15. Lucifero

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Luca's POV

Quando vidi gli ultimi passeggeri rimasti sul treno iniziare a preparare i loro bagagli e rimettersi i cappelli in testa, capii di essere arrivato.

Provai una sensazione strana, che non sentivo da tanto tempo.

Era felicità, mista a paura.

Chiusi gli occhi e strinsi a me la mia borsa, facendo tre respiri profondi.

Ce l'avevo fatta.

Ero finalmente nello stesso posto in cui viveva Lucio.

Si trattava di minuti, al massimo di ore, prima di poterlo riabbracciare.

Mi venne da piangere, ma provai a trattenermi.

Non c'era tempo per la disperazione.

Mi passai le mani sul viso e aspettai pazientemente che il treno si fermasse, prima di alzarmi ed uscire sulla banchina.

C'era un caos immenso.

Persone che salivano e scendevano dal treno, chiacchiericcio, urla, fischi.

Immaginai fosse normale nella stazione di una città grande come quella in cui viveva Lucio.

Provai a farmi spazio tra le persone, che mi urtavano di continuo con i loro bagagli, e sgattaiolai fino all'esterno della stazione, non senza difficoltà.

Il mio sguardo si posò su una fila di taxi e subito dopo su una piazza un po' sgangherata.

Nonostante tutto, meravigliato, pensai Lucio vivesse in un posto bellissimo.

Mi ritrovai a sorridere, incantato dai palazzi magnifici e da quegli alberi immensi, quando un uomo mi colpì con la sua valigia.

Mi girai verso di lui, aspettandomi delle scuse, ma quel disgraziato proseguì per la sua strada.

Sospirai, poi decisi di spostarmi leggermente di lato, per evitare di essere urtato ulteriormente.

Mi poggiai al muro, in un angolino e alzai di nuovo il nasò all'insù.

Alla mia sinistra si ergevano due maestosi palazzi.

Uno di un rosso sbiadito, interamente fatto di mattoni, con delle strambe finestre gotiche. Il secondo, in stile liberty, aveva due maestose torri, che lo facevano sembrare un castello.

Entrambi si affacciavano su una via molto trafficata, che costeggiava la piazza situata davanti alla stazione.

Le radici dei ficus immensi che vi dimoravano, avevano distrutto la pavimentazione, dando a quello spazio un aspetto piuttosto trascurato.

Nell'aria c'era odore di tubo di scarico, misto all'odore del mare. Doveva essere molto vicino, ma dalla posizione in cui mi trovavo, non riuscivo a vederlo.

Non avevo idea di dove fossi e di che strada avrei dovuto prendere per raggiungere casa di Lucio.

Mi guardai intorno, indeciso su a chi chiedere informazioni, quando una signora di passaggio mi tirò ai piedi delle monetine.

La guardai interdetto, e solo allora mi accorsi di essermi messo nella stessa posa che avevano assunto gli altri due mendicanti.

Avevano un aspetto poco rassicurante e sembrava non apprezzassero la mia presenza.

Mi sentii umiliato e mi affrettai a fare qualche passo avanti.

Decisi di provare a chiedere informazioni ad uno dei tassisti in attesa di nuovi clienti, sperando uno di quei signori potesse dirmi dove avrei trovato Viale Luigi Merello.

Il ragazzo dai capelli grigi - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora