Pietro's POV
Come ogni mattina da un po' di tempo a quella parte, aspettai mio padre fosse uscito di casa per prepararmi di fretta e furia e correre da Claudio.
Mia madre mi aspettava sempre in cucina e cercava di convincermi a fare almeno colazione, ma io mi limitavo a stamparle un bacio sulla guancia, per poi afferrare i libri dell'università e andare dal mio migliore amico.
Anche quella mattina fu sua madre ad aprirmi la porta.
-Come sta?- le chiesi.
-Come ieri- mi rispose, sconsolata.
Annuii.
-Posso stare con lui?-
-Certo- mi rispose –La strada la sai. Cerca di farlo alzare, per favore-
-Ci provo- dissi, per poi fare le scale di corsa.
-Hey- lo salutai, trovando ancora le persiane chiuse.
Mi fiondai ad aprirle e Claudio mormorò infastidito.
"Beh, meglio un mormorio infastidito che niente!" alzai le spalle.
-Stattene ancora un po' lì sotto, che faccio passare un po' d'aria- dissi.
Claudio si mosse sotto le coperte, ma non disse nulla.
-Posso sedermi qui?- gli chiesi, indicando il suo letto.
Lui non mi rispose, ed io lo feci comunque.
-Come va oggi?- domandai.
-Non dovresti essere qui- mi rispose, facendomi aprire una crepa sul cuore.
-E perché mai?- cercai di non dargli a vedere come mi sentissi.
-Perché in questo quartiere di merda parlano- sussurrò.
-Non preoccuparti per me- alzai le spalle.
-Non mi preoccupo solo per te- mi rispose, ed i miei occhi divennero lucidi –La mia famiglia. I miei genitori non si meritano tutto questo. Sarei dovuto andare via con Lucio- sussurrò, premendo di più la faccia sul cuscino, mentre le lacrime gli scorrevano copiose sulle guance.
-Sei ancora in tempo per farlo- gli risposi, risoluto.
Magari, se se ne fosse andato, io mi sarei messo l'anima in pace.
Claudio si ammutolì.
-So che hai paura...- provai a dire, ma mi bloccai, perché ero abbastanza sicuro che il mio amico mi avrebbe vomitato di nuovo addosso tutta la sua rabbia e la sua frustrazione.
Sospirai, guardando fuori dalla finestra di casa sua e mi chiesi se mi facesse bene continuare ad andare lì ogni giorno a guardarlo piangere per aver lasciato andare Lucio e rimproverarmi per essere di nuovo lì, a tenergli compagnia, nonostante le voci che avevano iniziato a girare su di me e di conseguenza, anche su di lui.
Mi stavo facendo del male e gli stavo permettendo di farmene ancora, come quando io e lui eravamo migliori amici e lui, dopo aver passato una giornata perfetta con me, andava a rifugiarsi tra le braccia di Lucio.
Ce l'avevo sempre avuta a morte con lui, per avermi prima rifiutato e portato via Claudio, ma stavo iniziando a capire che in quella storia nessuno era colpevole di nulla, se non di essere nato "sbagliato" agli occhi degli altri.
-V-volevamo cambiare il mondo, non ti ricordi?- gli chiesi.
-Fanculo, questo mondo di merda non lo cambia nessuno- mi rispose ed io non riuscii più a trattenermi.
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Il ragazzo dai capelli grigi - COMPLETA
RomancePietro, come tutti i pomeriggi, si trova nella piazzetta del suo quartiere a leggere i suoi amati libri fantasy e, mentre se ne sta seduto all'ombra del solito albero, Lucio, con i suoi capelli grigi, irrompe nella sua vita monotona per portare scom...