81. Una vita tranquilla

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Pietro's POV

Come ogni mattina da un po' di tempo a quella parte, aspettai mio padre fosse uscito di casa per prepararmi di fretta e furia e correre da Claudio.

Mia madre mi aspettava sempre in cucina e cercava di convincermi a fare almeno colazione, ma io mi limitavo a stamparle un bacio sulla guancia, per poi afferrare i libri dell'università e andare dal mio migliore amico.

Anche quella mattina fu sua madre ad aprirmi la porta.

-Come sta?- le chiesi.

-Come ieri- mi rispose, sconsolata.

Annuii.

-Posso stare con lui?-

-Certo- mi rispose –La strada la sai. Cerca di farlo alzare, per favore-

-Ci provo- dissi, per poi fare le scale di corsa.

-Hey- lo salutai, trovando ancora le persiane chiuse.

Mi fiondai ad aprirle e Claudio mormorò infastidito.

"Beh, meglio un mormorio infastidito che niente!" alzai le spalle.

-Stattene ancora un po' lì sotto, che faccio passare un po' d'aria- dissi.

Claudio si mosse sotto le coperte, ma non disse nulla.

-Posso sedermi qui?- gli chiesi, indicando il suo letto.

Lui non mi rispose, ed io lo feci comunque.

-Come va oggi?- domandai.

-Non dovresti essere qui- mi rispose, facendomi aprire una crepa sul cuore.

-E perché mai?- cercai di non dargli a vedere come mi sentissi.

-Perché in questo quartiere di merda parlano- sussurrò.

-Non preoccuparti per me- alzai le spalle.

-Non mi preoccupo solo per te- mi rispose, ed i miei occhi divennero lucidi –La mia famiglia. I miei genitori non si meritano tutto questo. Sarei dovuto andare via con Lucio- sussurrò, premendo di più la faccia sul cuscino, mentre le lacrime gli scorrevano copiose sulle guance.

-Sei ancora in tempo per farlo- gli risposi, risoluto.

Magari, se se ne fosse andato, io mi sarei messo l'anima in pace.

Claudio si ammutolì.

-So che hai paura...- provai a dire, ma mi bloccai, perché ero abbastanza sicuro che il mio amico mi avrebbe vomitato di nuovo addosso tutta la sua rabbia e la sua frustrazione.

Sospirai, guardando fuori dalla finestra di casa sua e mi chiesi se mi facesse bene continuare ad andare lì ogni giorno a guardarlo piangere per aver lasciato andare Lucio e rimproverarmi per essere di nuovo lì, a tenergli compagnia, nonostante le voci che avevano iniziato a girare su di me e di conseguenza, anche su di lui.

Mi stavo facendo del male e gli stavo permettendo di farmene ancora, come quando io e lui eravamo migliori amici e lui, dopo aver passato una giornata perfetta con me, andava a rifugiarsi tra le braccia di Lucio.

Ce l'avevo sempre avuta a morte con lui, per avermi prima rifiutato e portato via Claudio, ma stavo iniziando a capire che in quella storia nessuno era colpevole di nulla, se non di essere nato "sbagliato" agli occhi degli altri.

-V-volevamo cambiare il mondo, non ti ricordi?- gli chiesi.

-Fanculo, questo mondo di merda non lo cambia nessuno- mi rispose ed io non riuscii più a trattenermi.

Il ragazzo dai capelli grigi - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora