74. La bolla

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Claudio's POV

Salii le scale del palazzo di Lucio, sentendo ancora lo stomaco aggrovigliarsi per via di quanto mi aveva detto Davide.

Quando arrivai sul pianerottolo, lo trovai ad attendermi vicino allo stipite della porta d'entrata, in compagnia di Agata.

-Pensa a quello che ti ho detto- sussurrò a Lucio.

Lui non le fece neppure caso.

Guardava me, come se non mi avesse visto per vent'anni.

Il suo volto era arrossato.

Doveva aver pianto.

Mi girai verso Agata e le riservai uno sguardo severo. Da quando lei era arrivata in città e aveva parlato a Lucio della possibilità di andare a Los Angeles, il mio compagno era molto più suscettibile e agitato del solito.

-Buonanotte- mi salutò la rossa.

-Buonanotte- le risposi, prima di entrare dentro casa.

Lucio chiuse piano la porta, ed io non gli lasciai neppure il tempo di aprire la bocca, che lo strinsi fortissimo a me.

-Davide mi ha detto che non ti sentivi bene- sussurrai -Ero preoccupato- dissi al suo udito –Sono corso subito qui-

Lucio non disse nulla.

Si limitò a premersi di più contro di me.

Sembrava volesse entrarmi dentro e trovare rifugio nel mio cuore.

Gli baciai la fronte e i capelli, per farlo sentire al sicuro e amato.

L'idea che Lucio fosse stato male ed io non fossi accanto a lui mi faceva più male di quanto non avrei mai potuto credere.

-Ho avuto un momento di crisi- ammise, separandosi solo il tanto da potermi guardare negli occhi.

-Per via di Agata e delle cose che ti ha proposto?- provai.

-No- mi rispose, portandosi le mani al viso, per asciugarsi le lacrime.

-Allora che succede?- gli presi guance tra le mani.

-Mi sono pentito di averti detto che non mi importava tu uscissi con Pietro- disse, e per un secondo il mio cuore si fermò.

-Avevo bisogno tu stessi con me- sussurrò -Ma non te l'ho detto, perché sono così insicuro che, nonostante stiamo insieme da anni, mi metto ancora problemi a farti sapere di cosa ho necessità- riprese a singhiozzare.

-Non so neppure perché non riesco a parlare di questa cosa senza piangere- aggiunse, e mi fece male vederlo così vulnerabile.

-Puoi dirmi tutto quello che vuoi- sussurrai –Mi dispiace tu abbia pensato di non poterlo fare. M-mi dispiace se t-ti ho dato l'idea di non essere disposto ad ascoltarti- mi affrettai a dire, perché non c'era nulla che mi preoccupava più di far soffrire Lucio.

-S-sono c-così felice quando sto con te!- esclamò, singhiozzando –Che la sola idea di dover partire e starti lontano per realizzare il mio sogno, mi fa venire voglia di buttare tutto all'aria!- mi confessò.

-Ti sembro uno adatto ad andare ad Hollywood? Come faccio a farmi rispettare e a farmi valere, se ho paura di essere me stesso anche con te?- mi chiese, piangendo senza sosta –Se ci ho messo un secolo a prendere la decisione di andare via da casa dei miei, con che coraggio posso salire su un aereo per l'altra parte del mondo?-

-Lu, hey- sussurrai –Va tutto bene- gli asciugai le lacrime, prima di stringerlo di nuovo a me –Va tutto bene- gli accarezzai i capelli, in maniera dolce.

Il ragazzo dai capelli grigi - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora