23. Per me sei strano tu

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Per me sei strano tu

Entrai in salone.

Mio padre era di spalle e guardava fuori da una delle grandi finestre che si affacciavano sulla via principale.

Non appena sentì i miei passi, si girò e mi riservò una delle sue occhiate piene di disprezzo.

-Stavo per andare a dormire, quando il telefono ha squillato- mi disse, restando apparentemente calmo -Era tuo zio Carlo. Il padre di Rachele. Dice che è stato a cena fuori e non si parlava d'altro. Leonardo Tacconi è lo zimbello della città, e tutti sanno che suo figlio bastardo è figlio tuo-

Rimasi immobile, a pochi passi dalla porta, senza sapere né cosa fare né cosa dire.

Non capivo se mio padre fosse furioso o se non gli importasse minimamente che fossi per l'ennesima volta coinvolto in un pettegolezzo.

Una parte di me voleva che mio padre offrisse la sua soluzione.

L'altra parte di me era certa che qualsiasi cosa avrebbe detto, io non sarei stato d'accordo.

Presi coraggio, e dopo aver chiuso la porta, mi avvicinai di più a lui.

-È vero. Edoardo è mio figlio- dissi -E Tacconi vuole spedirlo in Inghilterra, perché pensa che in questo modo metterà a tacere le voci-

Mio padre rise.

-Deve tenere molto a quella puttana di sua moglie- alzò le spalle -Perché io al posto suo avrei buttato entrambi in mezzo alla strada-

-I-io non voglio che Edoardo venga allontanato da sua madre. Non ha neppure sei anni- cercai lo sguardo di mio padre.

-Non hai alcun diritto su quel marmocchio. Il tuo amico avvocato non te l'ha detto?- rise.

-Me l'ha detto- risposi -E speravo tu potessi aiutarmi- cercai il suo sguardo.

Mio padre scoppiò in una sonora risata.

-E cosa pensi io possa fare? Prendere sotto la mia ala il figlio bastardo di Tacconi?- alzò improvvisamente la voce -Noi eravamo una famiglia rispettabile, prima che tu conoscessi Arnaldo Marini! È stato lui a portarti sulla cattiva strada e ora se ne va a braccetto di notte con tua cugina!- tuonò.

-Aldo è il mio migliore amico. E c'è sempre stato, per me, contrariamente a te- gli risposi, fingendomi calmo.

-Quando vorrai vedere il tuo adorato Edoardo, prenderai un maledetto aereo e te ne andrai in Inghilterra, se avrai i soldi per farlo. Perché la cosa giusta da fare in questi casi, Davide, è assolutamente niente, mi hai capito? Assolutamente niente-

-Papà- lo chiamai -Se tieni anche solo un po' a me, aiutami a riprendermi Edoardo- lo supplicai -È mio figlio...e a-amo sua madre- trovai il coraggio di dire -Mi laureerò, e vivrò con la mia famiglia. Niente più scandali. Niente più problemi. Te lo assicuro-

-Non ti permetterò di sposare quella poco di buono, Davide. Sei già bravo a rovinarti la vita da solo. Non c'è bisogno che tu ti accolli un'adultera e il suo bambino bastardo-

-Quel bambino è mio figlio!- alzai la voce -È tuo nipote!-

Mio padre si sporse in avanti e mi mollò uno schiaffo.

-Non alzare mai più la voce con me, o ti sbatto fuori di casa, e senza un quattrino in tasca, neppure quella poco di buono di Roberta Tacconi vorrà più avere a che fare con te!- urlò.

-Come ti è saltato in mente, di andare a letto con una donna sposata? Come ti è saltato in mente?- gridò, colpendomi ripetutamente -Lo sanno tutti che le precauzioni non sono mai troppe. Per sfogarti, ci sono le prostitute! O i maschi, visto che ti piacciono anche quelli! Almeno loro non generano figli bastardi, brutto depravato!-

Il ragazzo dai capelli grigi - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora