forza. Andiamo-

Davide cinse le spalle di sua cugina con il braccio sinistro, poi mi porse la mano.

-Spero di rivederti presto. Magari, visto che sei nuovo, potrei farti vedere un po' i posti da frequentare in città- mi fece l'occhiolino.

-Volentieri- sussurrai.

Io e Agata, uno accanto all'altro, restammo fermi vicino all'entrata della sua villetta, a guardarli allontanarsi, prima di andare all'interno.

-Prego, accomodati- mi invitò la rossa -Gradisci qualcosa da bere?-

-No, ti ringrazio. I due bicchieri di vino che ho preso dopo il caffè stanno già dando i loro effetti-

-Vuoi fermarti a cena per mangiare qualcosa?- mi chiese, preoccupata per il fatto che avessi ammesso di essere un po' brillo.

-Mi piacerebbe, ma ho un appuntamento tra due ore- sussurrai.

-Ti vedi con qualcuna?- mi chiese, sfacciata come sempre, mentre mi sedevo sul divano.

-No, devo incontrare un amico- dissi, iniziando ad essere infastidito dal fatto che tutti volessero sapere se ci fosse una ragazza nella mia vita.

C'era Luca.

Luca e basta.

Agata si allontanò, camminando disinvolta sulle sue scarpe col tacco.

Quando fu di ritorno, non potei fare a meno di pensare fosse bellissima. Il rosa le donava e quella specie di cinturino in vita, evidenziava i suoi fianchi dalla forma perfetta.

Pensai che chiunque avrebbe pagato per trovarsi al mio posto.

Agata si sedette accanto a me e mi porse gli spartiti.

Li sfogliai in maniera veloce, per farmi un'idea.

-Ci vorrà un bel po' di lavoro- sospirai.

-Sono molto difficili?-

-Due su tre- risposi, alzando gli occhi nei suoi.

Agata sorrise.

-Beh, è una bella notizia ed io imparo molto velocemente!- esclamò.

-Lo spero, o mi farai sentire un fallito ancora prima di aver iniziato ad insegnare- scherzai.

-Hey, non sottovalutarmi- rise, accarezzandomi una spalla e avvicinando pericolosamente il suo viso al mio.

-È quello il pianoforte che useremo?- chiesi, alzandomi in piedi, per sottrarmi al suo tocco.

-Sì- mormorò.

Il ragazzo dai capelli grigi - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora